SOCIETÀ

Un sito scelto negli anni `70

BARRUCCI TIZIANA,ITALIA/SCANZANO

Avrà una capacità di 80.000 metri cubi, accoglierà sia le scorie nucleari di alta, media e bassa durata che quelle provenienti dalle attività medico sanitarie, sarà situato a una profondità di 800 metri in uno strato di salgemma complessivamente di 200 e tra due altri strati di argilla garantendo così la sicurezza dell'intera zona. Sono le caratteristiche del sito nazionale per le scorie radioattive che verrà costruito entro i prossimi sette - otto anni a Scanzano Ionico, in Basilicata. A gestirlo sarà la Sogin, società di gestione degli impianti nucleari, la stessa azienda che ha proposto quel paese di circa 6.000 abitanti nel metapontino.

Ma la decisione presa dal governo non piace alle associazioni ambientaliste, che contestano il metodo poco trasparente - «perché l'azienda Sogin propone il sito e lo gestirà senza nessuna gara d'appalto?» domanda Legambiente - ed esprimono molti dubbi sulla scelta conclusiva della località. «E' un atto autoritario - denuncia l'associazione di Realacci - che non tiene conto del parere delle realtà locali. Il confronto tra governo e regioni seppure difficile, avrebbe dovuto andare avanti, ma così non è stato. Dopo quaranta anni di rinvii, il sito viene designato lo stesso giorno di un lutto nazionale...qualche dubbio non può non venire. Senza contare che salta subito agli occhi la debolezza politica ed economica della Basilicata rispetto alle altre regioni e quindi la sua probabile minore forza nel contrastare una scelta caduta dall'alto».

Un autoritarismo che non può essere negato neanche dalla stessa Sogin, che pure prova a spiegare la scientificità della scelta, la sua assoluta «sicurezza» e un confronto con le realtà locali troppo difficoltoso. Secondo Ugo Spezia, ingegnere ambientale e responsabile della comunicazione dell'azienda, il 16 giugno scorso era stato presentato alla conferenza stato regioni uno studio sui criteri per individuare il sito, ma dopo un mese, il 17 luglio, la conferenza ha chiesto di sospendere quello studio, proponendo un confronto politico con il governo e tecnico con il commissario straordinario dell'esecutivo e presidente della Sogin, Carlo Jean. Incontri che non sono però mai avvenuti. Per quanto riguarda la scelta del sito poi, secondo Spezia «è stato considerato uno studio compiuto dal servizio geologico nazionale che a cavallo tra gli anni '70 e `80 aveva inizialmente scelto 45 località per poi arrivare a due e infine al sito di Scanzano, uguale come caratteristiche a quello di Yucca Mountain, negli Usa». I criteri, sono quelli dettati dall'agenzia per il nucleare Iaea, International Atomic Energy Agency e sono legati alla profondità e alla presenza di materiali isolanti come argilla, granito o salgemma. E il sito della Basilicata li rispetta.

Per quanto riguarda il metodo di lavoro scelto dal governo, la Sogin ricorda che la gestione dell'affare è stata da subito legata a «problemi di ordine di sicurezza» connessi alla possibilità di attentati ai siti, cosa che ha quindi richiesto una gestione straordinaria.

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