CULTURA

L'editore della nostra storia

FRANCO ALFANI
CASTELLINA LUCIANA,ITALIA

Alle origini del manifesto - ormai tanto lontane da restare quasi sconosciute alla maggioranza di chi oggi lavora al giornale - c'è stato anche un compagno di nome Franco Alfani. Un compagno anomalo, che, a modo suo, ci ha seguito sempre e in particolare nei nostri primi anni è stato essenziale. Tanto è vero che la prima casa editrice del manifesto, che ha pubblicato volumi decisivi nella nostra storia (Classe consigli partito di Magri e Rossanda, più di 30.000 copie vendute; gli atti del primo convegno sul dissenso nelle società del socialismo reale; I mostri , una raccolta dei corsivi di Pintor; anche un mio volume, Famiglia e società, e tanti altri ancora) porta il suo nome: Edizioni Alfani. Franco è morto qualche giorno fa nella sua Cerveteri, pochi mesi dopo la scomparsa di Luigi, la cui perdita lo aveva a tal punto stravolto che non se l'era nemmeno sentita di venire al funerale. Perché di Luigi e di Luca Trevisani Franco era stato strettissimo amico e coetaneo. Come Luca, anche lui un compagno delle origini, era andato volontario nell'esercito alleato subito dopo la liberazione di Roma e così si era ritrovato a Modena in cerca della fidanzata incontrata quando in quella città aveva fatto il primo servizio militare, una scappatella resa possibile dalla buona volontà di Luca cui aveva affidato non so quante decine di muli che avrebbe dovuto custodire e accompagnare fino al fronte di Alfonsine, un piacere che Trevisani ancora gli rinfacciava - e i loro ricordi di guerra hanno fatto a lungo le nostre delizie - perché i muli restarono a lui per non so quanto tempo giacché Alfani a Modena si era gravemente ammalato. Restò lì sposato a una straordinaria modenese, Filomena (che sempre aprì poi la sua casa a compagni italiani ed esuli che ne avevano bisogno), e insieme , a Sassuolo, fecero prosperare una fabbrica di ceramiche che nel boom dette loro abbastanza soldi per diventare mecenati. Agli Alfani si debbono volumi bellissimi di disegni sulla guerra del Vietnam e altre opere. Poi la vicenda del manifesto, cui seguì quella di editore del mensile e poi settimanale Pace e guerra.

Ho detto che Franco Alfani è stato un compagno anomalo. Perché di mestiere era imprenditore e però il suo cuore, e la sua testa, erano nella battaglia politica, sicché a questa finì per dedicare tutte le sue energie. Lo piangiamo ora noi vecchi e correi lo ricordassero anche i giovani che non l'hanno conosciuto. Siamo vicini a suo figlio Angelo, anche lui nostro compagno, e a suo nipote Franco.

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