SOCIETÀ

Sindrome del Golfo una strage in agguato

Tra le nuove leve cresce il rifiuto alle vaccinazioni anti-armi biochimiche
D'ONOFRIO ALBERTO,IRAQ/USA

Siamo nel 2003, alla vigilia di una nuova guerra del Golfo, ma alcuni eventi sembrano ripetersi come in un grottesco flashback: gli ispettori Onu tornano a cercare le stesse armi di distruzione di massa che «noi alleati» avremmo già dovuto distruggere nella guerra del Golfo del `91 e i soldati angloamericani (sempre i primi a partire) ricominciano ad ammalarsi a causa della somministrazione di vaccini contro l'antrace e di farmaci contro i gas nervini, cui sono sottoposti obbligatoriamente. La notizia diffusa dall'agenzia Reuters è estremamente allarmante: il rappresentante dell'associazione dei veterani inglesi James Moore ha dichiarato che il 30% dei soldati vaccinati accuserebbe seri disturbi di vario genere e 6 soldati americani sono morti recentemente in seguito a reazioni al vaccino: ormai lo conferma anche l'amministrazione Usa. Joyce Ryley, la portavoce dell'associazione americana dei veterani del Golfo, ha rilasciato una intervista alla Bbc confermando la tesi di Moore e sostenendo che il vaccino per l'antrace è ancora sperimentale e può rivelarsi estremamente dannoso per il sistema immunitario.

Secondo il sottosegretario alla difesa inglese Lewis Moonie non c'è motivo di preoccuparsi perché migliaia di soldati sono già stati vaccinati e nessuno ha riportato seri disturbi collaterali: il vaccino è innocuo. Nonostante l'intervento di Moonie c'è ormai mobilitazione tra i soldati e i loro familiari: la polemica legata alla misteriosa «Sindrome del Golfo» ha lasciato il segno. Già nel 1996 circolavano le prime notizie che la «Sindrome» aveva colpito 100.000 soldati americani sui 700.000 spediti nel golfo. E 10.000 erano i morti. Cancro, leucemia, tumori, sindrome da affaticamento, figli di veterani nati con terribili deformazioni o mancanza di arti ed organi, queste le conseguenze della Sindrome. Inoltre la malattia contagiava le mogli dei soldati, i familiari più stretti e alcune infermiere che la contraevano curando i veterani.

Tre le cause principali: l'uso improprio di armi chimiche e batteriologiche bandite dalle convenzioni, ma regolarmente usate nella realtà, uranio impoverito usato in maniera massiccia dagli alleati ed un cocktail di vaccini somministrati ai soldati alleati con l'intenzione di proteggerli da attacchi chimici e batteriologici. I vaccini avrebbero abbassato le difese immunitarie di un'alta percentuale di soldati, circa il 20%, provocando patologie di diverso genere.

Sindrome del Golfo e Sindrome dei Balcani sembrano avere la stessa causa: i soldati vengono mandati in guerra sperando che i vaccini possano evitare la contaminazione. Soltanto nel 1998, dopo una lunga indagine della commissione Clinton, la protesta dei veterani del Golfo e la presa di posizione di alcuni medici civili che avevano deciso di curare gratuitamente molti veterani dimessi dagli ospedali militari senza alcuna malattia riscontrata, il Pentagono finalmente ammetteva l'esistenza della malattia denominata «Sindrome del Golfo» , pur continuando a negare che la malattia fosse contagiosa e che le deformazioni dei figli dei militari fossero da attribuire alla contaminazione biochimica nel Golfo. Fino al `98 il Pentagono aveva sostenuto al tesi secondo la quale morti e malattie rientravano in una normale statistica e non erano quindi imputabili alla guerra del Golfo.

Sempre nel `98 Clinton aveva dichiarato che il più grande pericolo per gli Stati uniti era costituito dall'eventualità di un attacco terroristico batteriologico e aveva ordinato a tutto l'esercito americano la somministrazione della miscela di vaccini anti-anthrax , stessi vaccini che verrebbero iniettati alla popolazione civile in caso di attacco terroristico all'antrace. I componenti della misteriosa miscela di vaccini che viene somministrata alle truppe non sono mai stati resi noti perché considerati segreto militare. Il nemico, venendo a conoscenza della composizione dei vaccini, potrebbe facilmente modificare le armi biochimiche.

Il dato significativo oggi è che circa il 50% dei soldati americani sta rifiutando la miscela di vaccini, proprio a causa dell'allarme che la Sindrome del Golfo ha creato nelle truppe. Importanti movimenti di rifiuto di questi vaccini sono sorti anche altrove, per esempio in Australia. In Inghilterra sono morti 469 veterani e 5000 si sono ammalati. L'avvocato Mark McGee ha ricevuto lamentele da diverse famiglie che sospettano che il ministro della difesa inglese abbia autorizzato l'asportazione di organi di soldati deceduti, senza chiedere l'autorizzazione alle famiglie, allo scopo di indagare sulle morti legate alla Sindrome del Golfo. In Francia, alla fine di ottobre del 2000 era scattata una campagna di informazione a proposito della Sindrome, con un'interrogazione rivolta al generale Roquejoffre, comandante delle truppe francesi durante la Guerra del Golfo. Roquejoffre affermava di avere autorizzato la somministrazione ai soldati di una pillola sperimentale, a base di bromuro di pyridostigmina, che aveva lo scopo di difenderli da possibili attacchi chimici. L'associazione Avigolf dei veterani francesi affetti dalla Sindrome sosteneva che la pillola era in parte responsabile della malattia dei soldati. La stessa sostanza è ancora alla base dei farmaci che verranno somministrati oggi ai soldati americani e inglesi potenzialmente esposti ad attacchi con gas nervini.

Un'altra discussione è in atto sul fatto che i soldati francesi non siano stati avvertiti di non toccare per nessuno motivo i proiettili all'uranio impoverito. La tragica notizia dei 7 militari italiani morti di leucemia e per malattie collaterali causate dall'uso di proiettili all'uranio impoverito durante la guerra dei Balcani è circolata su tutti i giornali italiani tra la fine di dicembre del 2000 e l'inizio di gennaio del 2001. Ora i soldati italiani ammalati sono circa 260, i morti sono saliti a 18, e si registrano 7 casi di figli nati con gravi deformazioni. La cosiddetta «Sindrome dei Balcani» confermava in maniera drammatica le tesi sostenute dal documentario «La Sindrome del Golfo», che chi scrive ha girato nel 1996 negli Stati uniti . Sarebbe un bene che il ministro Martino consentisse la proiezione di quel documentario possa all'interno delle caserme italiane: perché è molto importante che i soldati italiani siano coinvolti in una riflessione ed una discussione approfondita sulle conseguenze della guerra chimica e batteriologica, una guerra che uccide nel tempo militari e civili.



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