SPORT

Il soldato delle nevi

SCOTTI GIACOMO,ZAGABRIA

Nelle ultime settimane, con i campi alpini ottimamente innevati, due campioni croati di sci, Ivica e Janica Kostelic (fratello e sorella) hanno conquistato una serie di brillanti successi a livello internazionale, tanto che i giornali del loro paese li hanno esaltati come «eroi entrati nella storia». Domenica scorsa a Bormio, sono addirittura riusciti a salire sul gradino più alto del podio nello stesso giorno e sulla stessa pista (impresa peraltro già parzialmente riuscita 10 giorni fa, tra Kranjska Gora e Bormio). Lei, Janica, che l'anno scorso alle Olimpiadi di Salt Lake City aveva conquistato tre ori e un argento, ha vinto lo slalom speciale confermandosi dominatrice assoluta della Coppa del mondo femminile. Lui, Ivica, ha fatto centro per la terza volta consecutiva nella specialità di famiglia, anche se nella classifica generale della Coppa del mondo maschile è fermo al settimo posto. Ieri però, improvvisamente, gli eroi sono finiti nel fango della più sporca politica di stampo neofascista. A precipitarvi è stato Ivica, che in italiano sarebbe Giovannino. Il quale, commentando qualche giorno addietro la sua vittoria di Kranjska Gora, ha detto di essersi preparato ad essa come «il soldato tedesco si preparò al 22 aprile 1941». E cioè all'invasione nazista dell'Unione sovietica. Si era pensato, sul momento, a un lapsus: si faceva fatica a credere che il giovanotto fosse un ammiratore dei nazisti che gettarono nel lutto decine di milioni di famiglie nella seconda guerra mondiale, occupando e insanguinando più di mezza Europa. Ma poi il settimanale zagabrese National ha pubblicato nella sua ultima edizione, con un ritardo incomprensibile di nove mesi («credevamo si trattasse soltanto di una boutade estemporanea»), il brano di un'intervista concessa da Kostelic nel maggio dell'anno scorso; e si è capito che la frase del soldato tedesco non era un semplice «eccesso momentaneo», ancor meno un lapsus linguae. Kostelic, 24 anni, oltre che campione di sci, si è rivelato un campione dell'ideologia nazista. Ha detto: «Il Terzo Reich ha condensato duemila anni di storia romana in un decennio. Il nazionalsocialismo era difficilmente applicapile perché un po' troppo estremo ma per me il comunismo è stato peggio del nazismo. Lasciando perdere l'Olocausto che era una visione idiota, la differenza di fondo è che nel nazismo era concesso all'individuo la possibilità di progredire, fare carriera, mentre nel comunismo non poteva professare nessuna religione, doveva pagare un bel po' di soldi allo Stato, lavorare per lo Stato e subiva limitazioni da ogni parte. Il nazismo era pur sempre un sistema valido, sano, per chi coltivava delle ambizioni. Nel comunismo non era permesso coltivare ambizioni (...). Hitler non uccideva i suoi generali ogni giorno, fece fucilare soltanto quelli che attentarono alla sua vita. Stalin invece ammazzava anche i suoi amici. Questa è la grande differenza. Io farei le stesse cose che ha fatto Hitler, se fossi un dittatore». Poi, facendo riferimento all'attacco tedesco in Inghilterra, ha chiosato così. «Immaginate 1400 aerei tedeschi in aria più altri 500 inglesi: fanno 2000 aerei in 300 chilometri quadrati. Esattamente come le guerre stellari. Irripetibile. Pura fantascienza...».

Sulla scia di un commento scritto dalla più eminente giornalista croata, Jelena Lovric del Novi List, apparso ieri sul quotidiano di Fiume, possiamo dire, dunque, che «l'eccesso momentaneo» di Ivica Kostelic ha carattere permanente. Non c'è dubbio che anche nel campo politico-ideologico Ivica abbia frequentato la scuola di suo padre Ante, soprannominato «l'uomo di ferro» dai vecchi nostalgici del nazifascismo. Ante Kostelic è allenatore dei suoi figli, ma anche il loro ideologo. Pochi giorni addietro Kostelic padre ha dichiarato alla stampa che lui e i suoi figli - che hanno doppia residenza, a Zagabria e nel Principato di Monaco - non pagheranno mai le tasse allo Stato croato attualmente «governato dai comunisti» (!). Ieri poi, a un inviato di Sportske Novosti a Bormio, ha espresso tutto il suo disappunto per il coro di critiche levatosi dall'opinione pubblica croata al suo indirizzo: «Vuol dire che in futuro staremo molto attenti a non svelare quel che pensiamo», facendo comunque capire di essere lui a coltivare l'idea nazista in famiglia.

Ma torniamo al figlio: in Ivica Kostalic - scrive Jelena Loric sul Novi List di ieri - «il fanatismo sportivo va a braccetto con il fanatismo politico. Già grande sostenitore del regime di Tudjman, non perde occasione per dire tutto il male possibile del governo democratico» seguito alla dittatura e alla morte del «Supremo». Recentemente, dopo aver ricevuto dalle mani del Capo dello Stato croato Stipe Mesic un'alta decorazione concessagli per meriti sportivi, il bravo Ivica Kostelic si è intrattenuto a parlare con i giornalisti definendo il presidente della Repubblica un «caprone cornuto». Secondo i suoi ideali, il futuro capo dello stato croato dovrebbe essere «un uomo di alta statura, biondo, con gli occhi azzurri, di pura razza». Ariana, ovviamente.

Secondo Loric, Ivica Kostelic è il tipico rappresentante di una categoria di persone, piuttosto diffusa in Croazia, «nelle quali non sai dove finisce l'anticomunismo e dove comincia il fascismo», di un nutrito gruppo di anticomunisti che si esprimono attraverso l'esaltazione del nazisfascimo, ovvero di seguaci delle idee fasciste che si esprimono attraverso il più becero anticomunismo. Certo, è difficile accettare che degli «eroi» delle piste di neve siano seguaci delle idee hitleriane. Ma se è loro permesso esaltare pubblicamente i loro ideali oscurantisti, è anche doveroso reagire alla loro propaganda nazista. Ed è quello che fà la schiera democratica dei mass-media croati, una schiera non proprio nutrita, ma combattiva.

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