PRIMA

Omicidi preventivi

CASTELLINA LUCIANA,USA

«Imbecilli, invece di Culo di gomma avete ammazzato il barbiere» grida il boss Genovese ai suoi tre ausiliari Aldo Giovanni e Giacomo nel film ambientato nella mafia della vecchia New York che certamente andrete a vedere a Natale. Quanti altri poveri barbieri finiranno per sbaglio sotto il tiro della Cia adesso che è stata autorizzata a uccidere a brucia pelo, ovunque si trovino, 24 terroristi inclusi in una lista già stilata e che però può esser arricchita a piacimento senza nemmeno chiedere il permesso al presidente (che magari non sarebbe di per sé, visto il personaggio, una gran garanzia ma almeno una pallida parvenza di stato di diritto)? Bisognerà cominciare a guardarsi alle spalle quando rincasiamo o passeggiamo ai giardini pubblici perché - a parte lo scambio di persona - chiunque di noi potrebbe finire nell'elenco visto che per la celebre intelligence americana non sembra esserci non dico onere della prova, ma nemmeno onere di trasparenza, tanto da avvertire prima se sei o meno sospettato (tanto più facilmente visto che la nuova dottrina non prevede neutrali: se non sei con me stai con Al Queda). Se si pensa a quanti errori giudiziari hanno portato alla morte innocenti che pure avevano goduto del privilegio di passare la loro colpevolezza al vaglio di tre gradi giudiziari, figuratevi quanti ce ne saranno adesso che ogni valutazione preventiva viene soppressa.

Si torna alla Chicago degli anni `30, o si resta alle strade di Palermo, ma avendo globalizzato la prassi, sicché siamo piuttosto a James Bond: guerra per bande in qualsivoglia territorio del mondo e con qualsiasi mezzo (pare che i satelliti possano aiutare molto). E sono certa che in questo clima, e con tutte le armi che circolano per gli Stati uniti, gli agenti della Cia troveranno non pochi collaboratori volontari. Anche qui il cinema aiuta, vedi Bowling a colombine .

Intendiamoci, l'idea di Bush non è nuova. Da sempre la vendetta individuale via agenti segreti è stata praticata al posto della pena legittima, anche se per fortuna le spedizioni sono raramente andate in porto (ma non so se questa sia una garanzia, perché dimostra anche l'imperizia e dunque la fallacia di questo braccio specializzato della polizia americana). Basti pensare che nel rapporto della commissione d'inchiesta finalmente incaricata dal Congresso, nel 1975, di verificare cosa avevano fatto gli agenti segreti con licenza - anche con il contributo di più esperti mafiosi di professione - si riferisce che Castro, decano della lista dei proscritti, si era purtroppo salvato dall'Operazione Mangusta che consisteva nientemeno che nell'introduzione di cera chimica nei suoi stivali al fine di farlo scivolare e battere mortalmente la testa.

L'Impero si è dunque conferito un altro attributo, questa volta quasi divino: il sovrano diritto di vita e di morte. E' un'estensione del concetto di guerra preventiva, che questa volta viene applicata agli individui, ivi compresi i propri cittadini ritenuti sospetti. Perché questa è la differenza rispetto al passato: la licenza d'uccidere è applicata a tutti. E i sospetti di essere infiltrati saranno in tanti.

Scusate se ricorro ancora al cinema: in uno dei celebri film dei tempo della guerra fredda, Alba rossa (i ragazzi che raccontano come gli Stati uniti furono fatalmente occupati dai sovietici), si dice, se non ricordo male: «Il fatto è che già da tempo erano penetrati nella nostra società, quinte colonne venute dal cielo». La caccia ora è aperta. E il più importante «effetto collaterale» diventa la morte della democrazia americana.

La guerra, dunque, all'alba del terzo millennio è stata non solo normalizzata (Repubblica relega la notizia in questione a pag. 8 e il Corriere idem, salvo un piccolo richiamo) ma anche riabilitata ed espansa fino a comprendere quella anticipata e a prevedere quella infinita. Lo stato di diritto, il diritto internazionale e le istituzioni preposte ad amministrarlo, sono stati dichiarati «esuberi».

Forse, tuttavia, ha ragione Raniero La Valle che ieri, parlando come giurato alla 31ma sessione del Tribunale permanente dei popoli che si è celebrata a Roma per giudicare delle nuove guerre in rapporto al diritto internazionale ha detto della guerra all'Iraq che rappresenta il rovesciamento della tradizione sacrificale: al posto del regicidio, atto simbolico che risparmiava il popolo condannato, si ammazza tutto il popolo per eliminarne il capo. Meglio allora la lista dei 24, se anche fosse eventualmente triplicata farebbe meno vittime.

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