In tempi di omologazione, Speculumlife di Oscar Marchisio (Pedragor) rappresenta una stranezza. L'intreccio dipana un enigma, e tuttavia il romanzo non è un giallo e neanche un noir. Lo scenario combina diverse quotidianità, ma per descriverle sceglie una cifra stilistica alta, densa di citazioni colte, con un'articolazione della frase che spesso rimanda al testo poetico. I piani temporali sono diversificati, con salti arditi dalla contemporaneità al Quattrocento, dai musulmani ai vichinghi, dai templari ai nazisti. Al centro del tessuto narrativo c'è una mappa da spiegare, che è poi, simbolicamente, la cartografia del romanzo medesimo. Il personaggio che conduce il gioco - anomalo esso stesso - è Alfredo, investigatore insolito, genovese e meditativo, affezionato ai piaceri dell'intelletto e del palato. Con un percorso erratico, il protagonista sfida il lettore, costringendolo a partecipare all'indagine, a usare le sue capacità di discernimento per cucire i pezzi di un puzzle intrigante e colto. Il primo problema che Speculumlife pone, dunque, è definitorio. E' un romanzo di genere, eppure è anche mainstream, c'è un discorso filosofico che trascolora in una trama poetica, c'è la ricostruzione di uno/più ambienti accanto alla definizione di un panorama immaginario i cui contorni si perdono in storie che non conosciamo bene, e che non si lasciano conoscere. E tuttavia, questo magma complesso e affascinante è percorso da fili rossi, che conferiscono unità al testo. L'acqua, simbolicamente, è un elemento unitario forte. Citazioni intermittenti percorrono il testo, che si apre su una Genova sotto la pioggia e si chiude nella stessa città, ancora umida di un temporale appena trascorso. La pioggia rimanda al mare, anch'esso molto presente nell'immaginario dell'autore, che traduce un orizzonte narrativo vasto e mutevole, raccontato attraverso una percezione sinestesica inesausta. La sinestesia è la cifra stilistica usata per articolare l'altro filo rosso del testo: il piacere del cibo. Gusto degli occhi e del palato, esso contiene tutta la sensualità di un atto d'amore. Fisicità e piacere dell'intelletto non si prestano a essere disgiunti ma si articolano a vicenda, completandosi.
La stessa curiosa combinazione riguarda altri due elementi forti del testo: una pulsione mistica e una passione tecnologia. Anche qui, è il percorso diacronico a mostrare la strada per la composizione di questi due elementi. Così spunti tecnologico contemporanei e fortemente ancorati ad ardite avventure informatiche rimandano alla radice antica dell'alchimia, che erode il confine tra scienza e immaginario, mostrando le congruenze tra i due campi e usandole per articolare una visione originale, mai ovvia.
Infine, il tempo, davvero l'elemento centrale di questo quadro: percorso mai lineare riferito attraverso una trama accidentata. Le glosse delle date che aprono ciascuna nicchia temporale forniscono una guida, ma invitano il lettore a creare autonomamente le connessioni, a cucire il quadro e a dipanare il mistero contro un orizzonte cronologico quanto mai vasto.