CULTURA

Nella piazza di Pieve Santo Stefano

BERETTA GIANNI,ITALIA/PIEVE S. STEFANO

«Ci sentiamo maggiorenni questa sera». Esordisce così con soddisfazione Saverio Tutino, fondatore dell'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, in occasione della XVIII edizione del Premio Pieve. L'Archivio conserva 4.294 diari, memorie, epistolari, che crescono al ritmo di 300 l'anno: 10 di essi vengono selezionati da una commissione di lettura per essere letti in piazza (ogni seconda domenica di settembre). A uno toccherà il «premio» della pubblicazione. Ma quella di domenica è stata un'edizione particolarmente significativa perché si è convertita, nel suo avvio, nella coda dell'oceanica manifestazione di piazza S. Giovanni del giorno prima. Era presente Nanni Moretti, con quattro nuovi diari in documentario, pescati dall'Archivio e realizzati dai giovani registi della Sacher; e che veniva insignito della cittadinanza onoraria di Pieve. C'era Vauro, che ha ricevuto il premio per il «diario del momento» per i suoi Appunti di guerra; pensieri e vignette di un mese sotto le bombe in Afghanistan (ed. Terre di Mezzo). C'era Gino Strada, col suo appello a «impiegare energie per trovare strategie alternative alle guerre». Non casualmente l'ottavo numero della rivista dell'Archivio, «Primapersona-percorsi autobiografici», è dedicato ai «cercatori di pace: gente che si ribella contro una guerra infinita». Le prime due memorie selezionate per il 2002 ruotavano proprio intorno al contesto della II guerra mondiale: Eravamo amici di Perlasca, dove Fiorenza di Franco racconta le vicissitudini sue e del padre, funzionario dell'ambasciata italiana in Ungheria, che finirà in un campo di concentramento con l'amico di famiglia Perlasca; e L'isola nuda di Sonia Colussi, che scrive di suo padre, affascinato dal comunismo sovietico e incarcerato dalla Jugoslavia di Tito nell'isola di Goli Otok. Sono seguiti due diari recenti di viaggio di due giovani: Canguri sdraiati morti di Ursula Galli e Lune nuove di Giovanni Terreni. Poi un toccante epistolario d'amore (duemila lettere fra il 1934 e il `45), Tu sei per me l'aria che respiro; l'autobiografia ottocentesca di Giambattista Prampolini, Contro i briganti, dopo l'Unità d'Italia, presentata dalla pronipote Paola; L'età adulta di Frida Giannotti; e Tutta la vita, da uno a novanta di Elvezia Marcucci. Infine la memoria selezionata per la pubblicazione: L'incidente di Andrea Moretti, di Anghiari, racconto di un «risveglio» dopo il coma.

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