Stavolta, i leader del Partito comunista cinese che, come ogni anno, si riuniscono in «villeggiatura» a Beidaihe - questa spiaggia a 280 chilometri da Pechino - hanno cose davvero importanti all'ordine del giorno. Che fine farà Jiang Zemin, la possibile attribuzione - sarebbe la seconda volta dopo quella di Mao - della carica di presidente del partito, i destini, nell'immediato, dell'eredità economica e politica della svolta capitalista di Deng Xiaoping che ha cambiato una parte importante della faccia della Cina, lasciando una eredità esplosiva di diseguaglianze, economiche e politiche. E' un vero e proprio «rito del luogo di villeggiatura», come è da noi per le aree termali, un rito che vede da molti anni riuniti a Beidaihe una specie di «vertice», diverso però dalla riunione classica dei vertici del Partito comunista cinese, che da sempre si svolge nelle località di montagna dello Shanghxi. Oggi, di fronte alle trasformazioni intense in atto in Cina degli usi e dei costumi, si va perdendo la memoria dei luoghi. Ora in Cina tutto è molto più simile all'Occidente ma, per tradizione, questi luoghi avevano una caratteristica strana, un po' anacronistica: erano infatti luoghi creati come luoghi di villeggiatura, di riposo, dai paesi che colonizzavano la Cina. In particolarmente Beidaihe era stata creata come luoghi di villeggiatura dai tedeschi. Con l'avvento della Cina popolare si sono trasformati in luoghi popolari di villeggiatura, a imitazione un po' di quel che avveniva in Unione sovietica, qui i vari sindacati, le associazioni, i gruppi di operai avevano installato le loro sedi estive per la villeggiatura, per il riposo dei lavoratori. E questo proprio nei posti dove prima c'erano non cinesi ma, in generale, gli stranieri soprattutto tedeschi. Contemporaneamente e in alcuni periodi questi erano anche i luoghi delle villeggiature privilegiate dei quadri, degli alti quadri, dei funzionari e anche del personale diplomatico straniero - a me era capitato di andarci accompagnando nel 1977 l'ambasciatore italiano.
Beidaihe sembrava come i nostri posti di mare dei primi del Novecento, di spiagge quasi deserte ma molto gradevoli, molto ben attrezzate, con poca gente, praticamente la popolazione locale cinese aveva ancora l'aspetto della popolazione povera. C'era una situazione che in qualche misura anche la Cina di oggi ha ereditato, quella del rapporto tra popolazione e dirigenza. Piuttosto paradossale, con l'eredità di certi riti del passato recente socialista, quando invece la situazione è adesso a dir poco completamente cambiata, come la natura stessa dei privilegi dei quadri che possono permettersi questa villeggiatura.
Dai «vertici di villeggiatura» di Beidaihe non è uscito granché di particolare. E' però stata la sede di un fatto storico importantissimo nel `59: il grande litigio-rottura fra Mao Tzetung e gran parte della dirigenza, e in particolare il duello tra Mao e Peng Dehuai, che finì sì con la vittoria parziale di Mao, però con l'abbandono da parte di Mao della presidenza della Repubblica, anche se per altro verso Peng Dehuai fu destituito dalla carica di ministro della difesa. Tutto avvenne a seguito del fallimento del Grande Balzo, e vedeva una maggioranza della dirigenza del partito ostile a Mao al quale venivano attribuiti propositi megalomani, e con un Mao che per difendersi, accusava la responsabilità collettiva del partito con le parole: «Voi sapete che io di economia non me ne intendo, e voi quando dicevo delle cose sbagliate dovevate dirlo». E' un episodio di grande lotta politica, sul quale adesso stanno anche studiando e scrivendo gli storici cinesi, ed è importante riprendere questa vicenda perché è un po' alle origini anche degli urti successivi che poi si sono prolungati fino alla rivoluzione culturale, e oltre.
Così i capi del Partito comunista cinese faranno il bagno. Non sarà certo paragonabile alla famosa nuotata di Mao del 1965, poco prima della Rivoluzione culturale. Quello fu un gesto altamente simbolico, e in un fiume, lo Yang Tzekiang, perché tutto sommato i cinesi il bagno lo fanno nel fiume, salvo i cinesi della Cina meridionale e costiera, che però sono un po' una Cina particolare: i cinesi del centro-nord non sono molto marinari. La mia esperienza di Beidaihe mi ricorda infatti tanta gente, lavoratori soprattutto, accolti nelle loro «sedi estive», che si riparavano sotto l'ombrellone, non prendevano il sole, consideravano piuttosto brutto abbronzarsi e cercavano di non farlo, avevano un'aria di gente molto poco marinara rispetto, ad esempio, a come siamo noi italiani quando andiamo al mare. Invece i cinesi usano correntemente fare il bagno nei fiumi, è gente di terra, almeno tre quarti della Cina lo è - tranne la parte marittima, sud-orientale.
Cosa verrà dunque a galla? Secondo me è una storia un po' nuova. Oggi siamo alla contesa delle cariche tra uomini che sono soprattutto manager ed economisti, nella tradizione invece i vecchi quadri comunisti erano molto bravi in altre cose, alcuni magari militarmente e politicamente, ma sul piano economico non erano questo granché, tant'è vero che l'economia veniva affidata saggiamente ad altri, al punto che quando l'hanno presa in mano i leader politici sono avvenute cose un po' sballate. Mentre adesso la situazione è nuova, salvo le gerarchie burocratiche che restano ereditando il peggio della vecchia tradizione. Nuova come la riattribuzione della carica di presidente del partito. Una carica che fu di Mao alla fine della Lunga Marcia (1935-36) e quindi per tutto il periodo della guerra contro i giapponesi occupanti. Mao è sempre stato per tutti «il presidente Mao», quella carica voleva richiamare il ruolo di presidente del partito.