Le attese extralibrarie intorno alla Fiera di Torino - che quest'anno ha diritto di chiamarsi «internazionale» e si svolgerà dal 16 al 20 maggio - erano di almeno due ordini: da un lato la polemica sul «presunto» (parola del direttore Ernesto Ferrero) conflitto fra Torino e Milano, rientrata del tutto con il ritorno di Mondadori, assente nella scorsa edizione, e con la presenza di uno stand della Regione Lombardia; dall'altro i timori per le ricadute della bagarre di Parigi con i suoi vari teatrini, che Picchioni ha subito confortato parlando di un «salone del dialogo e della comprensione». Il tema conduttore dell'edizione di quest'anno è il tempo, declinato nelle sue varie accezioni scientifiche, filosofiche, religiose e naturalmente letterarie, partendo dai mutamenti avvenuti nelle scienze dure fino ad a arrivare agli stili di vita quotidiani, il tutto sotto lo slogan «Ritrovare il tempo». L'accelerazione esasperata di consumi indotti artificialmente, quali feticci del modello di vita occidentale, la modernità come inquietudine e ipermovimento sconnesso, la brutale equazione tempo=denaro ci contrappongono ad altri modelli culturali. Anche l'11 settembre - che ricordiamo significativamente con una data, non con un luogo - è un momento-limite dal quale ripartire per un «ripensamento radicale» (come recita la cartella stampa del Salone) sul senso della Storia, sulla memoria, sulle idee-guida del nostro mondo. Anche se poi, curiosamente, chi dice che «un altro mondo è possibile» praticamente non compare nello sterminato programma della Fiera, che quest'anno tuttavia potrà contare su presenze straniere finalmente significative, a scongiurare - si spera - il solito cicaleccio massmediatico cui sembrerebbero alludere le presenze di Maurizio Costanzo e di Gianni Morandi.
A declinare i concetti di tempo ci penseranno fisici come Tullio Regge e John D. Barrow, biologi e filosofi, politologi come Samuel Huntington con il suo concetto ormai famoso di «scontro di civiltà»; o corrispondenti di guerra come Ettore Mo, Andrea Nicastro, Mimmo Càndito e Ennio Remondino. Riguardo alla memoria è certamente da segnalare l'incontro previsto sui rapporti fra Svizzera e nazismo, ai quali parteciperanno J. F Bergier e Gian Enrico Rusconi. I paesi ospiti d'onore sono due «piccole patrie» come la Svizzera e la Catalogna, crocevia e laboratori di alta cultura dell'Europa, a cui sono dedicati incontri e reading. Fra gli ospiti catalani ci saranno Joseph. M. Castellet, Joan Francesc Míra, Miquel de Palol; fra gli svizzeri Peter Stamm, Thomas Hürlimann, Adolf Muschg e Giorgio Orelli. Inoltre, saranno da ascoltare lo scrittore israeliano David Grossmann, lo svedese Bjorn Larrson, l'afghano Atiq Rahimi, lo spagnolo Javier Cercas e il regista-scrittore Carlos Saura.
In accordo al tema della Fiera è prevista anche una «banca del tempo per leggere», fondata sul proposito di regalare qualche ora leggendo ad alta voce libri in ospedali, carceri, fabbriche e scuole. Tra le novità interessanti, la massiccia presenza dell'editoria cattolica che, riunita sotto le ali dell'associazione S. Anselmo, occuperà uno dei più grandi stand della fiera; e la nascita dell'International Book Forum, la borsa del libro in cui si potranno incontrare faccia a faccia editori e agenti italiani e stranieri.