VISIONI

Una vita tutta di corsa a ritmo funk

CORZANI VALERIOROMA

Lenny Kravitz double face. Il corpo e l'anima di un musicista che gioca con i chiaroscuri della sua personalità e ci tiene evidentemente a presentarsi come un artista e un personaggio a tutto tondo. Prendere le distanze da se stesso non è però, del tutto facile. Prendere le distanze cioè dall'icona di una pop star che ha sempre rilanciato con grande abilità la patina di una teoria di dettagli (peraltro tutti sostanziali nel mondo del pop) legati al look, al gossip, alle mosse sul palco, alla scelta degli strumentisti, all'immagine sexy e glamour delle foto e dei videoclip. Kravitz, arrivato a Roma per una rispolveratina promozionale del suo ultimo album ideato e registrato tra le Bahamas e Miami, si è presentato alla stampa in completo di pelle nera sormontato da una vistosa pelliccia e da un corno di legno delle dimensioni di un machete.

Quale è il più grande sbaglio fatto, nel corso della sua parabola professionale...

Non vedo la mia vita in termini di errori e colpi riusciti bene. Non c'è un manuale per questo lavoro, né per la vita di ognuno di noi. Quello che fai, giusto o sbagliato che sia, diventa la tua esperienza, la tua storia, il tuo serbatoio di ricordi. Gli sbagli servono, se non altro, a non ripeterli di nuovo e per questo diventano dei non-sbagli, dei non-errori.

Qualcuno ha azzardato dei paragoni con tra il suo lavoro e quello di Prince. Quanto c'è di vero secondo lei?

Mi hanno paragonato ad una lista considerevole di artisti. In realtà per quanto riguarda Prince, penso che l'unica cosa che davvero ci accomuna sia il fatto che entrambi suoniamo una quantità di strumenti musicali e che in studio tendiamo a fare quasi tutto da soli. Dopodichè, lui ha in qualche modo cambiato il corso della musica funk e pop ed è un artista che stimo.

A proposito di funk, è vero che il prossimo album in cantiere sarà un album totalmente funk?

Verissimo. E un album che è pronto da tempo, molto nero, molto scarno, pieno di groove cattivo. Oramai lo chiamiamo «The funk album» e non è detto che alla fine non lo titolerò proprio così.

A parte il suonare, qual è la cosa più funk che ha fatto nella sua vita?

Ogni cosa che faccio è funk. Proprio perché funk è un modo di vivere non un'etichetta artificiosa. Il mio stile è funk come il mio abbigliamento, come il mio modo di mangiare...è uno stile che arriva tutto dalle radici del mio popolo, da quelle africane voglio dire...

In che tipo di ambiente è cresciuto?

Un ambiente molto vivo sia da parte di madre che da parte di padre. In casa mia sono passati Miles Davis e Sarah Vaughan, mentre ho ascoltato James Brown e Sly Stone fin da piccolo...ma anche la lirica, il cinema, poesia, la pittura venivano mescolate agli altri ingradienti della «pappetta» quotidiana...

Com'è cambiata la sua vita da quando le è stata affidata sua figlia?

Ho dovuto rinunciare alla mia esistenza da zingaro: mi sono registrato un po', mi sono dato un ordine e una serie di piccole discipline. In cambio mi è arrivata forza, radicamento, amore, entusiasmo...

Cosa pensa dell'esplosione del cosiddetto nu soul?

Penso che il temine «nu» sia stato usato in maniera un po' troppo affrettata. Se per «nu» si intende nuova generazione dal punto dio vista anagrafico allora ok...se invece ci si riferisce a rivoluzioni musicali, andrei molto più cauto. Erykah Badu, Jill Scott, Angie Stone, Alicia Keys non sono così lontane da Aretha Franklin, Dionne Warwick, Etta James o Roberta Flack.

A che punto è il suo progetto su un film autobiografico?

Per il momento è fermo, perhè sono stato totalmente preso dalla produzione e dalla promozione di "Lenny", ma ho già scritto la sceneggiatura e ho in mente come dovrebbe essere. Non è esattamente una storia autobiografica e poiché si tratta della storia di un ebreo afro-americano l'ideale sarebbe venisse affidato ad un regista che avvesse insieme le caratteristiche di Spike Lee e quelle di Woody Allen, ma con i registi, come per i musicisti, non funziona esattamente così e non li trovi con le sfumature stilistiche tagliate con l'accetta...Come protagonista femminile comunque, non ho dubbi, l'ideale sarebbe Angelina Jolie, che è bianca ma vive, ragiona e sente come una nera.

Che rapporto ha con la spiritualità?

La religione è importante per farti capire il tuo limite e rimetterti nella giusta posizione nel mondo. E' un aspetto della vita che migliora la tua qualità in quanto persona. Entra in ogni aspetto della tua vita, non c'è bisogno di connetterlo a niente perché è gia dentro ogni cosa.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it