I Mondiali in prima fila

GIULIA SBARIGIA - ROMA

I Mondiali in prima fila
La Rai ha concluso l'accordo per i mondiali di calcio 2002. Nella trattativa per i diritti televisivi e radiofonici sono incluse tutte le partite dell'anno prossimo e le 25 migliori dell'edizione 2006. Al gruppo Kirch andranno 299 miliardi di lire
GIULIA SBARIGIA - ROMA

Il cavallo della Rai è imbizzarrito, tutta l'Italia pallonara lo asseconda: si festeggia l'accordo raggiunto per i diritti televisivi dei mondiali del 2002. Un'operazione da 299 miliardi che garantisce la diretta tv, le telecronache radiofoniche e gli highlights di tutta la manifestazione in Giappone e Corea del Sud, ma che si allunga fino al 2006 assicurandosi nel pacchetto complessivo anche le 25 migliori partite (valutate secondo criteri tecnici, ma anche di messa in onda utile per far impennare lo share) del mondiale in Germania. Gli accordi sottoscritti dalla Rai, tramite la consociata Rai Trade, con il magnate Leo Kirch prevedono anche un'opzione di 170 miliardi, con scadenza nel 2004, per l'acquisizione in esclusiva dei restanti match del 2006.
Nel comunicato diffuso si fa presente che i due mondiali hanno costi differenziati, perché il fuso orario è un elemento non trascurabile. La nazionale azzurra poi dovrà mettersi di impegno. La Rai e Kirch sono infatti legati anche da un premio condivisione rischio, nel caso l'Italia conquisti quarti, semifinali e finali, per un importo massimo di 14 miliardi.Questo è dato sapere, il resto è protetto da segreto, secondo contratto. Trapela appena che nella trattativa è stata prevista la sublicenza, ma con limitazioni, per subappaltare le trasmissioni a concorrenti interessati, un po' come per la Coppa Italia, acquistata dalla Rai e ceduta poi all'agonizzante La7. Tra le nazioni europee calcisticamente blasonate l'Italia è stata l'ultima a patteggiare con il bulimico Kirch, ma i mondiali di calcio, si sa, sono sacrosanti. E anche il presidente dell'azienda di viale Mazzini, Roberto Zaccaria, non può fare a meno di commentare l'avvenuta acquisizione con una frase biblica: "gli ultimi saranno i primi", sorride e mostra la cravatta portafortuna decorata minutamente con palloni ricamati. Gongola soddisfatto: "la Rai è l'unica televisione pubblica in Europa ad avere il 100% dei diritti", le altre emittenti di stato, di fronte alle richieste esagerate del colosso tedesco, sono dovute scendere a patti con le private, o addirittura, come in Germania, cedere del tutto alla concorrenza. La Svizzera poi ha abbandonato l'impresa su tutti i fronti, non sarà ai mondiali e non trasmetterà neanche una partita. I cantoni possono solo contare su una nutrita costellazione di satelliti.
Dopo due anni di contrattazioni che hanno trattenuto il cuore in gola all'ormai mitico abbonato, la svolta è stata il miraggio di introiti pubblicitari sostanziosi, che per la crisi latitano pure sotto Natale. Sulla mancata fusione tra Stream e Tele+, che unite sembravano i potenziali partner della Rai nell'acquisto, Zaccaria non è disposto a dilungarsi, è il momento del trionfo per lui e tutto l'unanime consiglio d'amministrazione, gli altri restino a guardare, almeno al mattino (le partite saranno trasmesse alle 8.30, alle 11 e quando va bene alle 13.30). Per Mediaset, di cui si era ventilata una partecipazione nella spesa, non ci sono che condoglianze.
E c'è anche un colpetto al governo di centro-destra che ha bloccato la vendita degli impianti tecnici al gruppo americano Crown Castle, privando così l'azienda pubblica di ingenti risorse economiche, già preventivate e messe in bilancio. Comunque tutta acqua passata, la gestione Zaccaria, in carica fino a febbraio, porta a casa anche i mondiali di calcio e sfoggia sorrisi a trentadue denti.
Solo pensare che ci saremmo potuti privare dei sussulti modulati di Bruno Pizzul, che da più di ventanni celebra le gesta degli azzurri sarebbe stato imperdonabile. La Fifa certo regola i rapporti tra calcio e etere garantendo l'innagurazione, la finale e tutte le partite della propria nazionale in tv, ma rinunciare alla sua voce in caccia della pronuncia perfetta magari sul commento di Cina-Corea (il 4 giugno), sarebbe stato un colpo troppo duro per chiunque. Perdere match pregni di valore storico come Francia-Senegal, Francia-Inghilterra, Giappone-Russia, un peccato davvero, fantacalcio a parte. Tutto, ma il mondiale no, è dall'edizione Svizzera del 1954 che non se ne può fare a meno. In Brasile una partita dei verde-oro per la tormentata qualificazione è stato l'unico evento capace di far slittare la messa in onda della telenovela più seguita di tutto il paese. In Italia persino un torneo di biliardino sarebbe meglio del nostro programma di punta. Pensare a un palinsesto che almeno dal 31 maggio al 30 giugno ci riempie gli occhi, fa bene al morale.

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