I Mondiali
in prima fila
I
La Rai ha concluso l'accordo per i mondiali di calcio
2002. Nella trattativa per i diritti televisivi
e radiofonici sono incluse tutte le partite dell'anno prossimo e
le 25 migliori dell'edizione 2006.
Al gruppo Kirch andranno 299 miliardi di lire
GIULIA SBARIGIA -
ROMA
Nel comunicato diffuso si fa presente che i due mondiali hanno
costi differenziati, perché il fuso orario è un elemento non
trascurabile. La nazionale azzurra poi dovrà mettersi di impegno.
La Rai e Kirch sono infatti legati anche da un premio
condivisione rischio, nel caso l'Italia conquisti quarti,
semifinali e finali, per un importo massimo di 14 miliardi.Questo
è dato sapere, il resto è protetto da segreto, secondo contratto.
Trapela appena che nella trattativa è stata prevista la
sublicenza, ma con limitazioni, per subappaltare le trasmissioni
a concorrenti interessati, un po' come per la Coppa Italia,
acquistata dalla Rai e ceduta poi all'agonizzante La7. Tra le
nazioni europee calcisticamente blasonate l'Italia è stata
l'ultima a patteggiare con il bulimico Kirch, ma i mondiali di
calcio, si sa, sono sacrosanti. E anche il presidente
dell'azienda di viale Mazzini, Roberto Zaccaria, non può fare a
meno di commentare l'avvenuta acquisizione con una frase biblica:
"gli ultimi saranno i primi", sorride e mostra la cravatta
portafortuna decorata minutamente con palloni ricamati. Gongola
soddisfatto: "la Rai è l'unica televisione pubblica in Europa ad
avere il 100% dei diritti", le altre emittenti di stato, di
fronte alle richieste esagerate del colosso tedesco, sono dovute
scendere a patti con le private, o addirittura, come in Germania,
cedere del tutto alla concorrenza. La Svizzera poi ha abbandonato
l'impresa su tutti i fronti, non sarà ai mondiali e non
trasmetterà neanche una partita. I cantoni possono solo contare
su una nutrita costellazione di satelliti.
Dopo due anni di contrattazioni che hanno trattenuto il cuore in
gola all'ormai mitico abbonato, la svolta è stata il
miraggio di introiti pubblicitari sostanziosi, che per la crisi
latitano pure sotto Natale. Sulla mancata fusione tra Stream e
Tele+, che unite sembravano i potenziali partner della Rai
nell'acquisto, Zaccaria non è disposto a dilungarsi, è il momento
del trionfo per lui e tutto l'unanime consiglio
d'amministrazione, gli altri restino a guardare, almeno al
mattino (le partite saranno trasmesse alle 8.30, alle 11 e quando
va bene alle 13.30). Per Mediaset, di cui si era ventilata una
partecipazione nella spesa, non ci sono che condoglianze.
E c'è anche un colpetto al governo di centro-destra che ha
bloccato la vendita degli impianti tecnici al gruppo americano
Crown Castle, privando così l'azienda pubblica di ingenti risorse
economiche, già preventivate e messe in bilancio. Comunque tutta
acqua passata, la gestione Zaccaria, in carica fino a febbraio,
porta a casa anche i mondiali di calcio e sfoggia sorrisi a
trentadue denti.
Solo pensare che ci saremmo potuti privare dei sussulti modulati
di Bruno Pizzul, che da più di ventanni celebra le gesta degli
azzurri sarebbe stato imperdonabile. La Fifa certo regola i
rapporti tra calcio e etere garantendo l'innagurazione, la finale
e tutte le partite della propria nazionale in tv, ma rinunciare
alla sua voce in caccia della pronuncia perfetta magari sul
commento di Cina-Corea (il 4 giugno), sarebbe stato un colpo
troppo duro per chiunque. Perdere match pregni di valore storico
come Francia-Senegal, Francia-Inghilterra, Giappone-Russia, un
peccato davvero, fantacalcio a parte. Tutto, ma il mondiale no, è
dall'edizione Svizzera del 1954 che non se ne può fare a meno. In
Brasile una partita dei verde-oro per la tormentata
qualificazione è stato l'unico evento capace di far slittare la
messa in onda della telenovela più seguita di tutto il paese. In
Italia persino un torneo di biliardino sarebbe meglio del nostro
programma di punta. Pensare a un palinsesto che almeno dal 31
maggio al 30 giugno ci riempie gli occhi, fa bene al morale.