Così parlò il mullah Omar

PIERGIORGIO PESCALI - KANDAHAR

Così parlò il mullah Omar
Del mullah Omar non c'è traccia. La Bbc sostiene che non è mai stato intervistato dai media occidentali. Ma nell'agosto scorso, alla vigilia dell'attacco terroristico contro l'America, il manifesto riuscì a intervistare il leader spirituale dei taleban, e proprio a casa sua. Dopo molte insistenze, e dopo che Pescali riuscì a entrare in Afghanistan insieme a un convoglio di aiuti umanitari. Nell'intervista, pubblicata il 22 agosto scorso, Omar annuncia quel che da lì a poco sarebbe accaduto: la jihad, la guerra santa. Per questo motivo ve la riproponiamo PIERGIORGIO PESCALI - KANDAHAR

La lussuosa villa di Mullah Omar, il leader indiscusso dei Taleban investito del titolo di amir-ul-momineen - comandante della fede - sorge a Kandahar, nel sud dell'Afghanistan.
Giovane, Omar è uno dei personaggi più misteriosi dell'Afghanistan insieme a suo cognato, Osama bin Laden, la primula rossa del terrorismo internazionale che gli americani vorrebbero ma che i Taleban proteggono. Omar è per i suoi oppositori un pupazzo nelle mani dei servizi segreti pakistani, per i suoi sostenitori un eroe della guerra anti-sovietica. Il suo unico occhio, le quattro ferite in diverse parti del corpo ne sono la migliore testimonianza.
Durante l'intervista la sua voce resta pacata, le parole misurate. Il governo Taleban di Kabul è riconosciuto solo da tre stati: Arabia saudita, Emirati arabi uniti e Pakistan.

Come spiega questo isolamento politico?

Ciò che a noi importa è seguire la parola di Allah e modellare il nostro stato in una società islamica.

L'opposizione afferma che senza l'appoggio militare e finanziario del Pakistan, voi "studenti di teologia" non sareste mai nati e non resistereste un minuto. Non le chiedo se questa affermazione sia vera o no perché penso che la risposta sarebbe scontata, ma le chiedo: quanto conta il Pakistan per voi?

Le rispondo comunque: vero, senza il Pakistan noi non esisteremmo. Ma neppure Rabbani, Massud, Ismail Khan esisterebbero. Sono loro che debbono ringraziare il Pakistan se i russi se ne sono andati dall'Afghanistan. Cosa sarebbe Rabbani se non avesse avuto l'appoggio del Pakistan? Abbiamo combattuto assieme il diavolo comunista e l'abbiamo vinto. Poi loro si sono ubriacati di potere e hanno portato solo morte e distruzione per quattro anni in Afghanistan. Noi, i Taleban, ispirati dalla parola di Allah, abbiamo riportato la pace e la stabilità nel paese.

Le concedo che in gran parte dell'Afghanistan, almeno nelle regioni meridionali, oggi ci sono una pace ed un benessere relativi, ma non mi ha risposto alla domanda su quanto conta il Pakistan per voi...

Il Pakistan è un paese fratello che vuole aiutare l'Afghanistan a ritrovare la pace nella fede di Allah.

La grande maggioranza delle vostre decisioni sono state aspramente criticate dalla comunità internazionale. Lei può spiegare che la distruzione dei Buddha sia stata dettata dal tentativo dell'Unesco e di una commissione europea di offrire milioni di dollari per salvare delle statue mentre attorno ad esse milioni di contadini lottano per la sopravvivenza; può sostenere che l'imposizione del burqa sia, di fatto, coercitiva solo per le donne di Kabul e può giustificare la censura televisiva col fatto che la vostra è una società tradizionalista. Ma non crede che tutto questo danneggi la vostra posizione agli occhi del mondo esterno proprio nel momento in cui avete maggiormente bisogno del suo sostegno?

Noi abbiamo i nostri principi e intendiamo rispettarli. Se questo è un peccato agli occhi del mondo, ebbene, siamo pronti a subirne le conseguenze qui in terra per raccogliere i frutti nel paradiso di Allah. Voi occidentali ci considerate pazzi, lo sappiamo bene, ma noi seguiamo solo ciò che dice il Corano. Noi consideriamo decadente il vostro sistema di vita, eppure non interferiamo sulle vostre decisioni.

Solo perché non ne avete la possibilità...

Probabilmente ha ragione.

Nel mondo condividete la fede con un miliardo di musulmani, eppure solo tre stati, per un totale di 140-150 milioni di islamici, riconoscono il vostro governo. Le chiedo: gli altri 800-900 milioni di musulmani sono tutti dei corrotti?

Lei mischia la fede con il governo di pochi uomini. Non tiene conto degli interessi economici, delle strategie geografiche, delle alleanze militari e politiche.

Un altro punto a vostro sfavore è l'ospitalità che concedete a Osama bin Laden.

Osama è già stato processato da una corte islamica che non ha trovato alcuna prova a suo carico. Nel caso trovassimo prove convincenti che lo condannino, siamo pronti a consegnare Osama bin Laden ad un tribunale che comprenda membri graditi anche all'Occidente.

Perché non accettate di formare un governo di coalizione con l'Alleanza settentrionale di Massud e Rabbani?

Non è vero che non accettiamo. Vogliamo solo sapere quali sono le loro condizioni e su quali parametri si basa la discussione. A queste semplici domande Massud e Rabbani non hanno mai risposto.

E' consapevole del fatto che nel mondo siete conosciuti più per le vostre leggi contro le donne che per la vostra reale politica interna?

Non abbiamo mai emanato leggi contro le donne.

No? E il divieto di lavorare, di studiare, di circolare liberamente per le strade: come le chiama queste?

Tradizioni. Deve capire che l'Afghanistan è un paese che cammina molto lentamente. Cambiare radicalmente le tradizioni significa sconvolgere completamente la società e perderne il controllo.

Quindi non esiste libertà di scelta per la donna afghana. Volente o nolente deve rimanere dietro quel burqa che la estranea dalla società?

Vede, voi siete abituati ad utilizzare le donne come bei fronzoli che allietano la vostra vita. Per noi invece la donna deve essere parte integrante della società e cuore della famiglia. Inoltre non è vero che la donna afghana è emarginata: chieda allo Swedish Committee for Afghanistan qual è la percentuale di donne che frequenta le scuole nel nostro paese. Non voglio dirglielo io, lo chieda agli svedesi. Vada all'università di Kabul. In alcune facoltà, come quella di medicina, la percentuale di donne iscritte supera quella dei maschi.

In conclusione, quale soluzione vede per l'Afghanistan?

Jihad.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it