"Bombardamenti su Tora Bora, strage di civili"
Storie strazianti. Famiglie dilaniate. Conseguenze
indicibili su una popolazione civile armata solo di
vulnerabilità. "Un bambino di sei anni ha perso un occhio e gli
verranno amputate le braccia e una gamba. Una famiglia intera è
stata investita dalle bombe: il padre è morto, la madre è in
gravi condizioni e i 4 figli hanno riportato numerose ferite":
Nicky Smith, coordinatrice del programma di Medici Senza
Frontiere (Msf) a Jalalabad, è sconvolta mentre al telefono
racconta gli orrori di cui è stata diretta testimone in queste
ore. Dal primo dicembre, gli operatori di Msf hanno trasportato
con ambulanze e mezzi di fortuna 85 morti, tra cui molte donne e
bambini, tutti vittime degli intensi e indiscriminati
bombardamenti su Tora Bora. "Le vittime non vengono solo da Tora
Bora, ma anche dai villaggi vicini di Pachir, Wazir, Agam. La
popolazione del campo profughi di Hesarshari, vicino Jalalabad,
che accoglieva 500 famiglie il primo dicembre è passata ad
accogliere 2.000 famiglie registrate in tre giorni", ha
proseguito.
Medici Senza Frontiere accusa: "Abbiamo raccolto 85 corpi
straziati. Sono questi i terroristi?"
NICOLETTA DENTICO *
Più di 50 i feriti causati dagli stessi bombardamenti, che Msf ha
portato nelle varie strutture ospedaliere della città, in una
lotta contro il tempo. Sotto i lanci dei B52. Appena iniziati i
bombardamenti, alle prime notizie di vittime civili, abbiamo
organizzato un servizio di ambulanza con tre macchine. Una
carneficina: il primo giorno abbiamo trasportato 72 cadaveri e 15
feriti, il secondo 8 morti e 18 feriti, il terzo altri 5 morti e
17 feriti.
In condizioni di sicurezza estremamente precarie - circolano voci
di gravi episodi di intolleranza dovuti all'incancrenirsi di
sentimenti antioccidentali - stiamo continuando il servizio
d'ambulanza e il lavoro nell'ospedale distrettuale di Koghiani,
molto vicino alla zona colpita dai bombardamenti. In queste ore
lavora a pieno ritmo grazie anche al rifornimento di materiale
medico-sanitario che ha ricevuto da Msf: medicinali, ed in
particolare strumenti per interventi chirurgici. Per affrontare
l'emergenza abbiamo in poche ore attrezzato la struttura
ospedaliera per aumentare la capacità d'accoglienza dei suoi
reparti. Infaticabile il lavoro del nostro personale afghano, che
dall'inizio di questa crisi non si è mai smentito un attimo,
arrivando anche dove noi non possiamo, per ragioni di sicurezza,
inerpicandosi tra le zone incendiate, nei boschi vicino a Tora
Bora, a causa dei bombardamenti.
Questi ultimi agghiaccianti avvenimenti sollevano brucianti
domande umanitarie. Domande giuridiche, anzi. Esse riguardano
innanzitutto il principio della proporzionalità, a fondamento del
diritto umanitario - perché forse non tutti sanno che anche la
guerra ha le sue leggi e limiti. Qualunque azione militare
dev'essere misurata sulla base delle proprie potenziali
conseguenze sui civili. Quale legittimità può avere un intervento
di questa natura, intrapreso nel nome della civiltà e del
rispetto dei diritti umani? Di quale terrorismo stiamo parlando?
La stremata popolazione civile afghana, con la quale lavoriamo
ormai da più di venti anni, non può permettersi di pagare il
prezzo più elevato di questa guerra terrorizzante .
Nicoletta Dentico è Direttore esecutivo di Medici Senza
Frontiere