Mujaheddin, le divisioni alleate

PIERGIORGIO PESCALI

EFFETTO GUERRA
Mujaheddin, le divisioni alleate
PIERGIORGIO PESCALI


A meno di una settimana dalla presa di Kabul, l'Alleanza del Nord mostra il suo vero volto tribale, smentendo spudoratamente tutti coloro - Rabbani, Dostum, Massud, Ismail Khan - che da anni giuravano sulla perfetta intesa militare e politica delle diverse forze in campo.

Rabbani contro l'ex re

Mentre l'inviato speciale dell'Onu, Francesc Vendrell, a proposito dell'arrivo di Burhanuddin Rabbani a Kabul ha sibillinamente affermato che il leader dell'Alleanza del Nord "ha il diritto di autoproclamarsi Presidente dello Stato Islamico dell'Afghanistan (...) ma sta alla comunità internazionale riconoscere ogni nuovo governo installato in Afghanistan", all'interno del movimento anti-Taleban si sta assistendo ad un vero e proprio scontro aperto tra il ministro degli esteri, Abdullah Abdullah e il ministro degli Interni, Yunas Qanooni. Il primo ripete che l'unico governo legittimo è quello di Rabbani e che la formazione della Loya Jirga, come proposto dall'ex re Zahir Shah ed appoggiata dalla Nazioni unite, non farebbe altro che aumentare la confusione. Il secondo, oltre che ad appoggiare il piano dell'ex re, accusa il collega di aver tentato di screditarlo di fronte alla comunità internazionale, dando ordine alle truppe dell'Alleanza del Nord di entrare a Kabul poche ore dopo che, alla Tv Iraniana, Qanooni stesso aveva assicurato che nessun soldato dell'Alleanza del Nord avrebbe avanzato verso la città.

Hazara sciiti contro tagiki e uzbeki

Intanto l'euforia della vittoria sta lasciando il passo alle prime preoccupazioni: da ovest migliaia di hazara di religione sciita, che pur fanno parte dello schieramento dell'Alleanza del Nord, stanno marciando su Kabul per prendere il controllo dei quartieri periferici di Jalres e Syakhak, dove sono concentrate le popolazioni hazara. Temono che i soldati tagiki e uzbeki ricomincino a compiere i massacri etnici perpetrati tra il 92 e il 96. Musa Arifi, rappresentante a Peshawar del Hezb-i-Wahdat, il maggior partito hazara, ha detto che "esiste un grave problema tra i gruppi etnici afghani. Purtroppo non è stato ancora risolto". La marcia degli hazara evidenzia il sospetto reciproco che divide le etnie della stessa Alleanza. E' questa sfiducia che ha fatto affermare venerdì a Abdul Karim Khalili, leader degli sciiti afghani, di sperare che nel futuro solo i soldati delle nazioni unite saranno armati. Il problema etnico si ripropone oggi con più profondità perché fino ad ora l'Alleanza del Nord ha liberato le aree abitate da gruppi di cui essa stessa era formata. Ora che si tratta di liberare aree pashtun, comincia ad incontrare grosse difficoltà. Nella stessa Kabul ci si chiede fino a che punto la popolazione pashtun accetterà la sottomissione politica e armata dei tagiki. Le vecchie alleanze si rompono. Il generale uzbeko Abdul Rashid Dostum che sabato notte ha liberato Mazar-i-Sharif e subito dopo ha proseguito per Shibergan, per unirsi alle forze di Ismail Khan, un tempo odiato nemico, stanno litigando (per ora solo a parole) su chi deve controllare la città di Herat.

Pashtun filo-Iran contro tribù pashtun

Per conquistare prestigio e peso politico, Ismail Khan venerdì ha fatto sapere di essere in procinto di passare con le sue truppe il Deserto della Morte, l'altipiano che separa Herat da Kandahar per conquistare la città del Mullah Omar. Mossa, questa, che ha indotto un centinaio di leader pashtun, guidati da Abdul Khaliq e fedeli all'ex re Zahir Shah, a mandare un ultimatum al Mullah Omar, chiedendo di lasciare la città senza combattimenti in cambio di un corridoio sicuro per fuggire. Al tempo stesso il Mullah Malung, uno dei sei comandanti militari pashtun che combattono le forze Taleban, ha avvisato i mujaheddin dell'Alleanza del Nord di stare lontano da Kandahar. "Non li lasceremo mai venire a Kandahar. Se tenteranno di entrare in città, faranno un grosso errore"., ha ha seccamente ammonito.
Sullo stesso fronte, il rappresentante delle tribù pashtun, Haji Zaman, ha detto che la sua etnia non accetterà mai un governo afgano che la escluda. "Siamo felici che i Taleban siano stati sconfitti, ma al tempo stesso non abbiamo gradito che Kabul, città pashtun, sia caduta nelle mani dell'Alleanza del Nord. Questo potrebbe portare ad una nuova guerra civile". Tutto questo fa affermare ai Taleban che l'Afghanistan sta velocemente andando verso una nuova era di anarchia. E questa volta, non gli si può davvero dare torto.

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