"Libertà duratura" perde sostenitori

CAMILLA LAI

"Libertà duratura" perde sostenitori
Diminuiscono i paesi favorevoli alla guerra: 30 su 33 preferirebbero l'estradizione di bin Laden. Lo rivela un sondaggio Gallup
CAMILLA LAI


Aquasi due settimane dall'inizio dei bombardamenti sull'Afghanistan è in calo nel mondo il sostegno - tanto sfoggiato dal presidente George W. Bush - per la crociata Usa al fine di stanare Osama bin Laden. Secondo l'ultimo sondaggio di Gallup International sul terrorismo, 30 paesi su 33 preferiscono all'attacco armato l'estradizione di bin Laden, a cui far seguire il dovuto processo per vie legali, quindi secondo il diritto internazionale. Solo gli americani, gli indiani e gli israeliani continuano a sostenere in maggioranza l'operazione militare in Afghanistan. Cosa che, quantomeno, solleva dubbi quanto alla possibilità che "libertà duratura" possa davvero andare avanti per due anni.
I dati emersi dall'inchiesta Gallup sono rilevanti, soprattutto visto che per settimane i circuiti mediatici - statunitensi ma non solo - hanno invece sostenuto il pieno appoggio di gran parte del mondo alla campagna globale (leggi Usa) contro il terrorismo. Inchieste della settimana scorsa del Times e del settimanale Newsweek rivelavano che l'80 per cento degli americani appoggiava a pieno la campagna militare Usa e l'81 % era addirittura favorevole a estendere l'attacco all'Iraq di Saddam Hussein. Forse sono stati i missili poco intelligenti che hanno colpito prima l'agenzia Onu per lo sminamento, poi il villaggio di Khorum, e infine la Croce rossa a far cambiare così rapidamente opinione alla gente. Fatto sta che l'ultimo sondaggio Gallup, condotto su un campione di 33 paesi - di cui 11 nell'Europa occidentale, 9 in quella orientale, 7 in America latina e anche in Israele, Sud Africa, Corea, Usa, India e Pakistan - rivela un brusco cambiamento di opinione. Non solo è infatti meglio l'estradizione, ma secondo tutti gli intervistati il governo americano dovrebbe colpire solo obiettivi militari, e non civili. E solo la Corea, Israele e la Repubblica Ceca - oltre ovviamente ai paesi Nato, ormai incastrati dall'articolo V dello statuto - si unirebbero all'operazione Usa. In testa la Danimarca, con l'80 per cento di sostegno a partecipare attivamente, il Lussemburgo (74%), la Francia (73%) e il Portogallo (70%). Contrari l'Austria (82%), la Finlandia (83%) e la Grecia (60%). L'Italia continua a voler essere chiamata in causa a tutti i costi: è a favore di un'attiva partecipazione alla campagna militare in Afghanistan il 66% degli italiani, contro solo il 26%. La poco interpellata America Latina, che finora era sembrata indifferente agli eventi che negli ultimi mesi hanno scosso il mondo, ha finalmente preso posizione: ad assoluta maggioranza contro gli Usa.
Il dato più interessante - e preoccupante - riguarda il Pakistan. Solo tre giorni fa Gallup sosteneva che il 51% dei pakistani era favorevole alla svolta filo-occidentale di Musharraf. Ma ora l'opinione pubblica pakistana rischia di rivoltarsi contro il suo stesso presidente: solo il 9% approva l'azione militare, solo il 2% ritiene che si possano colpire anche obiettivi civili e il 62% ritiene che il Pakistan non dovrebbe partecipare alla campagna militare, nemmeno fornendo basi logistiche agli Usa.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it