La carriera di Osama bin Laden

PIERGIORGIO PESCALI

La carriera di Osama bin Laden
Da pedina della Cia e del Pakistan, alla guerra santa contro l'Occidente
PIERGIORGIO PESCALI


Osama bin Laden, il principale indiziato per gli attentati dell'11 settembre contro gli Stati Uniti, aveva finora negato ogni responsabilità in una dichiarazione di 24 giorni fa al giornale pakistano Dharb-i-Mumin, vicino ai Taleban.
Osama bin Laden è nato nel 1957 in Arabia Saudita. La sua carriera militare inizia nel 1979, quando aderisce al movimento dei mujaheddin afghani contro l'Armata Rossa. Con l'aiuto degli Stati Uniti, della Cia e del Pakistan, costituisce una formazione militare composta esclusivamente da arabi che lottano in nome della jihad. E' il primo nucleo di quella che, anni dopo, diventerà il gruppo noto come al-Qa'ida, la Base, responsabile secondo Washington degli attentati a obiettivi militari e diplomatici in Africa e Medio Oriente. Dopo una serie di successi militari contro i sovietici, Osama bin Laden torna in Arabia Saudita, dove inizia a denunciare la corruzione politica, finanziaria e religiosa della cara reale. La definitiva rottura con il mondo occidentale e con il regime di re Fahd, avviene nel 1990, quando Riyad acconsente alle truppe alleate di stanziarsi in Arabia Saudita per lanciare i loro attacchi contro l'Iraq. Non che bin Laden appoggiasse Saddam Hussein, che, anzi, annovera come uno dei suoi nemici, ma il dispiegamento di una forza militare straniera in territorio islamico per attaccare altre popolazioni musulmane, e la permaneza di migliaia di americani in Arabia saudita - terra "sacra" dell'Islam - viene vista come un tradimento religioso imperdonabile.
Così, nel 1991, è costretto a fuggire in Sudan assieme ad un gruppo di fedelissimi reduci dalla guerra in Afghanistan, i cosiddetti "Arabi Afghani" presenti poi in altri scenari come i Balcani. In Sudan riorganizza il suo impero economico, commercia con paesi europei, tra cui l'Italia. Per la sua inflessibile denuncia alla famiglia reale saudita perde il passaporto e nel maggio 1996, dopo essere stato il principale artefice finanziario della vittoria Taleban, si trasferisce in Afghanistan da dove lancia la sua fatwa antiamericana. Oggi bin Laden "vive" nei pressi di Kandahar, nel sud del paese, protetto dal Mullah Omar, il capo dei Taleban. In Afghanistan Osama gestisce diversi campi di addestramento interdetti perfino ai Taleban in cui vengono istruiti elementi destinati chi a combattere contro l'opposizione afghana di Massud, chi a esportare la jihad nel mondo. Da questi veri e propri stati nello stato sarebbero stati organizzati i più spettacolari attacchi contro basi militari e diplomatiche americane: le esplosioni alle ambasciate Usa di Kenia e Tanzania nel 1998, che causarono 224 morti e quello più recente del 12 ottobre 2000 contro la nave da guerra Cole nello Yemen. Nonostante l'Fbi abbia posto sulla testa di bin Laden una taglia di 5 milioni di dollari e il Pentagono abbia condotto diversi raid aerei in territorio afghano, Osama rimane una primula rossa. Fino ad oggi le pressioni sul governo di Kabul per consegnare il miliardario saudita agli USA, sono cadute nel vuoto: "Osama è già stato processato da una corte islamica che non ha trovato alcuna prova a suo carico. Nel caso trovassimo prove convincenti che lo condannino, siamo pronti a consegnare Osama bin Laden ad un tribunale che comprenda membri graditi anche all'Occidente", chi ha detto il Mullah Omar in un'intervista esclusiva rilasciata a Kandahar in luglio e pubblicata da il manifesto.

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