In Rete una mappa per la pace
Spazi di resistenza, luoghi, non-luoghi dove confrontarsi,
organizzarsi, accedere all'informazione altra. Sulla Rete ci sono
autostrade dove viaggiano comunità molto differenti tra loro, ma
che possono trovare un punto di convergnza su alcuni nodi
fondamentali. Ci si può allora immabattere in quella zona di
opinione pubblica americana che in questo preciso momento non
trova adeguata risonanza, quella parte che dagli Stati uniti dice
no alla guerra.
INTERNET La voce degli americani che si oppongono alla guerra.
Un viaggio nell'altra informazione, tra i siti fuori dal coro
G. SBA.
www.ruckus.org, poche immagini (ma c'è una galleria di
foto sui meeting organizzati) e molto testo, permette quindi una
consultazione veloce del materiale proposto. Già l'home page
dell'associazione non-profit californiana, nata nel 1995, punta
dritto verso l'obiettivo, focalizza cioè l'attenzione sull'azione
di disobbedienza civile. Ci sono le istruzioni e gli indirizzi
utili per prendere parte ai campi di formazione per pianificare e
programmare gli interventi.
Simile approccio si incontra su www.warresisters.org.
Oltre a condannare la guerra, promuovore un'azione di pace, per
creare una società libera dall'oppressione economica, raziale e
sessuale, sul sito di wrl (war resisters league, un'associazione
che esiste dal 1923 grazie alla coalizione di socialisti,
suffragette e pacifisti che si opponevano alla guerra) l'intento
è quello di coniugare l'educazione e l'azione. Si possono
richiedere le pubblicazioni su carta.
www.hrw.org, con possibilità di leggere i testi in sei
lingue, è il punto d'osservazione sui diritti umani. Uno sgurdo
sul mondo dalla Turchia al Vietnam, dall'Egitto all'Uganda, con
una divisione degli argomenti per regione. Ma anche reportages
fotografici sui rifugiati afghani in Pakistan (le immagini
coperte da copy right non si possono scaricare in alta
risoluzione). Si promuovono campagne di sensibilizzazione, tra le
altre una contro la violenza sui gay nelle scuole americane. E'
stato uno dei primi siti a preoccuparsi della risposta americana
agli attacchi dell'11 settembre istituendo tra l'altro la
possibilità di inviare lettere aperte a George Bush e al
segretario di stato Colin Powell. All'interno c'è anche un motore
di ricerca.
Taglio giornalistico sul sito www.antiwar.com che dal
1995 contribuisce a diffondere una cultura pacifista nel panorama
editoriale americano. I pezzi sono firmati (e non può mancare il
punto di vista di Justin Raimondo, sua la lucida analisi
"Arroganza senza limiti" in seguito agli attentati al Wtc e al
Pentagono), icone con disegni espliciti che rimadano a un
ipertesto composito, aggiornameti continui. Già dalla pagina di
apertura si accede agli articoli, si parla di Asia centrale e
Medio oriente. www.flora.org è una comunità web con
tendenza ecologista, è stato uno dei primi siti a promuovere una
petizione contro l'intervento militare americano. Si oppone con
decisione ai media americani mainstream, in particolare si
impegna a coprire quella parte di informazione trascurata dalla
Cnn on line.
www.nonviolence.org è un portale pacifista eterogeneo.
Pubblica interventi di Indymedia, ma anche di Pax christi.
Rimanda a una serie di link utili per ricomporre la mappa di
resistenza nella Rete. Non ci sono eroi, né leader nel world wide
web, c'è però il tentativo di pensare un nuovo movimento per la
pace, creare i contatti e non disperdere le energie.