I mujaheddin a Roma
Una delegazione dell'Alleanza del Nord arriva oggi a Roma
per discutere con il re Zaher Shah sul futuro dell'Afghanistan,
ora che i Taleban sembrano avere i giorni contati. L'offensiva
militare che dovrebbe portare Rabbani, attuale leader
dell'Alleanza del Nord, di nuovo a Kabul dopo un'assenza di
cinque anni, è già iniziata; nei giorni scorsi i mujahedden hanno
attaccato lungo il fronte nordorientale conquistando posizioni ed
uccidendo una sessantina di Taleban, mentre voci sempre più
consistenti affermano che reparti speciali britannici sarebbero
già nella piana di Shamali impegnate in scontri con reparti
avanzati Taleban alle porte di Kabul. Sul piano politico il
regime degli studenti islamici afghani è sempre più isolato, dopo
che gli Emirati Arabi Uniti e ieri l'Arabia saudita, due dei tre
stati che con il Pakistan riconoscevano il governo del Mullah
Omar, hanno rotto le relazioni diplomatiche con Kabul.
ALLEANZA DEL NORD Oggi gli anti-taleban dall'ex re Zaher
Shah
PI. PES.
Ma l'Alleanza del Nord, appoggiata dall'Occidente, dalla Russia,
Cina, Iran e dall'India non sembra rappresentare l'alternativa
vincente: lo ha dimostrato durante i quattro anni in cui è stata
al governo del Paese. In quel lasso di tempo Kabul, che - è
giusto ricordarlo - gli occupanti sovietici avevano mantenuta
intatta, è stata letteralmente rasa al suolo dalla guerra civile
che vedeva le diverse fazioni dei mujahedden scontrarsi tra loro.
"Rawa", l'organizzazione clandestina delle Donne Rivoluzionarie
dell'Afghanistan, che ha la sua sede a Peshawar, ha pubblicato
diversi documenti che testimoniano le atrocità commesse sulle
donne dagli stessi uomini che oggi criticano i Taleban. Saima
Karim, portavoce del Rawa si è spinta oltre, spiegando ad una
conferenza stampa che l'Alleanza Settentrionale non è altro che
l'altra faccia dei Taleban. "La sola soluzione possibile per
l'Afghanistan, è il piano di pace proposto dall'ex re Zahir
Shah", ha concluso Saima.
L'Alleanza del Nord dovrà inoltre fare i conti con problemi mai
risolti e che l'uccisione di Massud ha irrimediabilmente
aggravato. Massud, infatti, oltre a rappresentare una figura
perno per l'Afghanistan che si oppone agli studenti islamici, era
il maggior referente della coalizione dell'opposizione presso i
governi europei e russi. Recentemente il comandante, che nel
governo di Rabbani rappresentava formalmente solo una figura di
secondo piano, era stato invitato ufficialmente dal Parlamento
europeo per perorare la causa anti-taleban. Senza di lui le
divisioni tra i vari Dostum (generale uzbeko già alleato dei
sovietici), Hekmatyar (per ora riparato a Tehran e che preme per
entrare nell'Alleanza del Nord dopo essere stato il responsabile
della guerra intestina ai mujaheddin), Ismail Khan, Bismillah
Khan, ritorneranno inevitabilmente a galla.