Contatto New York

GIULIA SBARIGIA

Contatto New York
La tragedia americana nelle chat, nei forum, sul Pc
GIULIA SBARIGIA

"Fottuti arabi vi faremo saltare tutti". Mercoledì 12 settembre sulle chat il clima era di guerra, un risiko virtuale dove il navigatore dopo la domanda di rito "asl?" - "age, sex, location?" - sceglieva la strategia da assumere. Sono americano, sono cinese, irlandese, italiano. Sono pakistano-mussulmano, sono americano-mussulmano. Una nuova regola, inedita per le room che non abbiano un contenuto religioso o spirituale, è specificare il proprio credo rispetto alla propria appartenenza o meno all'Islam.
Sulla chat all'indomani della catastrofe americana c'era poco spazio per le sfumature, le riflessioni. Quattro osama bin laden, un tom-cruise, studente pakistano mussulamano, Tina, dalla Cina che continuava a invocare "God bless America" e utenti già disposti a partire alla conquista di chissà quale obiettivo purché esotico. On-line si gioca alla guerra, nella comunità web icq o nella chat internazionale di yahoo. Qualcuno modera gli animi, qualcun altro inveisce "siete dei pervertiti, questo è il castigo di Allah", partono a raffica le rappresaglie verbali. Già sette giorni dopo l'attentato il trend delle chat è cambiato, gli obiettivi perdono le coordinate geografiche e si attende. I riferimenti sfuggono, le alleanze sono più sfumate.
Diversa la questione dei forum di discussione aperti sui siti. Ne sono stati istituiti tantissimi ognuno può lasciare lì la sua traccia che si sedimenta, resta per qualche tempo, può essere letta e riletta, generare dibattito. Ci sono preghiere, condoglianze e maledizioni, ci sono interi passi del Corano. Leonard low ha scritto un poema "morning after", Tha don risponde a Iarry che aveva inveito contro l'Islam: "ma veramente pensi che la religione islamica insegni alla gente ad uccidersi? allora non puoi parlare di cose che non sai o non capisci!... sono mussulmano e non sono pieno di odio, questi kamikaze non sono i miei eroi... sono sicuro che seduto davanti alla tv hai guardato i tuoi aerei bombardare l'Iraq! E ora pensi che questa sia guerra!".
Sulle autostrade della Rete si viaggia quindi in più direzioni. Una comunicazione apparentemente globale, ma con ancora dei limiti evidenti. Dopo le espolosioni delle Torri gemmelle, per esempio, l'accesso a Internet sembrava impossibile. La televisione si è imposta sulla Rete - e la Cnn con il primato assoluto delle immagini e degli ascolti se ne compiace - nonostante le riprese delle Twin towers, prima colpite e poi in frantumi, siano state realizzate in digitale, supporto ideale per la diffusione elettronica. Il traffico di e-mail però è risultato più efficiente di quello telefonico, in tilt per molte ore. Le caselle telematiche si riempiono di testimonianze, si cercano notizie dei dispersi. Cominciano a arrivare messaggi dall'America, si diffondono e forwordano le e-mail disperate. "Chiamavo mia moglie che lavorava nel Wtc, qualcuno dall'altra parte ha sollevato la cornetta ho sentito lo scoppio della prima torre, un boato inimmaginabile...". Diffidare però degli allegati contenenti il file "Wtc" che promette notizie inedite e finisce per contagiare l'hard disk con un micidiale virus.
C'è poi l'altra faccia delle risorse del computer, quella "diabolica", dove i terroristi comunicano tra loro attraverso i siti porno, dove i sistemi di scrittura celano mefistofeliche macchinazioni. Bill Gates continua a alimentare la cyber leggenda metropolitana che lo vede come uno dei belzebù dei nostri giorni. Sul programma "Word" utilizzando il carattere (font) "Wingdings" e digitando in maiuscolo le iniziali di New York compaiono non le lettere, ma un teschio con le tibie incrociate e accanto la stella di David. Se poi sui tasti si scrive la parola "Usa", la pagina si riempie con una croce, una goccia scura, come sangue, e il simbolo di vittoria. Dalla Microsoft dicono si tratta di una storia vecchia, preistorica se confrontata con la vita recente del Pc. Quando nel '92 uscì Windows 3.1 e il programma per la creazione testi utilizzò per la prima volta il font "Wingdings", disegnato da altri, il New York Times, scrisse un articolo dicendo che non si trattava di un caso. Con il tempo la cosa fu dimenticata da tutti, tranne da Internet, dove i gruppi di discussione sui misteri fecero combinazioni di tutti i tipi e montarono ipotesi su ipotesi. La casa di Seattle pensò addirittura di cambiare la sequenza del font, ma troppe applicazioni già in circolazione avrebbero smesso di funzionare. Oggi, nove anni dopo, una vicenda dimenticata è tornata prepotentemente all'attenzione, svelando inquietanti scenari.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it