Massud, il convertito

PERGIORGIO PESCALI - KHOJA BAHUDDIN (AFGHANISTAN)

Massud, il convertito
INTERVISTA Il Leone del Panshir contro terrorismo e Taleban, per la democrazia e i diritti delle donne
PERGIORGIO PESCALI - KHOJA BAHUDDIN (AFGHANISTAN)


Ahmed Shah Massud, classe 1956, è il personaggio afghano più famoso in Occidente. Durante l'invasione sovietica il suo esercito ha impedito all'Armata rossa di penetrare nella valle del Panshir, roccaforte dell'opposizione, guadagnandosi l'appellativo di Leone del Panshir. Di etnia tajika, Massud è sempre stato vicino alle posizioni della Jamiat-i-Islami di Rabbani. L'alleanza tra i due è stata suggellata secondo le più antiche tradizioni tribali: il presidente Rabbani ha infatti sposato la sorella di Massud. Dopo essere stato ministro della difesa nel governo Rabbani a Kabul tra il 1992 e il 1996, l'arrivo dei Taleban ha costretto la dirigenza a rifugiarsi nel nordest del paese, dove ha fondato l'Unifsa (United national and islamic front for the salvation of Afghanistan), un'alleanza che vede riuniti acerrimi nemici di un tempo: Massud, appunto, il gen Dostum, Hajir Khadir, Ismail Khan. Abbiamo incontrato Massud nella sua casa a Khoja Bahuddin, al confine con il Tajikistan.Comandante Massud, vent'anni di conflitti hanno dimostrato che non può esserci una soluzione militare al problema afghano. Cosa propone la sua coalizione?

Un governo ad interim che, in un lasso di tempo tra i 6 e i 18 mesi, disegni una nuova costituzione che garantisca una rappresentanza di tutti i gruppi etnici afghani nel governo e elezioni generali democratiche con la formazione di partiti politici.

C'è una personalità afghana che potrebbe divenire un leader del paese accettato da tutte le fazioni in lotta?

Non vedo una specifica persona che possa godere della fiducia del popolo afghano. Ed io credo che sia molto più importante avere dei principi che una persona. Più che un leader, all'Afghanistan servono idee, principi su cui basare il futuro stato.

E' servito il suo viaggio in Europa?

Da un punto di vista politico è stato buono. Speriamo di assistere ad un arrivo di aiuti umanitari.

Perché gli europei dovrebbero appoggiare l'Unifsa?

Perché questa parte del fronte ha un chiaro messaggio: lasciateci avere elezioni generali in Afghanistan, lasciate che la comunità internazionale, l'Onu supervisionino le elezioni in Afghanistan, lasciate che il popolo dell'Afghanistan scelga il proprio destino. Inoltre noi lottiamo contro ogni forma di terrorismo, qualunque sia il suo scopo e sia esso operi dentro o fuori l'Afghanistan. Ho detto che Osama bin Laden è un criminale e non è facile per me, che ho dedicato la mia vita alla Jihad, affermare questo. Noi crediamo nella democrazia, mentre i Taleban no. Noi siamo contro il terrorismo, mentre loro lo appoggiano. Noi vogliamo che l'Afghanistan abbia una coesistenza pacifica e buone relazioni con tutti i paesi; i Taleban vogliono invece esportare le loro idee creando ancor più problemi per l'Afghanistan. Noi consideriamo uomini e donne come esseri umani aventi gli stessi diritti; i Taleban li hanno resi differenti, contrariamente alle intenzioni di Dio, che li ha creati come esseri umani uguali.Questo è, ciò in cui noi crediamo. A seconda delle circostanze, noi avremo successo o no, ma questa è un'altra questione.

Dopo più di 20 anni di combattimenti, quale è, secondo lei, la cosa più importante nella vita di un uomo?

La decisione. Credo che quando uno prende una decisione ed è determinato a portare a termine quello che ha iniziato, tutto diviene più semplice e facile. Per esempio abbiamo combattuto i sovietici, ma per me non era importante vincere la guerra contro di loro. La mia decisione era stata quella di combattere i russi comunque, sia che noi vincessimo, perdessimo, sia che la lotta durasse 10 anni, 20 anni o più. Ed oggi io prego Dio perché ci aiuti nelle nostre decisioni e nella nostra determinazione nel combattere i Taleban. Non è importante quanta terra perderemmo, quanto soffriremo. Noi conosciamo i nostri nemici e la nostra decisione è resistere contro di essi.

Quale è la maggiore difficoltà che incontra oggi?

Quando i sovietici sono giunti in Afghanistan, il popolo sapeva quale era il loro fine. Oggi al posto dell'Urss siamo invasi dal Pakistan, che si è servito della copertura dell'Islam, della religione e dei Taleban. Il popolo afghano ha impiegato diverso tempo a scoprire il vero volto del Pakistan. E' stato molto difficile creare un motivo per combattere tutto questo e solo dopo molto tempo il popolo afghano ha capito la verità. Ora le cose sono molto più facili perché la gente sa quello che sta accadendo.

Lei ha una famiglia, dei bambini, non è mai stato tentato di abbandonare tutto e ritirarsi a vita privata?

E' per questo che insisto sull'importanza delle decisioni.

Quale è stato il più grande errore che ha commesso nel passato?

La natura umana non é infallibile. Chi opera, chi decide, commette anche degli errori. E ancora mi é difficile identificare quale sia stato l'errore più grosso. Probabilmente dall'esterno è più semplice individuarli. Del resto, se non avessimo fatto degli errori, come avrebbero fatto i Taleban a nascere e conquistare il potere?

Lei è sembra essere una persona molto religiosa, ma al tempo stesso è anche un combattente. Non sente alcun rimorso nell'uccidere, seppur indirettamente, uomini e per di più afghani?

Noi combattiamo una guerra per una giusta causa. Abbiamo il diritto di difenderci e difendere il nostro popolo. Non siamo noi che attacchiamo. Noi ci difendiamo.

Chi è Massud secondo Massud?

Scelga lei; io mi considero una persona che ha dedicato la sua vita per la liberazione del suo paese e del suo popolo. E' per questo che stiamo combattendo.

DOMANI SUL MANIFESTOParla lo sceicco Omar, il misterioso leader dei Taleban, intervistato nella sua casa di Kandahar da Piergiorgio Pescali.

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