Massud, il convertito
Ahmed Shah Massud, classe 1956, è il personaggio afghano
più famoso in Occidente. Durante l'invasione sovietica il suo
esercito ha impedito all'Armata rossa di penetrare nella valle
del Panshir, roccaforte dell'opposizione, guadagnandosi
l'appellativo di Leone del Panshir. Di etnia tajika, Massud è
sempre stato vicino alle posizioni della Jamiat-i-Islami
di Rabbani. L'alleanza tra i due è stata suggellata secondo le
più antiche tradizioni tribali: il presidente Rabbani ha infatti
sposato la sorella di Massud. Dopo essere stato ministro della
difesa nel governo Rabbani a Kabul tra il 1992 e il 1996,
l'arrivo dei Taleban ha costretto la dirigenza a rifugiarsi nel
nordest del paese, dove ha fondato l'Unifsa (United national
and islamic front for the salvation of Afghanistan),
un'alleanza che vede riuniti acerrimi nemici di un tempo: Massud,
appunto, il gen Dostum, Hajir Khadir, Ismail Khan. Abbiamo
incontrato Massud nella sua casa a Khoja Bahuddin, al confine con
il Tajikistan.Comandante Massud, vent'anni di conflitti hanno dimostrato che
non può esserci una soluzione militare al problema afghano. Cosa
propone la sua coalizione? Un governo ad interim che, in un lasso di tempo tra i 6 e i 18
mesi, disegni una nuova costituzione che garantisca una
rappresentanza di tutti i gruppi etnici afghani nel governo e
elezioni generali democratiche con la formazione di partiti
politici. C'è una personalità afghana che potrebbe divenire un leader del
paese accettato da tutte le fazioni in lotta? Non vedo una specifica persona che possa godere della fiducia del
popolo afghano. Ed io credo che sia molto più importante avere
dei principi che una persona. Più che un leader, all'Afghanistan
servono idee, principi su cui basare il futuro stato. E' servito il suo viaggio in Europa? Da un punto di vista politico è stato buono. Speriamo di
assistere ad un arrivo di aiuti umanitari. Perché gli europei dovrebbero appoggiare l'Unifsa? Perché questa parte del fronte ha un chiaro messaggio: lasciateci
avere elezioni generali in Afghanistan, lasciate che la comunità
internazionale, l'Onu supervisionino le elezioni in Afghanistan,
lasciate che il popolo dell'Afghanistan scelga il proprio
destino. Inoltre noi lottiamo contro ogni forma di terrorismo,
qualunque sia il suo scopo e sia esso operi dentro o fuori
l'Afghanistan. Ho detto che Osama bin Laden è un criminale e non
è facile per me, che ho dedicato la mia vita alla Jihad,
affermare questo. Noi crediamo nella democrazia, mentre i Taleban
no. Noi siamo contro il terrorismo, mentre loro lo appoggiano.
Noi vogliamo che l'Afghanistan abbia una coesistenza pacifica e
buone relazioni con tutti i paesi; i Taleban vogliono invece
esportare le loro idee creando ancor più problemi per
l'Afghanistan. Noi consideriamo uomini e donne come esseri umani
aventi gli stessi diritti; i Taleban li hanno resi differenti,
contrariamente alle intenzioni di Dio, che li ha creati come
esseri umani uguali.Questo è, ciò in cui noi crediamo. A seconda
delle circostanze, noi avremo successo o no, ma questa è un'altra
questione. Dopo più di 20 anni di combattimenti, quale è, secondo lei, la
cosa più importante nella vita di un uomo? La decisione. Credo che quando uno prende una decisione ed è
determinato a portare a termine quello che ha iniziato, tutto
diviene più semplice e facile. Per esempio abbiamo combattuto i
sovietici, ma per me non era importante vincere la guerra contro
di loro. La mia decisione era stata quella di combattere i russi
comunque, sia che noi vincessimo, perdessimo, sia che la lotta
durasse 10 anni, 20 anni o più. Ed oggi io prego Dio perché ci
aiuti nelle nostre decisioni e nella nostra determinazione nel
combattere i Taleban. Non è importante quanta terra perderemmo,
quanto soffriremo. Noi conosciamo i nostri nemici e la nostra
decisione è resistere contro di essi. Quale è la maggiore difficoltà che incontra oggi? Quando i sovietici sono giunti in Afghanistan, il popolo sapeva
quale era il loro fine. Oggi al posto dell'Urss siamo invasi dal
Pakistan, che si è servito della copertura dell'Islam, della
religione e dei Taleban. Il popolo afghano ha impiegato diverso
tempo a scoprire il vero volto del Pakistan. E' stato molto
difficile creare un motivo per combattere tutto questo e solo
dopo molto tempo il popolo afghano ha capito la verità. Ora le
cose sono molto più facili perché la gente sa quello che sta
accadendo. Lei ha una famiglia, dei bambini, non è mai stato tentato di
abbandonare tutto e ritirarsi a vita privata? E' per questo che insisto sull'importanza delle decisioni. Quale è stato il più grande errore che ha commesso nel passato? La natura umana non é infallibile. Chi opera, chi decide,
commette anche degli errori. E ancora mi é difficile identificare
quale sia stato l'errore più grosso. Probabilmente dall'esterno è
più semplice individuarli. Del resto, se non avessimo fatto degli
errori, come avrebbero fatto i Taleban a nascere e conquistare il
potere? Lei è sembra essere una persona molto religiosa, ma al tempo
stesso è anche un combattente. Non sente alcun rimorso
nell'uccidere, seppur indirettamente, uomini e per di più
afghani? Noi combattiamo una guerra per una giusta causa. Abbiamo il
diritto di difenderci e difendere il nostro popolo. Non siamo noi
che attacchiamo. Noi ci difendiamo. Chi è Massud secondo Massud? Scelga lei; io mi considero una persona che ha dedicato la sua
vita per la liberazione del suo paese e del suo popolo. E' per
questo che stiamo combattendo.
INTERVISTA Il Leone del Panshir contro terrorismo
e Taleban, per la democrazia e i diritti delle donne
PERGIORGIO PESCALI -
KHOJA BAHUDDIN (AFGHANISTAN)
DOMANI SUL MANIFESTOParla lo sceicco Omar, il
misterioso leader dei Taleban, intervistato nella sua casa di
Kandahar da Piergiorgio Pescali.