90 minuti in apnea

GIULIA SBARIGIA

90 minuti in apnea
Campionato ancora aperto. Tre squadre si giocano lo scudetto, cinque lottano per rimanere in A. Oggi dai campi di Torino, Roma e Lecce potrebbe uscire la vincitrice altrimenti si andrebbe allo spareggio. L'unica certezza è il Bari di Fascetti in serie B
GIULIA SBARIGIA

Collina accovacciato con la casacca zuppa e l'ombrello aperto mentre sonda le condizioni del terreno dello stadio di Perugia. Una pioggia implacabile. E' l'immagine con cui il campionato 1999-2000 si è congedato e ha consegnato lo scudetto alla Lazio di Ericson. Siccome è già il secondo anno che il trofeo di seria A si decide all'ultima giornata, un po' per scaramanzia, un po' per ingannare l'attesa snervante il primo sguardo è alle condizioni metereologiche. A Roma, c'è un sole che brucia, a Lecce pure, e ora come all'ora chi rischia di prendere l'acquazzone è la Juve. Sì a Torino il cielo è scuro e minaccia lo scroscione e le previsioni per oggi, con quel "tempo variabile", come incognita che aleggia sulla Mole, impensieriscono i bianconeri.
Domenica scorsa, con piazza San Giovanni a Roma straripante di simil Venditti si poteva chiudere tutto, ma poi la gente è sfollata nel silenzio con gli stendardi arrotolati sulle aste e il pensiero che sì forse Montella, se fosse entrato prima, poteva far planare l'aeroplanino nell'hangar di Mancini, ma certo "Antonioli un tiro un gol, l'anno prossimo Buffon" (come intona la curva sud) anche lui ha le sue colpe. E allora, come dicevano i cugini dall'Olimpico, tra una preghiera a S. Gennaro e l'altra a Crespo, sicuro che vincono, ma almeno che soffrano fino all'ultimo. E l'ultimo, quel momento tra l'apnea e il risalire a galla con un risultato tra le mani, ha caratterizzato la stagione della capolista, sempre in testa della quinta giornata.
La beffa nel derby d'andata con quella deviazione di Paolo Negro che spiazza Peruzzi, imprevedibile autogol dopo 70 minuti di gioco. E ancora al ritorno un risultato deciso tutto al secondo tempo, sembrava già vittoria con Del Vecchio e Batistuta consacrati eroi della curva Sud, ma Nedved mette un freno alla disfatta e poi ancora Castroman carica il bolide e gonfia la rete. E' il 95mo minuto. Nello scontro diretto con la Juve, quando al Delle Alpi il caffè Borghetti riscaldava gli animi intiepiditi da un ormai sicuro 2-0, al 70mo Nakata scatta la foto a Van der Sar e un minuto dopo il 90mo Montella concede il bis. Contro l'Inter, che quando gioca con la Roma ritrova smalto per poi ricrollare in un disordine esistenziale, è sempre lui, il ragazzo campano, più famoso della sua fidanzata, ma forse meno inquadrato (almeno fino al recente diverbio con Capello e poi oggi Steram offre una copertura speciale con 18 telecamere, chissà...) a ribaltare l'esito del match. All'88mo segna il gol che chiude la partita, 3-2. Poi c'è Batistuta con il suo record, che si contende con Roberto Baggio, di gol segnati dopo il 90mo. Contro il Parma, una doppietta (l'ultimo gol è all'83mo), contro la Fiorentina stessi minuti per regalare la vittoria ai suoi (0-1). Ma domenica scorsa chi ha approfittato della stanchezza è stato il Napoli, che resta aggrappato alla zona salvezza con un gol di Pecchia quando mancavano 8 minuti alla fine del tempo regolamentare. Ma oggi no, il Parma non giocherà alla morte, salvo per evitare lamentele alla Corbelli. Forse Almeyda o Di Vaio (Conceicao è indisponibile), sentiranno l'antico agonismo di ex-laziali, ma il biglietto per la Champions league è timbrato e non c'è da dannarsi l'anima.
La Juve, con Ancelotti pronto già a salutare la squadra, invece non ha neanche un rancore contro l'Atalanta. Anzi tra i due club c'è sempre stato uno scambio di giocatori, con i bergamaschi quasi a fare da vivaio alla signora. Delle tre contendenti allo scudetto quindi solo Lazio è sicura di trovarsi di fronte un avversario, il Lecce, che giocherà per vincere. Un pareggio non sarebbe utile a nessuno, neanche se dovessero arrivare buone nuove dagli altri campi. E allora questa partita si deve vincere da una parte o dall'altra con gli occhi puntati al tabellone e l'orecchio pigiato sulla radiolina a captare gli scivoloni degli altri. Per Napoli, Reggina, Lecce, Verona e Vicenza ci sono 243 combinazioni possibli, con eventuali spareggi per rimanere in A. Nelle zone alte della classifica invece i calcoli sono più semplici.
Se la Roma vince, si prende quello che è suo, e allora (anche se non si può dire perché porta male), festeggerebbe fino alle 9 di sera nello stadio e poi di notte, con il centro storico chiuso al traffico, forse al Circo Massimo o ancora a S. Giovanni (ma non si può dire perché...). Se invece la Roma perde e la Juve batte l'Atalanta addio scudetto. Poi c'è l'eventualità spareggio, per cuori forti, sia con la Juve, sia con la Lazio (ma solo se anche i bianconeri dovessero perdere). Gli spareggi, previsti per il 21 e il 24 giugno, saranno disputati sui campi delle squadre coinvolte, ancora da stabilirsi quali all'andata quali al ritorno, e non come è auspicabile su una chiatta galleggiante nei mari del sud.

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