Spoleto festival festeggia
Gian Carlo Menotti, fondatore del festival di Spoleto, il 7
luglio compirà 90 anni, e suo figlio Francis, che da due anni
dirige, non senza polemiche, la manifestazione umbra, gli dedica
la 44ma edizione. E questo è il senso di tutta la kermesse,
presentata ieri a Roma in conferenza stampa: la celebrazione di
se stessa e del suo nume tutelare.
La manifestazione umbra dedica la 44ma edizione ai 90 anni del
suo fondatore
GIULIA SBARIGIA -
ROMA
Quindi la manifestazione (dal 28 giugno al 15 luglio), sarà
inaugurata dalla messa in scena dell'opera di Menotti, La
santa di Bleecker Street, la sua prediletta, mentre l'evento
clou ruoterà intorno al concerto di gala con la partecipazione
delle star della lirica: Renée Fleming, Placido Domingo e Luciano
Pavarotti, che festeggeranno il maestro. Per la sezione musicale,
diretta da Richard Hickox, il cartellone prevede anche
Daniele e i leoni, dramma liturgico interpretato dal New
York Ensemble of Early Music, diretto da Frederick Renz, oltre
alle consuete rassegne come i concerti di mezzogiorno, l'ora
mistica, musica nell'Umbria segreta, il Cafè Chantant e Spoleto
jazz. In occasione dell'anno verdiano, la compagnia
marionettistica di Carlo Colla rappresenterà l'Aida e il
Trovatore, mentre The Choral Arts Society di Washington
chiuderà il festival col tradizionale concerto in piazza.
Protagonista della sezione di danza sarà il gruppo del Royal
Danish Ballett al quale si affiancheranno il Paul Taylor Dance
Company e il Madhu Sajeev Samudra Performing Arts, interprete di
antichissime coreografie indiane. Scarso invece il ruolo della
prosa: questa edizione vedrà salire sull'insolito palco del
tribunale locale avvocati romani e milanesi, che pronunceranno le
più famose arringhe della storia. Si rinnova poi l'appuntamento
con Spoleto poesia, che porterà al festival alcuni esponenti tra
i più riconoscibili della poesia italiana (Valentino Zeichen e
Antonella Anedda) e anglosassone (James Fenton e Craig Raine). Ai
pittori Giuseppe Palanti e Georges Jeanclos e agli scatti del
soggiorno in India negli anni 70 del fotografo Derry Moore sono
invece dedicate le mostre di arti visive. Nella sezione cinema,
la proposta più interessante di tutto il cartellone: l'opera
omnia di Carmelo Bene restaurata dalla scuola nazionale di
cinema. L'ardua operazione di recupero dei 5 lungometraggi di
Bene, più il corto Hermitage, difficile per le condizioni
del materiale originale, per il funambolico ritrovamento dei
negativi, per l'assenza di copie e per la condizione delle
pellicole girate in 16 mm e gonfiate a 35, è stata seguita dal
montatore dei film, per garantire il rispetto dell'opus
audiovisivo del regista.