Le contaminazioni di Pontedera
Un punto di disequilibrio è al centro delle Giornate
italo-francesi teatro e danza, che quest'anno si terrano dal 6 al
9 giugno a Pontedera incrociandosi con le proposte di Generazione
Festival (dal 1 al 10 giugno). Da questa ricerca, che non si
assesta su tracciati già percorsi, si irradiano i cantieri, gli
atelier, le tavole rotonde, i momenti di apertura e invenzione.
Un transitare di artisti, anche circensi, per contagiarsi,
condividere, e per rivitalizzare le relazioni tra i
professionisti dello spettacolo dal vivo sia italiani che
francesi.
Presentata la quinta edizione delle Giornate professionali
italo-francesi teatro e danza
GIULIA SBARIGIA
E proprio per questo, all'interno degli incroci contaminati che
la nuova edizione delle Giornate si propone di creare, entra il
linguaggio del nouveau cirque. Una palestra
dell'immaginario, dove si incontrano i saltimanchi stanchi di
Picasso e i clowns tragici di Rouault, il corpo che va in pezzi e
rinasce sempre, il filo del funambolo, l'ingenuità e la levità.
E proprio dalla leggerezza che intreccia vero e irreale nasce
Ascenseur, il cui sottotitolo "Fantasmagorie per
sollevare persone e fardelli", rimanda appunto alla perdita di
peso materico. Un lavoro della Compagnie Non Nova, nata
dall'incontro del giocoliere Philippe Ménard con il musicista
Guillaume Hazebrouck e impegnata nell'elaborazione di un nuovo
circo, dove i linguaggi diversi si fondono in un'unica creazione.
E sul nouveau cirque, che mutua dalla tradizione la
capacità di riflettere un mondo nel cui ordine pieno di crepe si
infiltra continuamente la follia, lavorerà Barberio Corsetti nel
suo atelier con circensi italiani e francesi ispirato alle
Metamorfosi di Ovidio. E Davide Iodice con un cantiere
aperto sui Giganti della montagna di Pirandello condotto
in collaborazione con il Circo Ardisson. E ancora in queste
Giornate convergeranno la ricerca della compagnia Egumteatro
(Musik), lo studio su parola e movimento del Théatre
Tatoo (La cuisine), l'indagine sui saperi partendo dai
testi di Rabelais della Compagnie du Singulier (Il faut faire
plaisir aux clients), il cantiere sull'Orlando furioso del
Teatro delle Albe (L'isola di Alcina), il lavoro sui
sensi, voce e sguardo dei Motus (Orpheus Glance). Mentre
i padroni di casa, Roberto Bacci e la sua Fondazione teatro
Pontedera, che aprono le porte alla manifestazione e imbandiscono
la tavola, inventando spazi possibili in attesa di un teatro
ormai in costruzione, contribuiranno al banchetto con Ciò che
resta, un viaggio tra la vita e la morte che prende l'avvio
da La montagna incantata di Thomas Mann.
Le danzatrici Anna De Manincor e Anna Ruspoli e il sound designer
Massimo Carozzi, creatori del proggeto artistico Zimmer Frei,
tesseranno un mosaico, Quartet articolato in più momenti
e basato sull'interazione delle poetiche di Catia dalla Muta,
Fabrizio Favale, e della compagnia Mk. La Maison di Nasser Martin
Gousset, invece, con Bleeding Stone miscelerà insieme il
rock dei Rolling Stones, il sud e la gravità dei romanzi di
Giono. Mentre l'Associazione culturale Aldes con Le avventure
del Signor Quixana, spingerà la ricerca sulla relazione tra
azione coreografica e platea.