Giappone in lutto
Il regista Hiroshi Teshigahara - una figura inquieta del
Giappone moderno, dal tocco sensuale e metafisico - è morto ieri
all'età di 96 anni. Teshigahara si è mosso nel cinema come le
sinuose linee di Antoni Gaudì, in bilico tra l'armonioso e il
pericolosamente instabile, e infatti proprio all'architetto
spagnolo dedicò un video nel 1984. Un maestro delle geometrie dai
contorni impalpabili, come i granelli leggeri delle dune della
Donna di sabbia (1964, vincitore a Cannes), o i
flessibili tronchi di bambu disposti in un gigantesco ikebana per
un'istallazione nella Sala delle cariatidi del Palazzo Reale di
Milano nel settembre del 1995. Disporre i fiori con grazia era
l'arte del padre di Teshigahara. E il regista, immettendo nel
flusso del suo immaginario le delicate composizioni floreali,
costruisce mandala mentali dove il reale sembra spofondare
nell'assurdo. Come avviene ai protagonisti di Otoshi Ana
("The Pitfall", 1962), senza volto e per questo incapaci di
comunicare fino a che non riusciranno a appropriarsi di una nuova
identità. Spettri vaganti allegorie delle cantraddizioni del
Giappone.
E' morto il cineasta Hiroshi Teshigahara
G. SBA.
Il surreale, di cui il regista subì la fascinazione quando era
ancora studente al Tokyo Art Institute, pregnerà tutte le sue
creazioni artistiche a partire dalla pittura. E proprio
dall'esperienza di un grande pittore Teshighara prenderà spunto
per il suo primo documentario: Hokusai (1953). Il
grafismo morbido dell'universo di Hokusai, le sue visioni che
avvolgono i corpi pallidi delle geishe in incredibili sessioni
amorose con piovre giganti, sono il contatto tra il pittore e il
regista.
Il gusto di raccontare senza condiscendenze la storia del suo
paese gli proviene invece dagli insegnamenti del documentarista
comunista Fumio Kamei, di cui Teshigahara fu assistente. Una
scelta difficile quella di affiancare un regista bandito dagli
schermi per aver raccontato criticamente la guerra con la Cina,
proprio mentre era in corso, avvalendosi per giunta del
finanziamento dell'esercito giapponese che pose il veto sulla
pellicola. La collaborazione invece con lo scrittore Kabo Abe
iniziò appena riuscì a mettere in piedi la sua casa di
produzione. Il sodalizio con i fantasmi di Abe diede vita alle
sceneggiature de: La trappola (1962), La donna di
sabbia, Il volto di un altro (1965), La mappa
bruciata (1968). Teshigahara abbandonò la scia di Abe nel
1972 per realizzare Soldati d'estate, un film sui
disertori dell'esercito americano di stanza in Giappone. Un
incidente automobilistico lo allontanò dal cinema, ma continuò a
produrre per la televisione, fino al 1989, Rikyu, seguito
da Goh Hime del 1992, sua ultima opera.