Cefalonia

LUIGI PINTOR

L'ARTICOLO
Cefalonia
LUIGI PINTOR


Sui diecimila soldati e ufficiali della divisione Acqui, massacrati a Cefalonia nel settembre del 1943, avrò scritto almeno dieci volte. Sono anche andato nell'isola a cercare il cimitero militare che però non c'è, perché il maggiore von Hirschfeld che ordinò il massacro precisò che quegli italiani erano gente che non meritava sepoltura. C'è solo un piccolo monumento, una specie di ossario incavato nel terreno, puramente simbolico.
Ora è motivo di compiacimento che il presidente Ciampi vada ad onorare quei caduti e quel luogo, dove è stata scritta la prima pagina (dopo Porta S. Paolo) della Resistenza. Una pagina anomala e dimenticata perché, secondo Indro Montanelli, è stata scritta da soldati in divisa sotto le bandiere del regio esercito e in fedeltà alla patria.
Si rivolterebbero nella tomba, quei caduti, se ne avessero una e se leggessero i giornali. Non avevano più bandiere, non avevano più un esercito, non avevano più una patria: questi simboli, che li avevano mandati a morire, si erano dileguati lasciandoli soli. Il loro re, i loro alti comandi, il loro Stato, erano disertori e imboscati. Qualcuno era nascosto lì vicino, a Brindisi, a due braccia di mare: moralmente morto senza aver combattuto.
Quei diecimila decisero di resistere e di morire per referendum, un caso unico nella storia militare. Un caso unico perché unico, o molto raro, è il caso di un intero esercito abbandonato a se stesso. Non in un'isola greca ma su tutti i fronti, trenta divisioni nei Balcani, cinque divisioni sui colli fatali di Roma, soldati laceri e seminudi che risalivano o discendevano la penisola. Con una sola consigliera che vale per tutti, militari e civili, in simili circostanze: la dignità personale e una vaga speranza, in conflitto con l'istinto di sopravvivenza e la resa.
Tu Indro Montanelli che sei uno storico monarchico e dici sempre la verità, dilla tutta e nient'altro anche questa volta. Informa gli storici tedeschi tuoi amici che un'inchiesta su Cefalonia fu aperta e chiusa in Germania perché non trovarono testimoni oculari. Dì che Wiesenthal provò a curiosare ma fu fermato perché non c'entravano la Gestapo e le SS ma l'onore della Wehrmacht. Leggi il libro di Marcello Venturi (1963) e la prefazione di Pertini (1972). Leggi l'esperienza di Alessandro Natta con le stellette. E se della Resistenza hai un'idea e una memoria approssimativa, dicci tutto del re sabaudo di cui rimpiangi la statura.
Cefalonia è stata dimenticata perché è un monumento al fallimento storico e all'ignavia, oltreché di simili personaggi o di una casa regnante o di un regime politico, di un'intera classe dirigente. Ed è uno spartiacque insormontabile tra un prima e un dopo. E' questa cesura storica che non si è mai voluta ammettere ma che nessun revisionismo mi farà mai dimenticare. Con questo spirito accompagno modestamente Ciampi nella sua visita. Se invece vogliamo ristabilire una continuità ho una proposta: possiamo traslare la salma regale nell'ossario dell'isola come se fosse lì dal 1943.

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