A Mostar, in Bosnia, potrebbe tornare la guerra
I giudici del tribunale internazionale dell'Aja hanno
emesso ieri la sentenza a carico dei bosniaci croati Dario Kordic
e Mario Cerkez, massimi esponenti politici e militari della ex
"Repubblica croata di Erzeg-Bosnia", ambedue generali dell'Hvo.
Sono stati condannati a 25 anni il primo e a 15 anni il secondo
per aver condotto una "sistematica persecuzione" contro i
musulmani durante la guerra in Bosnia-Erzegovina e per il
massacro dei civili compiuto il 16 aprile 1993 ad Ahmici, strage
per la quale lo scorso anno è stato già condannato a 45 anni il
generale croato-bosniaco Tihomir Blaskic. Kordic e Cerkez sono
stati ritenuti colpevoli di "crimini contro l'umanità" e della
violazione delle convenzioni internazionali di Ginevra. Nel corso
del processo sono stati ascoltati 239 testimoni.
GIACOMO SCOTTI -
RIJEKA (FIUME)
I due condannati furono rinviati a giudizio nel novembre del
1995; insieme ad essi furono accusati dei medesimi crimini i loro
connazionali bosniaci Zlatko Aleksovski, Pero Skopljak, Ivan
Santic e il già citato Blaskic. Tutti costoro, nella guerra
civile 1992-1995, comandarono grossi reparti dell'Hvo con i
gradi, concessi loro da Tudjman, di colonnelli e generali. La
circostanza che l'Hvo, ossia l'esercito bosniaco croato, fosse
emanazione dell'Hvo cioè dell'esercito croato, e che gli ordini
venivano dal Comando supremo di Zagabria hanno portato il
tribunale a stabilire che la Croazia condusse in
Bosnia-Erzegovina una guerra di aggressione.
Per due anni Tudjman riuscì a proteggere i comandanti bosniaci
dell'Hvo, impedendone la consegna all'Aja, ma nell'ottobre 1997,
costretto a cedere alle pressioni internazionali, ordinò che il
nutrito gruppo di imputati, condotto a Spalato, fosse caricato su
un aereo diretto all'Aja. Si dichiararono innocenti. Nel
settembre 1998 Kordic e Cerkez furono separati dal gruppo e
processati a parte; l'accusa si "arricchì" di nuove imputazioni,
fra cui quella del reato di pulizia etnica, vittime sempre i
bosniaci musulmani. Tre anni e mezzo dopo è arrivata la condanna.
Potrebbe essere una nuova scintilla nei Balcani.
Il personaggio chiave, dopo il defunto Tudjman, delle stragi
compiute in Bosnia dai miliziani croati è Dario Kordic. Nato nel
1960, laureato in scienze politiche all'Università di Sarajevo,
fu per alcuni ani giornalista. Nel 1991 divenne presidente del
partito tudjmaniano Hdz nel Comune erzegovese di Busovaca, nello
stesso anno in novembre diresse i lavori di un vertice del
partito nel quale fu deciso - in linea con le direttive di
Zagabria di puntare alla secessione dallo Stato
bosniaco-erzegovese dei territori abitati prevalentemente da
croati e di operare per la loro annessione alla Croazia. In
quell'occasione fu creata la "Comunità croata dell'Erzeg-Bosnia"
che nell'agosto '93 si trasformerà in "Repubblica croata di
Erzeg-Bosnia" della quale Dario Kordic divenne dapprima
vicepresidente e, dal luglio 1994, presidente. Al tempo stesso
conquistò la massima carica politica, quella di presidente
dell'Hdz della Bosnia-Erzegovina. Una carica che fu abbinata a
quella di comandante in capo dell'esercito bosniaco croato.
La condanna subita da Kordic e da Cerkez potrebbe avere gravi
ripercussioni in Croazia dove l'estrema destra, già scatenata in
difesa del generale Norac sotto processo a Fiume per la strage di
Gospic nel '91, da diversi giorni ha annunciato che "se Kordic e
gli altri eroi croati di Bosnia" sarebbero stati condannati, la
risposta dei "patrioti" sarebbe stata una nuova marcia su
Zagabria con un seguito di manifestazioni in tutto il paese, a
cominciare dal 3 marzo. Non sono esclusi eventi tempestosi anche
in Bosnia-Erzegovina dove l'Hdz già boicotta parlamento e governo
della Federazione musulmano-croata. La sentenza di condanna
contro Kordic e camerati potrebbe indurre quel partito
ultranazionalista a passi radicali e pericolosi in concomitanza
con la sessione, di questa settimana, del Sabor Nazionale Croato;
una specie di parlamento secessionista, di soli croati,
costituito dall'Hdz alcuni mesi or sono quale concreta
espressione di una "terza entità politica" in Bosnia-Erzegovina.
Un Sabor pronto a dichiarare la separazione dei croati dalla
Federazione e la costituzione di un proprio governo con proprie
istituzioni sul medesimo territorio sul quale si estendeva la
"Repubblica croata di Erzeg-Bosnia". A Mostar sarebbe un ritorno
alla guerra.