Il 3 marzo marceremo su Zagabria
CROAZIA L'estrema destra minaccia il governo di centrosinistra.
Interrogato l'ex generale Norac
GIACOMO SCOTTI -
ZAGABRIA
E' questa la minaccia lanciata dal "Comando di coordinamento"
degli adepti dell'estrema destra, manovrato dal partito orfano di
Tudjman, ribadita ieri dopo l'interrogatorio dell'ex generale
Norac a Fiume. Il capogruppo parlamentare Hdz Vladimir Seks ha
dichiarato: "Questo governo, in una maniera o nell'altra, se ne
deve andare". E ormai da più di due settimane i neoustascia
tengono adunate, in cui minacciano apertamente colpi di stato
"per spazzare via dal governo la marmaglia comunista", con
sventolio di gagliardetti neri, poster del "duce" Ante Pavelic,
canzoni nazifasciste della II guerra mondiale, epiteti di
"puttana" a ministre e parlamentari, e di serbo-cetnici e
"traditori della patria" al capo dello Stato Mesic e al premier
Racan. Ma il governo li tratta con i guanti bianchi.
In parlamento, il generale Cesic-Rojs, erzegovese e sospetto
criminale di guerra, ha preso a schiaffi il deputato istriano
Dino Debeljuh e lanciato offese contro le minoranze nazionali; i
suoi seguaci preannunciano la paralisi della vita economica e
l'affossamento della democrazia, aggrediscono la magistratura,
violano apertamente le leggi e la Costituzione. Ma nessuno li
tocca. Questi fascisti, con "risoluzioni", manifesti,
dichiarazioni in tv, chiedono il varo di una legge che ponga al
di sopra di ogni altro cittadino i "difensori della patria" e gli
"eroi della guerra patriottica", con privilegi sociali e
politici, soprattutto con la garanzia di non essere processati,
nemmeno in Croazia, per i crimini di guerra.
Tutto questo in nome dell'"eroe" Mirko Norac, che ieri è comparso
davanti alla Corte di Fiume, dopo 15 giorni di latitanza.
Interrogato dal giudice istruttore Sajonara Culina, ha negato
ogni accusa, affermando di non essere nemmeno a conoscenza dei
crimini di guerra addebitatigli dal Tribunale dell'Aja - le
stragi dell'autunno '91 a Gospic dove 160 civili serbi furono
sterminati dai suoi uomini. Norac ha anzi sostenuto di aver
"tranquillamente trascorso" gli ultimi 15 giorni a Zagabria
"senza sapere neppure dell'ordine di cattura". In realtà,
spaventato dalle minacce di putsch fascisti, il governo
di centrosinistra aveva addirittura accordato al ricercato Norac
l'onore d'essere ricevuto "a rapporto" dal presidente della
Repubblica, che lo aveva atteso invano per tre giorni: l'"eroe",
infatti, si era dato alla macchia. Il magistrato ha convalidato
l'arresto almeno fino all'11 marzo, termine dell'inchiesta, cui
seguirà la decisione sul rinvio a giudizio: se riconosciuto
colpevole, Norac rischia fino a 20 anni.
Molti di questi sospetti criminali di guerra "patriottica" -
implicati in massacri di civili dalla Slavonia all'ex Krajina e
Dalmazia - sono tra gli organizzatori della mobilitazione delle
camicie nere: temono di finire davanti al Tribunale dell'Aja.
Sono i camerati di quel generale Agim Ceku, capo dell'esercito di
Tudjman in Croazia, accusato per il massacro compiuto nella
"Sacca di Medak", in Krajina, nel 1993: quindici villaggi rasi al
suolo, tutti gli abitanti trucidati. Tudjman mandò in Kosovo al
comando dell'Uck. Ora è a capo del "Corpo di protezione del
Kosovo", forza che ricicla la crema dei guerriglieri kosovari -
da una settimana dilagati oltre il Kosovo, spargendo il terrore
ai confini di Serbia e Macedonia.
Ma torniamo in Croazia: le forze neofasciste riusciranno nei loro
intenti? No, al massimo riusciranno a terrorizzare per mesi,
proseguendo nella caccia ai cittadini di etnia serba e a chi non
sia di "pura razza croata". Nonostante i tentennamenti e
cedimenti del governo, le forze democratiche si sono mosse per
erigere una diga contro l'ondata nera. Domenica migliaia di
croati e italiani dell'Istria si sono riversati a Pola per una
manifestazione di "democrazia, pace e convivenza". Lunedì, in
poche ore, nella piazza centrale di Zagabria, organizzazioni non
governative hanno raccolto le prime 18mila firme "per lo stato di
diritto" e contro il neoustascismo. Martedì nella stessa piazza,
rispondendo all'iniziativa di 40 associazioni pacifiste,
femministe e antirazziste, decine di migliaia di cittadini hanno
detto "no" al fascismo. No ripetuto nelle elezioni comunali delle
città di Krizevci e Obrovac. L'Hdz e l'estrema destra sono state
battute, marginalizzate. A Obrovac (nell'ex Krajina), dove la
popolazione serba fu spazzata via da Tudjman e sostituita con
coloni di "pura razza croata" giunti dalla Bosnia, l'Hdz ha
raccolto meno del 20% dei voti, i neofascisti il 5%; il
centrosinistra il 75%.