Croazia, perseguiti per strage due generali
Succede per la prima volta: due generali dell'esercito
croato, Mirko Norac e Milan Canic, risponderanno alla
magistratura per crimini di guerra compiuti a partire
dall'autunno del 1991 nella città di Gospic, di cui avevano il
comando, dove furono rastrellati, torturati e infine fucilati
oltre 150 civili di etnia serba. Il loro arresto era stato più
volte preannunciato dai media croati in relazione al processo
istruttorio, in corso al Tribunale di Fiume dallo scorso
settembre, a carico di cinque "patrioti" coinvolti nelle stragi
di Gospic del '91, e nell'assassinio, lo scorso anno, del
supertestimone del Tribunale internazionale dell'Aja per i
crimini di guerra Milan Levar.
Norac e Canic sono accusati del massacro di 150 civili
serbi a Gospic. Insorge l'estrema destra
GIACOMO SCOTTI -
ZAGABRIA-FIUME
Milan Canic è stato arrestato ieri mattina nella sua casa di
Gospic e incarcerato a Fiume. Mirko Norac, invece, avvertito
tempestivamente da qualcuno nelle alte sfere della polizia, è
scomparso e contro di lui è stato spiccato un mandato di cattura
internazionale: si era prestata fede alla sua promessa di
presentarsi volontariamente alla Procura di Fiume, e all'arresto;
ora non si esclude una sua fuga in Erzegovina, tra i molti amici
neoustascia.
Norac, semplice poliziotto ventunenne di un reparto
"antiterrorismo" nel '90, giunse nel settembre 1991 nella città
di Gospic, abitata per metà da serbi, ne assunse il comando
militare - assieme al comando della 118 brigata dell'esercito
croato - e diede inizio alla "pulizia etnica". Denunciato già
nell'autunno del '91 per il terrore instaurato in città, gli fu
tolto il comando, ma lui rimase affermando: "Riconosco solo gli
ordini del generale Luburic" - alludendo al defunto ministro di
polizia del regime ustascia durante la II guerra mondiale, e
comandante dei campi di sterminio in Croazia. Lo stesso Norac nel
'91 costituì un partito neoustascia, il "Movimento per lo Stato
croato", proclamandosi padrone assoluto di Gospic, e con la
protezione dell'allora ministro della difesa di Tudjman, e leader
dei neoustascia, Gojko Susak, nel '93 era già generale.
Milan Canic, arrestato ieri, nel '91 era il vicecomandante di
Gospic e braccio destro di Norac. Nel processo istruttorio di
Fiume sulle stragi di Gospic era comparso finora fra i cento
testimoni. Ma si è accertato che sia lui che Norac furono
presenti (pare anzi che diressero) due riunioni segrete -
nell'ottobre '91 - in cui fu decisa la sorte degli oltre 150
civili serbi rastrellati in città: un primo gruppo massacrato in
località Pazariste, il secondo a Lipova Glavica, i cadaveri
gettati in una fossa comune a Debelo Berdo.
Milan Canic è colui che, sette mesi fa, quando iniziarono gli
arresti di presunti criminali di guerra, fondò a Gospic il primo
dei cento "Comitati per la difesa della dignità della guerra
patriottica" che solidarizzano con "gli eroi nazionali", ossia i
criminali di guerra.
Furibonde le reazioni delle forze di estrema destra. Il "Comando
generale per la difesa della dignità della guerra patriottica",
che riunisce i Comitati, ha diffuso una nota: "Non permetteremo
la criminalizzazione della guerra patriottica, reagiremo,
chiameremo a raccolta i nostri uomini, formeremo battaglioni di
volontari disarmati e li schiereremo davanti al carcere e al
tribunale per impedire con i nostri corpi che il generale Norac
venga incarcerato o processato". La quarantina di deputati del
partito tudjmaniano al parlamento croato, insieme a cinque
deputati neoustascia, ieri hanno abbandonato la seduta per
protesta contro l'arresto di Canic e il tentato arresto di Norac,
affermando, per bocca del loro capogruppo: "questo è un atto
contro la Croazia".