Zagabria, bomba all'Ossario dei partigiani

GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

Zagabria, bomba all'Ossario dei partigiani
Fascisti neoustascia di nuovo all'offensiva in Croazia. Proteste al governo dei leader della sinistra
GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

L'estrema destra in Croazia, che ingenuamente qualcuno riteneva fosse stata sconfitta con la scomparsa di Tudjman e l'allontanamento dal potere dell'Hdz, è di nuovo all'offensiva. I fascisti neoustascia e i nostalgici del regime sconfitto il 3 gennaio dello scorso anno hanno firmato un attentato terroristico particolarmente simbolico facendo esplodere un ordigno dinamitardo sotto l'Ossario degli eroi partigiani nel monumentale e centralissimo Cimitero Mirogoj di Zagabria. A parte i gravissimi danni arrecati al monumento, per fortuna non ci sono state vittime.
La reazione delle forze democratiche è stata immediata e, si promette, sarà seguita da iniziative concrete per far cessare la catena delle provocazioni dei neofascisti cominciata lo scorso anno con la costruzione abusiva, nella cittadina di Slunj nell'ex Krajina, di un monumento a Jure Francetic, criminale di guerra e "eroe" del regime ustascia nella II guerra mondiale.
Quel monumento, con tanto di lapide apologetica degli stermini compiuti dai nazifascisti croati contro partigiani, ebrei e altri combattenti della Resistenza, sta ancora lì, nessuna autorità governativa si è mossa per rimuoverlo. Si spera ora che almeno vengano scoperte le tracce dei terroristi di Mirogoj perché, come ha detto lo stesso premier croato Ivica Racan - peraltro il maggior responsabile della politica del "lasciar fare" e della tolleranza verso i fascisti -questo attentato "è rivolto non solo contro l'antifascismo, ma anche contro la democrazia e la vita pacifica dei cittadini".
Una rapidissima ed energica azione che porti alla scoperta dei responsabili, ma anche dei vari covi di terrorismo neoustascia nel paese, è stata chiesta anche dai massimi esponenti delle associazioni della Resistenza e dell'antifascismo, e dai leader dei partiti di sinistra, fra cui il deputato della Dieta democratica istriana Damir Kajin.
Kajin ha ricordato che dal 1990 a oggi sono stati distrutti in Croazia, con il benestare del passato regime e nell'indifferenza del nuovo governo di centro sinistra, ben 4.000 monumenti partigiani. "E' una barbarie - ha detto -conseguenza di una politica portata avanti per dieci anni. Evidentemente la situazione non è cambiata nemmeno negli ultimi tredici mesi".
L'esplosione al Mirogoj è avvenuta nel tardo pomeriggio, alle 17,35, quando nel cimitero c'era poca gente, ma c'era. La polizia è arrivata sul posto chiamata da un testimone e dalla potente deflagrazione. Sono in molti, purtroppo, a temere che ancora una volta - grazie anche all'inquinamento di certi delicati organi dello Stato nei quali tuttora pullulano uomini di Tudjman - difficilmente si metteranno le mani sugli esecutori e sui mandanti.
Ricordiamo, in questa occasione, che l'estate scorsa, nel giorno dell'anniversario dell'inizio della lotta partigiana in Croazia (22 luglio 1941), i neoustascia croati devastarono in pieno giorno e al cospetto della polizia il monumento-ossario di Veljun, cittadina nella quale durante il regime di terrore di Ante Pavelic (1941-1945) oltre 500 persone furono massacrate soltanto perché di etnia serba e di religione "scismatica", cioè cristiano-ortodossa. I neoustascia, non contenti della loro "eroica impresa" di dissacrazione dell'ossario, celebrarono l'episodio con un raduno, inneggiando al "duce" dell'ustascismo. Durante quell'adunata di camicie nere, una donna si calò le mutandine e, al cospetto di tutti, applauditissima, urinò sulle ossa dei martiri. Ancora oggi quella donna fascista e i suoi camerati girano liberi per il paese, tenendo raduni provocatori. Nessuno li tocca.

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