Zagabria, bomba all'Ossario dei partigiani
GIACOMO SCOTTI -
ZAGABRIA
La reazione delle forze democratiche è stata immediata e, si
promette, sarà seguita da iniziative concrete per far cessare la
catena delle provocazioni dei neofascisti cominciata lo scorso
anno con la costruzione abusiva, nella cittadina di Slunj nell'ex
Krajina, di un monumento a Jure Francetic, criminale di guerra e
"eroe" del regime ustascia nella II guerra mondiale.
Quel monumento, con tanto di lapide apologetica degli stermini
compiuti dai nazifascisti croati contro partigiani, ebrei e altri
combattenti della Resistenza, sta ancora lì, nessuna autorità
governativa si è mossa per rimuoverlo. Si spera ora che almeno
vengano scoperte le tracce dei terroristi di Mirogoj perché, come
ha detto lo stesso premier croato Ivica Racan - peraltro il
maggior responsabile della politica del "lasciar fare" e della
tolleranza verso i fascisti -questo attentato "è rivolto non solo
contro l'antifascismo, ma anche contro la democrazia e la vita
pacifica dei cittadini".
Una rapidissima ed energica azione che porti alla scoperta dei
responsabili, ma anche dei vari covi di terrorismo neoustascia
nel paese, è stata chiesta anche dai massimi esponenti delle
associazioni della Resistenza e dell'antifascismo, e dai leader
dei partiti di sinistra, fra cui il deputato della Dieta
democratica istriana Damir Kajin.
Kajin ha ricordato che dal 1990 a oggi sono stati distrutti in
Croazia, con il benestare del passato regime e nell'indifferenza
del nuovo governo di centro sinistra, ben 4.000 monumenti
partigiani. "E' una barbarie - ha detto -conseguenza di una
politica portata avanti per dieci anni. Evidentemente la
situazione non è cambiata nemmeno negli ultimi tredici mesi".
L'esplosione al Mirogoj è avvenuta nel tardo pomeriggio, alle
17,35, quando nel cimitero c'era poca gente, ma c'era. La polizia
è arrivata sul posto chiamata da un testimone e dalla potente
deflagrazione. Sono in molti, purtroppo, a temere che ancora una
volta - grazie anche all'inquinamento di certi delicati organi
dello Stato nei quali tuttora pullulano uomini di Tudjman -
difficilmente si metteranno le mani sugli esecutori e sui
mandanti.
Ricordiamo, in questa occasione, che l'estate scorsa, nel giorno
dell'anniversario dell'inizio della lotta partigiana in Croazia
(22 luglio 1941), i neoustascia croati devastarono in pieno
giorno e al cospetto della polizia il monumento-ossario di
Veljun, cittadina nella quale durante il regime di terrore di
Ante Pavelic (1941-1945) oltre 500 persone furono massacrate
soltanto perché di etnia serba e di religione "scismatica", cioè
cristiano-ortodossa. I neoustascia, non contenti della loro
"eroica impresa" di dissacrazione dell'ossario, celebrarono
l'episodio con un raduno, inneggiando al "duce" dell'ustascismo.
Durante quell'adunata di camicie nere, una donna si calò le
mutandine e, al cospetto di tutti, applauditissima, urinò sulle
ossa dei martiri. Ancora oggi quella donna fascista e i suoi
camerati girano liberi per il paese, tenendo raduni provocatori.
Nessuno li tocca.