Il ricettario della Banca mondiale
E' lei che ormai si occupa di salute nel mondo, e ora
cerca alleati tra le Ong. Ma viene contestata plateamente
N. D. -
SAVAR (Bangladesh)
Il rappresentante della Bm ha sottolineato i passi avanti
fatti nell'analisi del problema - la Banca ha appena pubblicato
un rapporto che delinea le ineguaglianze nell'accesso alla salute
in 40 paesi - come pure nelle misure adottate per combattere la
malaria, il virus dell'Hiv/Aids, per sradicare la poliomelite in
paesi come l'India.
La Bm è il primo donatore per i programmi dedicati alla
salute di base, con 125 miliardi di dollari l'anno. Ed ha
sciorinato una serie di glorie: la lotta contro la tubercolosi
(la Bm è membro della rete internazionale Stop
Tb, ed è in procinto di mettere in circolazione tre nuovi
medicinali per combattere questa patologia), i programmi di
controllo delle malattie infettive in India e Bangladesh, i
programmi di fornitura di acqua potabile in Nepal e in India.Non
è mancata l'autocritica. Ma con una subitanea ripresa del
registro autocelebrativo. "E' vero che i programmi di
aggiustamento strutturale di prima generazione, dieci anni fa,
non tenevano abbastanza in conto le questioni sociali. Ma non si
può più dire dei programmi recenti, che in taluni casi hanno
incrementato il bilancio per le spese sanitarie". E ha
proseguito, coraggiosamente: "La Banca Mondiale non vuole
che i governi facciano pagare i servizi della salute ai loro
cittadini. Mai abbiamo invocato quella che voi chiamate la
privatizzazione delle spese sanitarie".
Non ha mai detto, il Signor Banca Mondiale, che i prestiti
concessi sono spesso un ulteriore aggravio del fardello del
debito che i paesi a basso reddito devono restituire, distraendo
fondi precisamente alle spese sociali. Un normale esercizio di
marketing, ha risposto per le rime Charles Mutasa, dello
Zimbabwe: "Il mondo non ha bisogno di carità, ma di giustizia.
Non ha molto senso elencare quanti soldi si spendono contro la
lebbra in India, o contro la poliomelite, mentre si sostengono
regimi commerciali assolutamente iniqui che creano miseria. Ha
poco senso prendersela con i governi africani". L'Africa è
strozzata da un debito di 300 miliardi di dollari (367 dollari
per africano) e per ogni dollaro concesso al continente, l'Africa
deve restituirne 3 in servizio del debito.
"Forse nessuna medicina è meglio della medicina sbagliata",
ribatte Antonio Tujan delle Filippine, sottolineando come, dei
quasi due miliardi di dollari prestati al suo paese nel 1999,
solo il 3% era destinato alla salute. La razionalizzazione dei
servizi sociali comporta la mercificazione della sanità e la
privatizzazione delle cure. Siamo noi Ong che sostituiamo i
governi in quelle che sarebbero le loro mansioni e
responsabilità.
La partnership con le Ong, più volte ricordata da Richard Lee
Skolnik nel suo intervento, altro non è che una forma di
inaccettabile cooptazione, ha incalzato Muzzafer Ahmad,
professore di business administration all'Università di Dakha.
"La Banca Mondiale lo ha fatto prima con i
burocrati, poi con i politici, adesso ci prova con la
società civile". Ma non trova terreno fertile all'Assemblea di
Savar. Uno dopo l'altro, si sono succeduti gli interventi dal
pubblico. Pieni di emozione. Forti dell'esperienza diretta con le
popolazioni povere. Carichi, soprattutto, delle frustrazioni che
questo lavoro comporta ogni giorno, a fronte della sofferenza
silenziosa di miliardi di persone.