Le medicine dei poveri

NICOLETTA DENTICO * - SAVAR (Bangladesh)

Le medicine dei poveri
Si chiamano diritti umani e democrazia, ma sono poco utilizzate. Per la prima volta, in Bangladesh, ecco riuniti i rappresentanti di Ong provenienti da 92 paesi del mondo. Il problema è: come difendersi dall'assalto "globale" al diritto alla salute?
NICOLETTA DENTICO * - SAVAR (Bangladesh)


" Give health a chance!". E' lo slogan che meglio racchiude il senso della "Assemblea dei Popoli per la Salute 2000" (People Health Assembly 2000) in corso in questi giorni a Savar, in Bangladesh, dal 4 all'8 dicembre, con la partecipazione di oltre 1500 rappresentanti di 92 paesi. L'incontro, il primo nel suo genere, è il più grande consesso sui temi della salute dai tempi della pionieristica conferenza mondiale di Alma Ata, che nel lontano 1978 sancì il principio della salute di base per tutti entro il 2000: un diritto fondamentale dell'umanità.
Il fatto di trovarsi così numerosi oggi, qui in Bangladesh, è per molti il coronamento di un sogno coltivato nel tempo: l'idea originale di una People Health Assembly prese forma a metà degli anni '80. Fu presto chiaro, infatti, che la salute di base rischiava di restare una bella formula, sottoscritta da tutti i membri dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ma del tutto inapplicata nella realtà. Soprattutto in quella dei paesi cosiddetti in via di sviluppo. Insomma, l'ennesima promessa tradita.
Il fatto che tutte le sessioni di questo straordinario evento popolare si tengano in Bangladesh, e in particolare all'interno del campus dell'organizzazione di sviluppo Gonoshastraya Kendra, non è un caso. Questa organizzazione non governativa, nata dalla esperienza dell'ospedale da campo di Tripula (lungo il confine tra India e Pakistan orientale) durante la guerra di liberazione del Bangladesh nel 1971, è ben nota tra gli addetti ai lavori per i suoi avanzati programmi di salute di base (ad Alma Ata, il Gonoshastraya Kendra fu studiato come uno dei casi più riusciti di accesso alla salute per tutti). Qualcuno l'ha già definito il controvertice dell'Oms. Di certo si colloca bene tra il concomitante vertice europeo di Nizza, l'incontro africano di Dhakar sul debito e la conferenza di Okinawa sulle malattie infettive, sotto l'egida del G8.
L'Assemblea è solo l'inizio di un nuovo movimento globale, e questo è il desiderio e l'impegno di tutti qui. Pertanto, una delle priorità dell'incontro è la definizione di uno strumento di lavoro comune, una "Carta per la Salute", che inglobi i principi e gli obiettivi, le sfide e il piano d'azione di questo movimento negli anni a venire. Se infatti una delle cause del fallimento di Alma Ata è stata la scarsa, scarsissima attenzione ai meccanismi istituzionali che avrebbero dovuto attuarne i principi, oggi si assiste ad un'autentica abdicazione da parte dei governi sulla salute a favore di attori privati, che sfuggono ad ogni controllo pubblico. L'accesso alla salute pubblica rischia cioé di essere vittima prescelta della globalizzazione economica e delle ricette neoliberaliste delle istituzioni finanziarie e commerciali internazionali (Fondo monetario internazionale, Banca mondiale e Organizzazione mondiale del commercio) che governano le politiche mondiali.
Incontenibile sembra poi il ruolo e il potere delle multinazionali. Lo racconta meglio di tante parole la pantomima del gruppo filippino che ha dato inizio ai lavori, nel segno della impari battaglia tra sostenibilità femminile e bramosia commerciale maschile: una donna divisa tra le accattivanti e chiassose sollecitazioni delle multinazionali Gerber e Nestlé, con i loro paffuti bambini occidentali, ed il dolce richiamo naturale all'allattamento al seno. Nella finzione del palcoscenico hanno la meglio le donne, ma così non è per le madri dei 4000 bambini che ogni giorno muoiono nei paesi poveri a causa dell'allattamento artificiale indotto. Un altro esempio? La cittadina indiana di Bhopal ricorda ancora le conseguenze sanitarie del terribile incidente che 16 or sono anni uccise 60.000 persone; ma la lotta dei sopravvissuti di Bhopal contro la Union Carbide e il governo indiano è la realtà di ogni giorno in molte regioni del mondo. Vilma Salinas, di Mondanao, identifica la radice del problema salute nelle Filippine nella progressiva espropriazione della terra ai contadini da parte delle multinazionali che producono banane, ananas, palma da zucchero. Il governo non spende un soldo per la sanità, ma molti miliardi nell'acquisto delle armi che proteggono gli interessi economici di pochi ed assicurano il terrore di tutti. E' toccato anche a lei, semplice operatrice di salute, che ha dovuto abbandonare la comunità d'origine per continuare a vivere. E a lavorare.
Insomma il nobel Amartya Sen ha ragione quando sostiene che la salute altro non è che la politica con altri mezzi. Mentre le storie ascoltate qui a Savar insegnano che l'assistenza sanitaria, in questi decenni, è stata usata come strumento potentissimo di controllo sociale.
Numerose testimonianze, ogni giorno, imbastiscono la trama dell'assemblea. C'èun gran bisogno di discutere la diversità dei problemi sanitari vissuti sul terreno, ed ascoltare alcuni dei rimedi positivi già utilizzati. C'è una grande voglia di dare nome e volto alle conseguenze del deterioramento dei servizi sanitari pubblici, dovuto ai tagli di bilancio; delle riforme sanitarie; delle privatizzazioni in corso su scala planetaria; dei programmi di aggiustamento strutturale che Banca mondiale e Fondo Monetario internazionale impongono ai paesi impoveriti con il pretesto della razionalizzazione dei servizi sociali e la chimera della crescita economica. Un vero e proprio assalto della politica economica contro il diritto alla salute.
Un diritto, appunto, e non una mercanzia in vendita. Un diritto che si articola in un agenda politica ambiziosa, sul piano internazionale: giustizia sociale, equa accessibilità alle risorse, un nuovo regime del commercio mondiale, la tassazione dei flussi finanziari, l'immediata cancellazione del debito dei paesi più poveri. In altre parole, la partecipazione dei cittadini. O, se volete, democrazia e diritti umani: non esiste medicina piu' efficace di questa.
* dir. Médecins sans frontières Italia
15 MILIONI DI ADULTI

Tante sono le persone che ogni anno muoiono di malattie infettive "perfettamente curabili". Di queste 4 milioni muoiono di infezioni respiratorie, 2 milioni e mezzo di malattie intestinali.
(Fonte: Rapporto Oms 2000)

10 MILIONI DI BAMBINI

Tanti sono i bambini sotto i cinque anni che ogni anno muoiono per infezioni respiratorie, infenzioni intestinali (diarrea), tbc e malaria.
(Fonte: Rapporto Oms 2000)

4 MILA NEONATI AL GIORNO

Tanti sono i neonati che ogni giorno muoiono per malattie dovute all'allattamento artificiale indotto.


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