Le medicine
dei poveri
" Give health a chance!". E' lo slogan che meglio racchiude
il senso della "Assemblea dei Popoli per la Salute 2000"
(People Health Assembly 2000) in corso in questi giorni a
Savar, in Bangladesh, dal 4 all'8 dicembre, con la partecipazione
di oltre 1500 rappresentanti di 92 paesi. L'incontro, il primo
nel suo genere, è il più grande consesso sui temi della salute
dai tempi della pionieristica conferenza mondiale di Alma Ata,
che nel lontano 1978 sancì il principio della salute di base per
tutti entro il 2000: un diritto fondamentale dell'umanità. Tante sono le persone che ogni anno muoiono di malattie infettive
"perfettamente curabili". Di queste 4 milioni muoiono di
infezioni respiratorie, 2 milioni e mezzo di malattie
intestinali. 10 MILIONI DI BAMBINI Tanti sono i bambini sotto i cinque anni che ogni anno muoiono
per infezioni respiratorie, infenzioni intestinali (diarrea), tbc
e malaria. 4 MILA NEONATI AL GIORNO Tanti sono i neonati che ogni giorno muoiono per malattie dovute
all'allattamento artificiale indotto.
Si chiamano diritti umani e democrazia, ma sono poco
utilizzate. Per la prima volta, in Bangladesh, ecco riuniti i
rappresentanti di Ong provenienti da 92 paesi del mondo. Il
problema è: come difendersi dall'assalto "globale" al diritto
alla salute?
NICOLETTA DENTICO * -
SAVAR (Bangladesh)
Il fatto di trovarsi così numerosi oggi, qui in Bangladesh, è per
molti il coronamento di un sogno coltivato nel tempo: l'idea
originale di una People Health Assembly prese forma a
metà degli anni '80. Fu presto chiaro, infatti, che la salute di
base rischiava di restare una bella formula, sottoscritta da
tutti i membri dell'Organizzazione mondiale della sanità
(Oms), ma del tutto inapplicata nella realtà. Soprattutto in
quella dei paesi cosiddetti in via di sviluppo. Insomma,
l'ennesima promessa tradita.
Il fatto che tutte le sessioni di questo straordinario evento
popolare si tengano in Bangladesh, e in particolare all'interno
del campus dell'organizzazione di sviluppo Gonoshastraya
Kendra, non è un caso. Questa organizzazione non governativa,
nata dalla esperienza dell'ospedale da campo di Tripula (lungo il
confine tra India e Pakistan orientale) durante la guerra di
liberazione del Bangladesh nel 1971, è ben nota tra gli addetti
ai lavori per i suoi avanzati programmi di salute di base (ad
Alma Ata, il Gonoshastraya Kendra fu studiato come uno
dei casi più riusciti di accesso alla salute per tutti). Qualcuno
l'ha già definito il controvertice dell'Oms. Di certo si
colloca bene tra il concomitante vertice europeo di Nizza,
l'incontro africano di Dhakar sul debito e la conferenza di
Okinawa sulle malattie infettive, sotto l'egida del G8.
L'Assemblea è solo l'inizio di un nuovo movimento globale, e
questo è il desiderio e l'impegno di tutti qui. Pertanto, una
delle priorità dell'incontro è la definizione di uno strumento di
lavoro comune, una "Carta per la Salute", che inglobi i principi
e gli obiettivi, le sfide e il piano d'azione di questo movimento
negli anni a venire. Se infatti una delle cause del fallimento di
Alma Ata è stata la scarsa, scarsissima attenzione ai meccanismi
istituzionali che avrebbero dovuto attuarne i principi, oggi si
assiste ad un'autentica abdicazione da parte dei governi sulla
salute a favore di attori privati, che sfuggono ad ogni controllo
pubblico. L'accesso alla salute pubblica rischia cioé di essere
vittima prescelta della globalizzazione economica e delle ricette
neoliberaliste delle istituzioni finanziarie e commerciali
internazionali (Fondo monetario internazionale, Banca
mondiale e Organizzazione mondiale del commercio) che
governano le politiche mondiali.
Incontenibile sembra poi il ruolo e il potere delle
multinazionali. Lo racconta meglio di tante parole la pantomima
del gruppo filippino che ha dato inizio ai lavori, nel segno
della impari battaglia tra sostenibilità femminile e bramosia
commerciale maschile: una donna divisa tra le accattivanti e
chiassose sollecitazioni delle multinazionali Gerber e
Nestlé, con i loro paffuti bambini occidentali, ed il
dolce richiamo naturale all'allattamento al seno. Nella finzione
del palcoscenico hanno la meglio le donne, ma così non è per le
madri dei 4000 bambini che ogni giorno muoiono nei paesi poveri a
causa dell'allattamento artificiale indotto. Un altro esempio? La
cittadina indiana di Bhopal ricorda ancora le conseguenze
sanitarie del terribile incidente che 16 or sono anni uccise
60.000 persone; ma la lotta dei sopravvissuti di Bhopal contro la
Union Carbide e il governo indiano è la realtà di ogni
giorno in molte regioni del mondo. Vilma Salinas, di Mondanao,
identifica la radice del problema salute nelle Filippine nella
progressiva espropriazione della terra ai contadini da parte
delle multinazionali che producono banane, ananas, palma da
zucchero. Il governo non spende un soldo per la sanità, ma molti
miliardi nell'acquisto delle armi che proteggono gli interessi
economici di pochi ed assicurano il terrore di tutti. E' toccato
anche a lei, semplice operatrice di salute, che ha dovuto
abbandonare la comunità d'origine per continuare a vivere. E a
lavorare.
Insomma il nobel Amartya Sen ha ragione quando sostiene che la
salute altro non è che la politica con altri mezzi. Mentre le
storie ascoltate qui a Savar insegnano che l'assistenza
sanitaria, in questi decenni, è stata usata come strumento
potentissimo di controllo sociale.
Numerose testimonianze, ogni giorno, imbastiscono la trama
dell'assemblea. C'èun gran bisogno di discutere la diversità dei
problemi sanitari vissuti sul terreno, ed ascoltare alcuni dei
rimedi positivi già utilizzati. C'è una grande voglia di dare
nome e volto alle conseguenze del deterioramento dei servizi
sanitari pubblici, dovuto ai tagli di bilancio; delle riforme
sanitarie; delle privatizzazioni in corso su scala planetaria;
dei programmi di aggiustamento strutturale che Banca
mondiale e Fondo Monetario internazionale impongono
ai paesi impoveriti con il pretesto della razionalizzazione dei
servizi sociali e la chimera della crescita economica. Un vero e
proprio assalto della politica economica contro il diritto alla
salute.
Un diritto, appunto, e non una mercanzia in vendita. Un diritto
che si articola in un agenda politica ambiziosa, sul piano
internazionale: giustizia sociale, equa accessibilità alle
risorse, un nuovo regime del commercio mondiale, la tassazione
dei flussi finanziari, l'immediata cancellazione del debito dei
paesi più poveri. In altre parole, la partecipazione dei
cittadini. O, se volete, democrazia e diritti umani: non esiste
medicina piu' efficace di questa.
* dir. Médecins sans frontières Italia
15 MILIONI DI ADULTI
(Fonte: Rapporto Oms 2000)
(Fonte: Rapporto Oms 2000)