Se scienza e politica si parlano

GRAZIA ZUFFA

COMMENTO
Se scienza e politica si parlano
GRAZIA ZUFFA

Mentre ascolto l'intervento del ministro della sanità, Umberto Veronesi, mi viene in mente Giancarlo Arnao, che sicuramente lo avrebbe apprezzato. Una delle questioni che più indignava Giancarlo era la convivenza "difficile", se non spesso il divorzio, fra scienza e politica, o meglio fra scienza e "cattiva" politica. Quella che per ragioni strumentali -a volte semplicemente per equilibrismi mediocri e calcoli elettorali cretini - sceglie la via della retorica facendo a meno della ragione.
Veronesi ha invece esordito con un'affermazione "rivoluzionaria", per chi come lui ha responsabilità politiche a così alto livello: "Sono aperto a tutte le soluzioni che abbiano un'evidenza scientifica di efficienza, ma soprattutto di efficacia".
E' il principio cardine della riduzione del danno, che propone (sono ancora le sue parole) "accettazione e tolleranza" verso il consumo di droga, prendendo atto che questo approccio è l'unico, dati alla mano, capace di contenere i danni più gravi: la mortalità, la diffusione delle infezioni, Hiv in testa, l'emarginazione dei consumatori.
A fronte all'ambiguo slogan da crocerossine "contro le droghe cura la vita", in cui si vorrebbe inglobare la riduzione del danno (ribadito oggi dalla ministra Turco), queste chiare parole, "accettazione e tolleranza", danno il senso, finalmente, di una scelta politica. Quella che finora il governo non ha mai voluto fare.
Pacato, ma deciso, Veronesi ci ha mostrato, dati alla mano, che la discesa lenta, ma costante, della curva della mortalità per l'eroina va di pari passo con la diffusione del metadone e soprattutto dei programmi con metadone a mantenimento. E se in questi trattamenti l'Italia si sta allineando alla maggioranza dei paesi europei, ancora è indietro nella diffusione dei centri a bassa soglia e nell'utilizzo dei medici di base.
E ancora il ministro Veronesi parla senza reticenze sulle sperimentazioni in corso, o già terminate, dei trattamenti con eroina: "Non è possibile rinunciare, a mio parere, alla ricerca di nuove metodologie di cura". Prendendo atto che i risultati della ricerca svizzera sono positivi riguardo al miglioramento della salute, all'inserimento sociale dei consumatori, alla riduzione della criminalità. Una posizione limpida, a fronte dell'evasività della ministra Turco che, senza mai pronunciare la fatidica parola (eroina) ha rimandando ad "uno studio scientifico" delle altrui esperienze di riduzione del danno. E' proprio vero che la politica a volte non teme il ridicolo. Il rapporto finale degli esperti svizzeri è pubblicato in ben tre lingue. Basta saper leggere.
Dulcis in fundo, Veronesi ha affrontato il tema dei consumi giovanili, dell'ecstasy e della canapa. Una parola di buon senso, contro l'isteria dilagante sulle "nuove droghe": il modello prevalente di consumo dell'ecstasy permette di mantenere uno stile di vita normale. Quanto alla canapa, "la mortalità è pari a zero", e l'epidemiologia ci insegna che non è "una droga di passaggio" a quelle pesanti. Sono evidenze scientifiche peraltro ben conosciute. Alla politica sta il coraggio di assumerle.

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