Spalato, le torture di "Lora"
Ieri mattina alle cinque una bomba a mano espla nella città croata
di Spalato ha provocato un morto e quattro feriti, tra cui un
poliziotto in gravissime condizioni. Le indagini sono in corso,
ma gli inquirenti sostengono si sia trattato di una "rissa da
bar" tra bande rivali, e negano ogni collegamento fra l'attentato
e il vertice Ue di Zagabria, nonché l'arrivo qui di Kostunica, e
dunque escludono un atto mirato delle formazioni dell'estrema
destra locale.
I massacri dei miliziani croati della "guerra patriottica": la
mappa si aggiorna
GIACOMO SCOTTI
Formazioni filoustascia e fedelissimi del defunto Tudjman tuttora
imperversano in Croazia, minacciando quasi ogni giorno di
chiamare alle armi contro il governo democratico di Zagabria (al
potere da febbraio) generali in congedo, comandanti in servizio
attivo, e reduci della "guerra patrottica". Oggi si ritrovano
sotto i riflettori dacché sono venuti alla luce altri crimini
compiuti proprio a Spalato nella "guerra patriottica" dai
miliziani del regime sconfitto.
La Procura regionale della Dalmazia ha infatti riaperto il
processo istruttorio per la "strage di Lora", carcere militare di
Spalato dove nei primi due anni di guerra serbo-croata furono
imprigionati centinaia di militari dell'Armata popolare jugoslava
ma anche civili, tutti di etnia serba. Sotto le torture
morirono più di 20 prigionieri, altri furono fucilati, altri
ancora vengono dati per dispersi. Già a fine '92 era stata aperta
un'istruttoria sul "caso" ma subito fu chiusa e su tutto cadde il
pesante silenzio imposto dal regime di Tudjman. Se ne riparla,
dopo otto anni, su richiesta dei familiari delle vittime e anche
perché le autorità sono state messe di fronte a un documento di
oltre cento pagine, diffuso via Internet dal governo di Belgrado,
in cui si accusano delle torture e delle uccisioni al "Lora" i
miliziani del 72 battaglione della polizia militare croata che
operò in quel carcere-lager e in Dalmazia nel 1992 e in anni
successivi.
Il comandante di quel battaglione, colonnello Mate Lausic, è il
primo nel lungo elenco degli accusati: i massimi responsabili del
lager Ivica Bosko, Miroslav Bazov, Romo Dujc detto "Cerni" ovvero
il Nero, tutti originari di Vukovar, Frane Grancic di Imotski e
Tonci Zaninovic. Gli esecutori diretti dei crimini, stando al
documento jugoslavo pervenuto a Zagabria, sono 64, fra i quali il
vicecomandante del battaglione di polizia Tvrtko Pasalic,
erzegovese.
Secondo il documento, che fornisce i nominativi delle vittime, al
"Lora" furono massacrati 18 civili e 7 militari dell'Armata
popolare jugoslava. All'epoca dei crimini il settimanale
Feral Tribune di Spalato, avverso al regime, pubblicò i
nomi di altre cinque persone, non incluse nell'elenco belgradese,
trucidate a Spalato nell'area del "Lora": va detto che dei
crimini compiuti al di là dei muri e del filo spinato del "Lora"
si trovano tracce anche negli archivi delle Nazioni unite.
Il "caso" del carcere militare spalatino trasformato in luogo di
torture e di morte è descritto, insieme ad altri crimini di
guerra croati, in quattro rapporti inviati nel 1992 e 1994 dal
governo jugoslavo all'Onu per denunciare crimini contro l'umanità
e il diritto internazionale.Nella stessa Croazia le stragi di
Spalato furono denunciate a più riprese nel '92 e '93, oltre che
dal settimanale Feral Tribune , anche dal quotidiano
spalatino Slobodna Dalmacija , all'epoca non ancora
asservito al regime - che se ne impossessò con un colpo di mano
nel 1994. Dopo le denunce, però, null'altro successe. Succederà
qualcosa adesso, visto che si è mossa la magistratura?