Lubiana teme i vicini di destra

GIACOMO SCOTTI - LUBIANA

Lubiana teme i vicini di destra
I problemi del nuovo centrosinistra sloveno: Haider e Berlusconi
GIACOMO SCOTTI - LUBIANA


Gli sloveni hanno eletto il nuovo parlamento con maggioranza di centro-sinistra - come previsto alla vigilia -, quindi anche il nuovo governo, che certamente sarà guidato da Janez Drnovsek, leader di Democrazia liberale, sarà una coalizione di centro-sinistra. La destra, che ha governato la Slovenia per poco più di 6 mesi, è uscita dalle elezioni parlamentari di domenica sconfitta e frantumata. E anche se non sono noti ancora i risultati definitivi ufficiali, è possibile - sulla base dello spoglio del 90% dei voti - tracciare il disegno della nuova Camera di Stato: Democrazia liberale di Drnovsek (centro-sinistra), 35 deputati; Partito socialdemocratico di Janez Jansa (destra), 14 o 15 deputati; Lista associata dei socialdemocratici (comunisti riformati) di Borut Pahor, 11 seggi; Partito popolare (centrodestra democristiano) di Franz Zagozen, 8 o 7 seggi; Nuova Slovenia (destra) del premier finora in carica Andrej Bajuk, 8 o 7 seggi; Partito democratico dei pensionati, 4 seggi; Partito dei Giovani, 4 seggi; Partito nazionale (destra neofascista), 4 o 5 seggi.
Altri due seggi, peraltro garantiti, vanno ai candidati delle minoranze italiana (rieletto il capodistriano Roberto Battelli) e ungherese. Con questi due seggi, il futuro governo di centro-sinistra potrà contare sull'appoggio certo di 48 deputati su 90, la maggioranza assoluta. Non è però esclusa una coalizione ancor più ampia - auspicata da Drnovsek - con l'inserimento (e appoggio) dei Giovani e almeno una parte dei Pensionati. Una coalizione così composta sarebbe più di sinistra che di centro-sinistra, e in ogni caso abbastanza determinata a risolvere uno dei principali problemi di politica estera della Slovenia: migliorare i rapporti con la Croazia (definizione dei confini di terra e di mare, in primo luogo), e rafforzare ulteriormente quelli con l'Italia.
Gli elelettori sloveni hanno votato in 3.587 sedi elettorali in patria e 31 all'estero. I cittadini sloveni di nazionalità italiana - complessivamente 2.648 elettori, presenti alle urne meno del 50% degli iscritti - hanno votato sia per i partiti politici che per il candidato (stavolta era unico) al seggio specifico, e cioè nelle sedi speciali presso le comunità degli Italiani di Capodistria, Pirano e Isola d'Istria. La vittoria del centrosinistra è anche una vittoria della minoranza italiana, che vede la garanzia dell'approvazione della "Legge Battelli" che il 15 settembre scorso, prima ancora di passare alla Camera, fu bocciata dal governo Bajuk. Ora non resta che riproporla al nuovo parlamento, per rafforzare i diritti delle minoranze.
La prima sessione della nuova Camera di Stato sarà convocata entro il 4 novembre. A quanto ha dichiarato l'attuale presidente del parlamento Janez Podobnik, "il governo e il parlamento porteranno la Slovenia nell'Unione europea nella prossima legislatura". In questo il governo di Lubiana avrà il massimo appoggio dall'Italia, a meno che a Roma non avvengano svolte destriste.
Nel corso della campagna elettorale, infatti, sia da parte della sinistra che della destra slovena è stato sottolineato il timore di un'eventuale vittoria in Italia delle forze guidate da Berlusconi e Fini, che potrebbero riaccendere passioni irredentistico-nazionalistiche nei riguardi del vicino orientale, inasprendo fra l'altro le polemiche sulla posizione della minoranza slovena a Trieste e nel Goriziano. E rispetto all'Austria, l'affermazione del centrosinistra in Slovenia porterà a un inasprimento dei rapporti con le forze politiche guidate da Haider, che hanno già rinfocolato vecchie ambizioni degli esuli tedeschi che, cacciati dal nord della Slovenia nel corso della seconda guerra mondiale e subito dopo, per aver collaborato attivamente nelle formazioni naziste di occupazione, vorrebbero riavere i loro beni, terre e case, nazionalizzati più di mezzo secolo fa. Gli sloveni di sinistra e destra, uniti su questo punto, temono che governi di destra a Vienna e a Roma possano mettere in discussione - come Haider già fa, incoraggiando le frange estremiste di An della Venezia Giulia - gli stessi confini tracciati dopo la II guerra mondiale, e ricattare Lubiana fin dall'anno prossimo quando la Slovenia celebrerà il 10 anniversario dell'indipendenza.
Già oggi Haider va affermando che senza il suo benestare non ci sarà ampliamento dell'Unione europea alla Slovenia. La politica haideriana del ricatto, dicono a Lubiana, potrebbe essere fatta propria da Berlusconi, se il cavaliere dovesse tornare a Palazzo Chigi. "Noi non dimentichiamo - ha scritto il Delo - che all'epoca in cui fu a capo del governo italiano, Berlusconi abbandonò nelle mani dei neofascisti di Trieste la conduzione della politica estera verso l'Est".

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