La Slovenia torna al centrosinistra?

GIACOMO SCOTTI - LUBIANA

La Slovenia torna al centrosinistra?
Alla vigilia delle elezioni parlamentari di domenica prossima tutti i sondaggi prevedono il ribaltone
GIACOMO SCOTTI - LUBIANA

Domenica 15 ottobre la Slovenia quasi certamente tornerà sui binari del centro-sinistra, condannando col voto la breve stagione del governo di destra guidato dal banchiere Andrej Bajuk, con il sostegno dell'attuale ministro della difesa Janez Jansa, leader dei socialdemocratici (Sds) - che qui si collocano tra i falchi.
Al governo dovrebbe tornare Janez Drnovsek con i suoi liberaldemocratici (Lds). Lo dicono gli ultimi sondaggi, che prevedono anche un'alta affluenza alle urne (il 75-80% su un milione e mezzo di elettori) grazie alla riduzione del numero degli indecisi. Secondo un sondaggio "Ninamedia", commissionato dal quotidiano lubianese Dnevnik , in testa troviamo i liberaldemocratici (Lds) dell'ex premier Janez Drnovsek (centrosinistra) con il 38% delle preferenze. Come si ricorderà, al suo governo fu votata la sfiducia alcuni mesi addietro per la defezione di un deputato, che permise il passaggio dei poteri al governo transitorio di destra di Bajuk, cittadino argentino, oltre che sloveno. Da notare che un precedente sondaggio del quotidiano Delo vedeva sì al primo posto il partito di Drnovsek ma con il 20%. Al secondo posto viene il partito di Jansa, cui il sondaggio del Dnevnik dà il 14% dei suffragi. Al 14%, secondo un ultimissimo sondaggio, la "Lista associata dei socialisti democratici" - il partito della sinistra unita (Zlsd) di Borut Pahor - che riunisce gli ex comunisti che fino a quindici giorni fa venivano dati appena al 5%. E' quasi certo che essi sosterranno Drnovsek.
Si profila invece una disfatta nella variopinta schiera dei partiti a destra dello stesso Jansa - col quale hanno finora puntellato il governo Bajuk - che si sono divisi aspramente in campagna elettorale. Il binomio Sls+Skd , che presenta i conservatori di Franz Zagozen, guida la destra con l'11%, seguito dal partito di Bajuk "Nuova Slovenia" che, apparentato ai cristianopopolari, dovrebbe ottenere l'8%. In parlamento potrebbero entrare anche i pensionati democratici del Desus , cui il sondaggio del Dnevnik dà il 5%, e i neofascisti dell' Sns (Partito nazionalista sloveno) di Zmago Jelincic, di poco sopra la soglia elettorale, che è stata portata dal 3 al 4%.
Complessivamente, da Jansa a Jelincic, il centrodestra raccoglierebbe poco più del 22% dei voti, mentre il centrosinistra e la sinistra insieme dovrebbero superare il 52%. Ma c'è di più: un sondaggio condotto dal più influente quotidiano sloveno, il Delo , conferma la graduatoria del Dnevnik ma tra i primi dà all' Lds di Drnovsek il 32,8%, all'Lds di Jansa solo il 10,8%, alla sinistra unita il 10,5%. I neofascisti, con un 3,7%, sarebbero fuori dal parlamento. Secondo questo secondo sondaggio, però sui banchi dei deputati entrerebbero anche uno o due rappresentanti dell' Sms , il partito dei giovani. Se le cose andranno così, dei 90 seggi in parlamento 34 li conquisterebbe il partito di Drnovsek, 12 il partito di Jansa, 12 la sinistra unita, 9 i conservatori, 6 il partito di Bajuk, 6 i pensionati e 4 i giovani.
Si vota in 88 circoscrizioni elettorali. Le comunità italiane in Slovenia (Capodistria, Isola d'Istria e Pirano) hanno ricandidato Roberto Battelli nel seggio garantito alla minoranza: rielezione assicurata.Il suo sarà il quarto mandato al parlamento di Lubiana dal 1992, quando fu tra i "padri" della Costituzione slovena. Altri candidati di nazionalità italiana nelle file dei partiti sono due deputati uscenti: Aurelio Juri, ex sindaco di Capodistria (Lista unita-Comunisti riformati) e Mario Gasperini di Isola (Democrazia liberale di Drnovsek); il piranese Ugo Fonda si presenta invece per i Verdi. La minoranza italiana vede in un futuro parlamento a maggioranza di centrosinistra la garanzia dell'approvazione della "Legge Battelli" sui diritti delle minoranze che il 15 settembre scorso fu bocciata dal governo Bajuk.

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