Croazia, generale e terrorista
FIUME Ci sono grosse novità da registrare sul fronte dei "criminali in
uniforme" in Croazia. Il generale Ivan Andabak, già esponente di
gruppi terroristici ustascia negli anni del suo "esilio" in
Spagna e Germania, poi posto da Tudjman alla testa di miliziani
croati impegnati nel 1992-95 nella guerra civile in Bosnia (Hvo),
arrestato a Zagabria tre settimane addietro con l'accusa di
essere coinvolto in un traffico di 665 chili di cocaina scoperti
verso la fine del 1999 nel terminal del porto di Fiume, è finito
in realtà dietro le sbarre anche perché sospettato di clamorosi
atti di terrorismo compiuti in Bosnia nel dopoguerra e di crimini
di guerra.
Ivan Andabak, arrestato per traffico di droga, è ora accusato
anche per clamorosi atti di "guerra sporca" in Bosnia
GIACOMO SCOTTI
Dalla sua sede di Sarajevo, il rappresentante personale del
segretario generale dell'Onu, Jacques Paul Klein, ha dichiarato
che Andabak è sospettato di essere il principale architetto
dell'assassinio del viceministro degli affari interni della
Bosnia-Erzegovina, Jozo Leutar, dilaniato in un attentato
dinamitardo a Sarajevo due anni fa. Leutar era un alto esponente
della comunità croato-bosniaca e il suo assassinio gettò benzina
sul fuoco degli scontri fra musulmani e croati, favorendo gli
estremisti secessionisti croati legati al regime zagabrese di
Tudjman. Klein ha rivelato che dell'inchiesta sarajevese a carico
di Andabak per l'omicidio Leutar le autorità croate di Zagabria
erano da tempo al corrente. Nel frattempo le autorità di Sarajevo
hanno provveduto all'arresto, sul loro territorio, di tre croati
bosniaci coinvolti come esecutori nell'assassinio del
viceministro e in "altri atti terroristici": Dominik Ilijasevic
detto Como , Zoran Basic detto Solo e l'ex
autista di Leutar, Zeljko Cosic.
Essendo cittadino della Croazia con residenza in Croazia
(Osijek), il generale Andabak non sarà estradato in Bosnia, per
cui i crimini compiuti dalla banda terroristica croato-bosniaca
della quale Andabak sarebbe stato il capo, crimini compiuti anche
a Mostar, a Stolac e in altre zone della Bosnia-Erzegovina,
saranno esaminati in processi da celebrarsi separatamente in
Bosnia e in Croazia.
Sul caso del generale Andabak si è fatto vivo anche il presidente
del partito croato "Hsp 1861" Dobroslav Paraga, già capo nella
scorsa guerra di milizie in camicia nera, da diversi anni
convertito alla democrazia ed accanito accusatore dei neofascisti
croati. Egli ha ricordato che già anni fa aveva denunciato l'alto
ufficiale dell'Hvo per l'omicidio del generale dell'Hos (le
milizie di Paraga: "Forze armate croate") Blaz Kraljevic e di
altri suoi commilitoni avvenuto in Erzegovina. Secondo fonti
bosniache, il generale Andabak sarebbe il vero responsabile del
bombardamento e della distruzione dello storico Ponte Vecchio di
Mostar, perla dell'architettura ottomana.
A sua volta la procura conteale di Fiume, alla quale è stata
affidata l'inchiesta a carico del generale per il traffico di
droga, è venuta in possesso di prove che ampliano il fronte dei
crimini: Andabak aveva per socio il gangster inglese Paul Dexter
Furow insieme al quale, oltre alla droga - le cui strade
partivano dall'Ecuador passando per il porto belga di Anversa da
dove continuavano per ferrovia fino a Fiume - portava avanti pure
un lucrosissimo traffico di armi destinate all'organizzazione
terroristica "Vera Ira" fondata nel 1998 dopo la firma della
tregua a Belfast. Le armi raccolte in Croazia venivano fatte
arrivare nell'Irlanda del Nord e nella stessa Inghilterra
sfruttando una catena di organizzazioni umanitarie cattoliche
croate, nelle quali erano inclusi alcuni irlandesi. Appartengono
a questo traffico - ha rivelato il deputato britannico John Tylor
- le armi che sono servite ad attaccare un commissariato di
polizia nell'Irland del nord tre settimane fa e la sede del M16 a
Londra.