Cecil, il respiro del piano

MARCELLO LORRAI - RUVO DI PUGLIA (Bari)

Cecil, il respiro del piano
Il grande pianista african-american chiude il Talos Festival con un assolo memorabile e con l'Instabile orchestra
MARCELLO LORRAI - RUVO DI PUGLIA (Bari)

Dare respiro alla musica, animare il suono, "se no la musica muore": ecco una delle raccomandazioni di Cecil Taylor ai musicisti dell'Instabile durante i tre giorni di prove con l'orchestra, in preparazione dello specialissimo incontro che ha suggellato l'ottava edizione del Talos Festival. Quanto a non far morire la musica, il pianista americano la sa lunghissima: dopo mezzo secolo di carriera (ha compiuto 71 anni in marzo), la sua musica, pur non essendosi sottoposta ad alcun lifting, non mostra ombra di rughe. Se poi vogliamo riferirci alla capacità di mantenere la musica vivissima nello spazio di una performance, a Ruvo Taylor ne ha offerto un saggio folgorante, con un solo magistrale che ha preceduto il set insieme all'orchestra. Cavarsela, di fonte al pianismo di Taylor, parlando di free, o utilizzare per definirlo espressioni che tirano in ballo l'"energia", come spesso avviene, sembra ormai da anni particolarmente inadeguato. Taylor è senz'altro un pianista "energetico", ma certo non solo e non principalmente nel senso in cui, abbastanza banalmente, si è tante volte alluso al suo approccio aggressivo alla tastiera: è tremendamente energetico anche nel sottile lirismo, nella delicatezza esacerbata, nel tatto del suo solismo oggi più che mai abbonda, lasciando ai momenti parossistici un ruolo decisamente limitato. Il livello dei suoi soli è altissimo: ma i 25 minuti iniziali della sua esibizione al Talos, prima che si alzasse dalla tastiera per muoversi sulla scena e declamare le sue cose piuttosto incomprensibili e poi ritornare allo strumento, sono stati memorabili. La virtuosistica varietà dei colori, la padronanza delle dinamiche, la magnetica tenuta nello sviluppare un discorso aperto e nello stesso tempo vigorosamente coerente sono apparsi sbalorditivi.
All'impegnativo rendez-vous col pianista, i musicisti dell'Instabile sono arrivati non soltanto col pungolo di questo superbo solo (che aveva fra l'altro creato nel palazzetto dello sport di Ruvo un miracolo di silenzio e attenzione), ma anche freschi reduci dal trionfo di una settimana prima a Chicago, dove si erano esibiti in un concerto all'aperto davanti ad oltre ventimila spettatori. Due bei regali di compleanno per l'orchestra, che questa estate ha compiuto dieci anni di attività, doppiamente festeggiati a Ruvo. La penultima delle cinque serate del Talos, l'Instabile, spavaldamente al galoppo, ha eseguito la maggior parte dei brani che compongono il nuovo album Litania sibilante (Enja) più alcuni classici, come I virtuosi di Noci, diretto per l'occasione dall'autore Bruno Tommaso che non lavora più abitualmente con l'orchestra, e Sud di Mario Schiano, con un nervoso sax alto del poeta Vittorino Curci. Del tutto eccezionale il connubio finale con Taylor. Niente affatto scontata intanto la disponibilità del pianista, maturata grazie alla attenta mediazione di Gigi Zanon, fotografo di jazz e da diversi anni in confidenza con Taylor: il quale in Europa ha lavorato con orchestre assortite di volta in volta, ma che fino ad ora non si era mai prestato a prodursi con una compagine già definita e dotata di una propria precisa fisionomia. E una sfida non ovvia per l'Instabile, formata in larga parte da musicisti con vocazione ed esperienze improvvisative, ma come insieme abituata a lavorare su partiture. Come suo costume, Taylor ha invece sollecitato l'orchestra con alcuni canovacci, che nel corso delle prove ha poi arricchito e modificato sulla base del feedback dei musicisti. Metodo laborioso, ma che ha una logica e che all'atto pratico ha funzionato egregiamente. Grazie anche alla sensibiliutà di Taylor nello stimolare costantemente l'orchestra lungo tutta l'ora della performance, e alla capacità dei musicisti di rapportarsi anche ad una musica non scritta nota per nota e di reagire e trovare soluzioni in tempo reale. Surriscaldate sarabande free, spazi improvvisativi, aperture delicate, motivi lirici di raccordo che potevano ricordare certi struggenti passaggi di un capolavoro del free come Conquistador, e l'impatto materico del suono: la cifra stilistica di Taylor c'era tutta, ma anche episodi insoliti e di particolare magia, come una sorta di dialogo fra il pianista impegnato a pizzicare le corde dello strumento e il violino di Geremia, e il clamoroso duetto di pianoforti, emerso in manie
ra inattesa, fra Taylor e il bravissimo Petrin. Severo custode della propria integrità artistica, Taylor non ha nascosto il proprio gradimento per quest'esperienza, mentre l'Instabile ha aperto per il futuro una nuova pagina, del resto inscritta nel suo Dna.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it