Una notte in festa

NICOLETTA NOVELLO - DRO (Trento)

Una notte in festa
Si chiude il Drodesera, festival di danza e musica
NICOLETTA NOVELLO - DRO (Trento)

Ancora una giornata di festeggiamenti per i vent'anni compiuti dal Drodesera festival. Chiude i battenti oggi dopo una settimana di intenso programma che ha trascinato un pubblico - era una folla per l'apertura lasciata alla musica incandescente di Bregovic nel castello di Arco - tra piazze e cortili di Dro, Ceniga e Arco, piccoli paesi a pochi chilometri dal lago di Garda, che d'estate offrono ospitalità e calore agli artisti. Molti, moltissimi quest'anno, a dimostrare che la passionale artigianalità di un gruppo di persone, la cooperativa il Gaviale, in testa Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi, è riuscita negli anni a crearsi uno spazio riconosciuto nel panorama festivaliero.
Drodesera è partito nell'81 con pochi spettacoli e finanziamento zero ma molta sicurezza nel saper proporre, sostenere e produrre artisti e progetti che per il ventennale non sono mancati all'appello. In molti a Dro hanno mosso i primi passi. Vent'anni dopo sono tornati con un'altra fama ma la stessa voglia di laboratorio, Daniele Sepe, Moni Ovadia, Teatro Settimo, Giuseppe Cederna, Aringa & Verdurini, la Banda Osiris, Pippo Delbono. Un amarcord - uscito anche in foto raccolte in un bellissimo libro - che non ha indugiato al passato ma forte delle sue radici ha giocato al rilancio, aprendo per l'occasione nuovi spazi. Così, oltre all'invasione pacifica di cortili, ponti e piazze del paese e dintorni, Drodesera si è riappropriato di un raro esempio di architettura industriale, la fortezza dell'abbandonata centrale idroelettrica di Fies, a pochi chilometri da Dro. Con la proposta di trasformarla in un centro culturale permanente, il festival l'ha aperta ai nuovi gruppi di danza italiana nell'evento ideato da Monica Francia, "Ammutinamenti per Drodesera", parte di un progetto internazionale che da sette anni il festival sostiene, "Città che danzano - rapporto tra danza e architettura". Alla casa-azienda di Maso Lizzone si è insediata la danza della compagnia di Virgilio Sieni. Ancora danza ma questa volta in verticale proposta dai francesi Rock in Lichen. Appesi ad una parete, quasi farfalle a sei metri d'altezza, si sono rincorsi in un corteggiamento-sfida alla gravità. Danza tutta espressiva e diabolica quella di una Raffaella Giordano che ha dato con Sosta Palmizi un Quore pieno di energia irriverente. Ieri sera la danza aerea degli Les Elastonautes ha portato una ventata di magia con camminate in assenza di gravità. Cresciuta col festival che da sempre li sostiene e produce, c'è stata la danza di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni e quella catalana dei Mal Pelo. Anche per il teatro non sono mancati attesi ritorni. Pippo Delbono e la sua compagnia hanno riproposto Il tempo degli assassini e un nuovo Racconto di un viaggio teatrale.
Teatro Settimo è arrivato con il Progetto Fenicie dalla tragedia di Euripide con la regia di Gabriele Vacis, Giulio Molnar ha incantato con la sua delicata Cenere. E nello sforzo riuscito degli organizzatori di dare il meglio per un compleanno importante, si sono mescolate atmosfere diverse. Dallo spettacolo per bambini in piazza alla musica di Daniele Sepe per i nottambuli, dalla festa gitana alle incursioni della mezzanotte con il cabaret della Banda Osiris ed il duo Aringa & Verdurini in versione 2000 e le letture a luce soffusa di Giuseppe Cederna.

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