Slovenia, vento revisionista

GIACOMO SCOTTI - FIUME

Slovenia, vento revisionista
FASCISTI Governo e chiesa cercano la riabilitazione delle milizie pro-nazi
GIACOMO SCOTTI - FIUME

Levata di scudi, in Slovenia, contro il governo provvisorio di centro-destra del premier Andrej Bajuk: a ribellarsi sono i partiti della Lista associata dei socialdemocratici, i quali hanno chiesto il divieto di una serie di manifestazioni messe in calendario dai "domobrani", i collaborazionisti degli occupanti tedeschi e italiani nella seconda guerra mondiale. I socialdemocratici, insieme alle associazioni degli ex combattenti della Resistenza, si sono fatti anche promotori di una legge che dovrebbe mettere al bando cerimonie, bandiere e le stesse organizzazioni dei veterani nazi-fascisti sloveni. Dell'iniziativa si è fatto portavoce il settimanale di Lubjana Panorama . Ex partigiani e antifascisti sono in stato di mobilitazione nel paese.
La rivolta delle sinistre e delle altre forze democratiche slovene è stata provocata, tra l'altro, da un discorso pronunciato dall'arcivescovo di Lubjana e primate della chiesa cattolica slovena France Rode, il quale si è presentato a braccetto con caporioni fascisti vecchi e nuovi a una cerimonia commemorativa svoltasi a Kocevski Rog. Qui, nella seconda guerra mondiale, in un combattimento tra formazioni partigiane e i domobrani, questi subirono durissime perdite. Nel suo discorso, l'arcivescovo ha esaltato il "sacrificio" dei domobrani, paragonandolo al "martirio dei santi". "Essi hanno sacrificato le loro vite - ha detto - per cementarle nelle fondamenta della civiltà europea e della chiesa di Cristo"!
Nel contesto ha pure rievocato la figura di Grigorje Rozman, arcivescovo di Lubjana durante la seconda guerra mondiale, stretto collaboratore delle autorità italiane di occupazione della "Provincia di Lubiana" e fondatore delle milizie fasciste - i domobrani, appunto - usate nella lotta contro i "banditi comunisti", come venivano etichettati i combattenti della Resistenza. Quelle milizie, organizzate da Rosman, addestrate dagli ufficiali della Mvsn di Mussolini ed armate dai tedeschi, oggi vengono benedette e santificate dall'arcivescovo Rode al cospetto degli anziani superstiti e dei continuatori.
Polemizzando con Rode, lo storico Anton Bebler, professore di scienze politiche all'università di Lubjana e presidente dell'associazione "Consiglio atlantico sloveno", ha dichiarato che l'arcivescovo ha falsificato i fatti storici ed offeso la memoria dei partigiani cattolici caduti per la libertà della patria combattendo nei ranghi della Resistenza antifascista; molti di loro furono massacrati dai domobrani. Bebler ha tenuto il suo discorso durante un raduno di veterani partigiani sul monte Triglav (Tricorno), al quale ha preso parte anche il capo dello stato Milan Kucan. Bebler ha ricordato che perfino un ministro sloveno del governo monarchico jugoslavo in esilio a Londra nella seconda guerra mondiale, Izidor Cankar, ebbe a denunciare nel 1944 i domobrani come traditori, "vergogna del popolo e della chiesa slovena". E quel ministro, ha notato, era un feroce anticomunista.
Da tempo in Slovenia le alte gerarchie della chiesa cattolica conducono una politica filofascista, osteggiando i governi democratici; anche perché questi non hanno ceduto alle pretese dell'arcivescovo Rode di imporre un concordato che obbligasse lo stato a restituire alla chiesa tutti i beni nazionalizzati durante il regime di Tito. Va ricordato che in Slovenia la chiesa era proprietaria di quasi tutti i boschi; con la loro restituzione la chiesa cattolica diverrebbe il più grande latifondista del paese. A causa di questi attriti, le gerarchie cattoliche hanno provocato recentemente la caduta del governo di centro-sinistra di Drnovsek e la costituzione del governo di centro-destra, il cui premier Bajkuk, figlio di fuoriusciti politici anticomunisti e vissuto per gran parte della sua vita all'estero, viene accusato da più parti di simpatie per l'ideologia fascista. Suo padre era stato domobrano.

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