Esercito croato in Bosnia

GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

Esercito croato in Bosnia
Creato da Tudjman e agli ordini di Zagabria, preme su Sarajevo
GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

Da un'indagine condotta dalla Corte dei conti nei ministeri degli interni e della difesa croati per ordine del governo di centrosinistra in carica da quattro mesi, risulta che il regime nazionalista di Tudjman pagava ogni anno circa 10 milioni di kune (3 miliardi di lire) in contanti e in segreto a confidenti del Szup - il servizio segreto "per la tutela dell'ordine costituito", in realtà al servizio diretto del partito-regime, per spiare gli avversari di quel regime. E si tratta soltanto di collaboratori esterni di uno dei cinque servizi segreti operanti in Croazia, e di soldi attinti a fondi altrettanto segreti in aggiunta alle spese ufficiali di quei servizi.
Tudjman e i suoi - gran parte dei quali sono tuttora annidati nei servizi e nei ministeri - spendevano senza alcun controllo il denaro dei contribuenti, quello ricavato dalle privatizzazioni e da vari canali per lo più illeciti, quali il contrabbando di armi e droga. I più spendaccioni erano i ministeri dell'interno e della difesa, baluardi del regime. In merito il deputato Damir Kajin, esponente della Dieta democratica istriana, ha presentato all'attuale governo un'interpellanza (attende risposta da alcune settimane) per saper la ragione per cui tuttora "esiste il segreto di stato sui traffici sporchi del ministero della difesa dal 1992 al 1995", chiedendo inoltre "quando saranno rivelati i conti segreti" della Croazia presso banche in Austria e a Londra, fondi sui quali il passato regime ha depositato "milioni di dollari rubati ai cittadini della Croazia".
Ai deputati allibiti del Parlamento e all'opinione pubblica, Kajin ha rivelato intanto alcuni segreti dell'ex regime, cominciando dalle "spese speciali", voce sotto la quale si nascondono ben 7 miliardi di kune (2400 miliardi di lire) pagati da Zagabria dal 1992 al 1999 per finanziare un esercito croato in Bosnia, ora formalmente inserito nelle forze armate della Federazione croato-musulmana bosniaca ma con brigate e reggimenti severamente separati da quelli musulmani. In altre parole, la Croazia di Tudjman manteneva un proprio esercito, ai propri ordini, in un paese straniero, indipendente, per minacciarne l'indipendenza, pronto a impugnare le armi a sostegno della secessione del territorio erzegovese e della sua annessione alla Croazia.
Ora queste finalità sono state cancellate, ma l'esercito croato in Bosnia continua ad essere autonomo e, quel che è peggio, continua ad essere finanziato da Zagabria: cioè da questo governo democratico, col beneplacito degli Stati uniti.
Nella sua filippica in parlamento -criticando anche l'attuale governo per non aver saputo dare un taglio netto al cordone ombelicale che ha unito il regime tudjmaniano ai secessionisti croati in Bosnia - Damir Kajin ha ricordato che con il denaro pagato alle strutture parastatali croate in Erzegovina ed alle organizzazioni filoustascia in quella regione bosniaca, in Croazia "avrebbero potuto essere costruiti 300 chilometri di autostrada, creati 50.000 posti di lavoro, costruiti 25.000 appartamenti". "E non parliamo - ha aggiunto - dei 122 milioni di kune pagati per difendere i criminali di guerra erzegovesi di etnia croata trascinati davanti al Tribunale dell'Aja, o delle enormi somme di denaro spese per costruire, per esempio, un faraonico "ospedale croato" a Nova Bila in Bosnia destinato unicamente a pazienti di etnia croata - ora praticamente vuoto, inoperante. Concludendo, il deputato istriano ha rivelato che nel 1998 il prodotto nazionale lordo, in Croazia, ammontava a 130 miliardi di kune, dei quali ben 80 miliardi furono spesi dallo stato-regime!

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