Criminali in libertà
Dalla montagna di documenti segreti lasciati in eredità dal
defunto presidente croato Franjo Tudjman nella residenza di
Pantovcak, continuano a saltar fuori le vergogne del passato
regime. La scoperta più recente riguarda cinque assassini, dei
quali il nuovo governo democratico non ha fatto ancora i nomi,
che andranno ad allungare la lista dei criminali di guerra. Sono
i responsabili del cosiddetto "massacro di Ahmici", compiuto in
Bosnia nel '93 dai miliziani croati bosniaco erzegovesi nelle
operazioni di pulizia etnica a danno dei civili musulmani nella
Vallata del Lasva. Tutti e cinque i criminali vivono attualmente
(e non da oggi) in Croazia, ma la loro vera identità è rimasta
segreta per tutti questi anni per ordine di Tudjman, dei suoi
gerarchi e dei servizi segreti del passato regime; furono dati
loro nomi, cognomi e connotati falsi. E con false carte
d'identità vanno sempre in giro.
Sono i responsabili della strage di civili musulmani di Ahmici
GIACOMO SCOTTI -
Zagabria
Il documento venuto alla luce è un rapporto chiave inviato a
Tudjman dal servizio segreto presidenziale His e firmato dal
figlio primogenito del defunto "Supremo", Miroslav Tudjman, per
lunghi anni alla testa di quei servizi, e da Giurgia Susak,
all'epoca ispettrice capo dei servizi segreti dell'esercito
croato, moglie di Gojko Susak, che fu braccio destro del
"Supremo", ministro della difesa fino alla morte, avvenuta un
anno prima della scomparsa di Tudjman, e massimo esponente dei
vecchi e nuovi ustascia croati. Così tutto restava in famiglia:
la famiglia neofascista e quella Tudjman-Susak.
Lo scottante documento, ora all'esame del premier Racam e del
ministro degli interni Lucin, sarà consegnato presto ai giudici
del Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra
nell'ex Jugoslavia, che recentemente ha condannato a 45 anni di
carcere il generale croato Tihomir Blaskic, già comandante delle
milizie che si macchiarono del sangue dei civili massacrati a
Ahmici e altrove nella Vallata del Lasva.
Il documento contiene una descrizione dettagliata della strage, i
nomi dei cinque principali responsabili dell'eccidio e la
trascrizione di un colloquio svoltosi fra Tudjman e i suoi più
stretti collaboratori, dal qual risulta chiaramente che Franjo
Tudjman e i massimi gerarchi erano a conoscenza della strage e
fecero di tutto perché nulla venisse alla luce. Il dossier
contiene anche annotazioni manoscritte dello stesso "Supremo"
relative al documento ed ai passi da intraprendere per dare agli
assassini la massima protezione.
Da notare che il governo croato rimasto in carica fino
all'assunzione dei poteri da parte della coalizione che vinse le
elezioni politiche del 3 gennaio scorso era bene a conoscenza di
questo documento ma si guardò bene dal consegnarlo ai giudici
inquirenti dell'Aja, nonostante avesse firmato un accordo di
collaborazione con il Tribunale internazionale.