Elezioni anticipate?

GIACOMO SCOTTI

Elezioni anticipate?
BOSNIA-ERZEGOVINA Verso una riforma elettorale e la creazione di un corpo di polizia multietnico
GIACOMO SCOTTI

Molto probabilmente nel prossimo autunno si terranno elezioni generali straordinarie in Bosnia-Erzegovina per il rinnovo anticipato dei parlamenti della Federazione croato-musulmana e della Repubblica serba e del parlamento nazionale, che rappresenta entrambe le entità dello Stato. Prima di allora questo parlamento, da lunghi mesi paralizzato per le rivalità fra i deputati delle due entità e delle tre etnie, dovrebbe varare la nuova legge elettorale presentata da un gruppo di lavoro sotto l'egida dell'Alto rappresentante dell'Onu Wolfang Petrisch e del capo della Missione dell'Osce Robert Berry. Secondo i promotori, la futura legge comprende "importanti riforme democratiche" (tra cui il voto di preferenza e liste aperte), la cui realizzazione dovrebbe promuovere la democrazia e il reciproco rispetto fra le diverse etnie.
I rappresentanti dell'Osce a Sarajevo hanno incontrato in questi giorni quasi tutti i leader dei principali partiti politici, prospettando quale possibile data delle elezioni l'11 novembre. Non hanno incontrato ostacoli nei leader della Repubblica serba e pochi da parte degli esponenti dell'Hdz, il partito nazionale croato che, sebbene non concordino sulla necessità di elezioni anticipate, si dicono comunque pronti ad "accettare qualsiasi data venga proposta dalla missione dell'Osce". Decisamente contrari alle elezioni si dichiarano invece i leader del partito musulmano Sda, duramente provato nelle recenti elezioni comunali, a favore del partito interetnico e socialdemocratico Sdp. "In un periodo contrassegnato da risultati catastrofici nella realizzazione del programma di rientro dei profughi - ha detto un portavoce dell'Sda - non ha senso impegnare il paese in elezioni politiche straordinarie che porterebbero all'ulteriore cementazione della pulizia etnica". D'altra parte sono in molti in questo paese a ritenere, soprattutto nelle file delle forze progressiste ed interetniche, che senza nuove elezioni continuerà la paralisi legislativa a livello delle due entità e dello Stato formalmente unitario. Le elezioni, secondo le loro aspettative, dovrebbero portare all'ulteriore indebolimento dei partiti etnici e sbloccare una situazione politica di immobilismo. Le recenti elezioni comunali avrebbero dimostrato che gli elettori sono sempre meno inclini alle forze politiche che esercitano attualmente il potere ai "livelli alti", colpevoli dell'attuale paralisi del sistema.
Alcuni partiti alternativi, quali la "Nuova iniziativa croata" di Kresimir Subak e il partito socialdemocratico di Zlaiko Lagumdzija, propongono che le elezioni politiche generali comprendano anche il rinnovo della Presidenza della repubblica.In ogni caso, le elezioni parlamentari anticipate sono necessarie perché - a dirla con Sejfudin Tokic, vicepresidente del partito socialdemocratico - "l'attuale situazione nel paese allontana ogni giorno di più la Bosnia-Erzegovina dalle integrazioni europee".
Intanto presso la sede della Missione Onu in Bosnia è stato firmato un accordo sul "dislocamento volontario" dei poliziotti fra le due entità statali bosniaco-erzegovesi. In base all'intesa, la Federazione croato-musulmana e la Repubblica serba di Bosnia garantiscono uguali condizioni, diritti e doveri nell'assunzione di poliziotti scelti nelle file dei profughi delle varie etnie. E' un primo passo, si è detto, verso la creazione di una polizia democratica e multietnica, per contribuire al rafforzamento della pace e della legalità, per la promozione dei principi democratici e dei diritti umani in Bosnia. E, soprattutto, per accelerare il processo di rientro dei profughi.

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