STRAGI/DOCUMENTO
"Mandanti croati e Usa"
G. SCO. -
ZAGABRIA
Per Levar, vi sono altri croati disposti a testimoniare al
tribunale dell'Aja, nonostante le minacce di morte che ricevono
dagli estremisti di destra. Tacciono invece i funzionari statali,
già al servizio di Tudjman e lasciati al loro posto dal nuovo
governo. "Personalmente so, perché ci ho lavorato, che i servizi
segreti croati hanno esatte informazioni su chi, come, quando e
dove fu coinvolto nelle stragi, i nomi di chi le ordinò e quelli
delle vittime. E' strano che anche dopo la fine di Tudjman quei
servizi continuino a tacere". L'attuale presidente dei veterani
di guerra di Gospic, Ivica Cacic - dice Levar - "all'epoca
guidava l'automezzo sul quale venivano portati via da Karlobag i
serbi da liquidare e che vennero liquidati sul Velebit".
Testimoni delle stragi furono pure Mira Jurjevic, Pavle Rukavina
e Ivan Dasovic, attualmente presidente del tribunale di Gospic la
prima, presidente della Procura di stato il secondo e capo della
polizia della regione Lika-Senj il terzo. "Sotto i loro piedi e
davanti ai loro occhi furono seppellite le vittime, essi sanno
con precisione chi le uccise, furono presenti alle
esecuzioni..."
"Ma la responsabilità dell'occultamento dei massacri - continua
Levar - risale ai massimi vertici dello stato, dove qualcuno fu
anche il mandante delle stragi" a Gospic, Karlobag, a Sisak e
altrove. "Costui fu Gojko Susak, amico di William Perry,
l'americano che si servì di lui per telecomandare le cose in
Croazia. Fu Susak a spingere i suoi commessi a compiere i
massacri. Gojko Susak era un comune fuoriuscito ustascia che
divenne quel che divenne (ministro della guerra di Tudjman per
l'annessione dell'Erzegovina ndr) perché ebbe l'aiuto dei
francescani erzegovesi e dei signori dei servizi segreti
americani".