Golpe croato?

GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

Golpe croato?
Comunali a Zagabria il 7. Minacce fasciste
GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA


Dopo poco più di 120 giorni di governo, le forze politiche democratiche che affossarono il regime autocratico e nazionalistico tudjmaniano con la schiacciante vittoria alle parlamentari del 3 gennaio ed alle presidenziali del 7 febbraio, affrontano dopodomani, 7 maggio, la prima seria prova. Un terzo degli elettori della Croazia, e più esattamente il 35% - tanti sono concentrati nella capitale - sono chiamati alle urne per il rinnovo del governo di Zagabria: un'assemblea di 50 consiglieri e il sindaco-governatore.
Ma accade un fatto gravissimo. In concomitanza con la campagna elettorale nella capitale, i fascisti croati hanno rialzato la testa, minacciando addirittura un colpo di stato. Il capo delle camicie nere e leader del partito Hsp, Anto Djapic, ha invitato pubblicamente i suoi seguaci a "paralizzare l'intero Paese" bloccando le vie di comunicazione e a ricorrere ad altre forme di "disubbidienza civile" al fine di "provocare la crisi dello Stato". I fascisti si dichiarano "disposti a tutto pur di impedire il rientro in Croazia dei 120mila serbi" che nel corso della "pulizia etnica" fuggirono in Bosnia dalle Krajine croate. Contemporaneamente un altro caporione nazifascista, Marinko Liovic, presidente della più estremista delle associazioni di veterani della "guerra patriottica", ha annunciato che i suoi militanti porranno mine anticarro ed altri esplosivi nei porti, aeroporti, valichi di frontiera e lungo tutte le strade che portano ai confini con l'intento di "distruggere la stagione turistica" ed abbattere il governo di centro-sinistra. Lo stesso Liovic ha inviato fax alle ambasciate avvertendo che i cittadini stranieri "non sono benvenuti in Croazia".
La reazione del governo e dei partiti democratici è stata finora fiacca, indecisa e questo è pericoloso per il futuro democratico del paese. Anche perché dietro questi tentativi di destabilizzazione c'è la lunga mano (nascosta) dei gerarchi del passato regime tudjmaniano, e perché il revival neofascista è cominciato da diverse settimane. Si ricordino le manifestazioni contro le indagini sul massacro di serbi a Gospic del tribunale internazionale sui crimini di guerra dell'Aja.

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