La Croazia apre alle minoranze?
Nel parlamento croato si sta discutendo di due disegni di
legge che dovrebbero portare all'abolizione dall'ordinamento
giuridico del paese della discriminazione delle minoranze etniche
e linguistiche. Si tratta di due leggi fondamentali per la
posizione, la sopravvivenza e lo sviluppo delle minoranze
nazionali, compresa quella italiana nella regione
istro-quarnerina: la legge "sull'uso paritetico e ufficiale delle
lingue minoritarie" e la legge "sull'educazione e istruzione
nelle lingue delle minoranze", cioè sulla scuola. I due atti
legislativi si basano sulle bozze presentate già due anni fa
dalle opposizioni, ma tenute in frigorifero dal regime di Franjo
Tudjman.
ISTRIA Il parlamento discute sulla fine delle discriminazioni.
Anche quelle contro gli italiani
GIACOMO SCOTTI -
ZAGABRIA
Nella versione attuale, notevolmente migliorata anche rispetto
alle proposte degli anni passati, i due disegni di legge
accolgono tutti i contributi dati da Furio Radin, deputato della
comunità italiana, che in queste legislatura presiede il Comitato
parlamentare per la tutela delle minoranze.
Le legge sul bilinguismo, nella nuova redazione, concede alle
minoranze l'uso ufficiale della lingua in tutti i comuni
e regioni in cui esse sono maggioritarie; nel caso dell'Istria si
fa un'eccezione, grazie a un trattato bilaterale sottoscritto da
Roma e Zagabria, per cui l'ufficialità dell'italiano si
concretizza con la presenza sul territorio del 25 per cento di
popolazione italofona. Inoltre, città, comuni e contee dove
vivono le minoranze, quale che sia la loro consistenza
percentuale, possono prescrivere negli statuti locali l'uso delle
lingue minoritarie in modo anche più ampio rispetto a quanto
prescritto dalla legge dello stato. In Istria, come già
prevedevano 20 articoli dello Statuto regionale aboliti con un
intervento autoritario del passato regime qualche anno fa, l'uso
dell'italiano sarà concesso non solo a livello dei comuni e città
(Pola, Gallesano, Dignano, Valle, Parenzo, Buie, Umago,
Cittanova, Rovigno e altrove) ma anche in seno all'assemblea e
nella giunta regionali, nei tribunali di primo grado, nella
procura e avvocatura di stato e in altri uffici giudiziari. Oltre
ai certificati di vario genere rilasciati dalle autorità
municipali, saranno bilingui i moduli d'ogni tipo, le tabelle
stradali, le insegne dei negozi e degli uffici, timbri, ecc. e
tutti i documenti scritti (discorsi, corrispondenze, relazioni
ufficiali) degli organi rappresentativi, esecutivi e
amministrativi di comuni, città e contee in cui vige il
bilinguismo ufficiale.
La legge sull'educazione e istruzione scolastica nelle lingue
minoritarie dovrebbe far piazza pulita delle numerose barriere
discriminatorie costruite all'epoca della famigerata ministra di
fede neoustascia Ljulja Vokic, che misero in pericolo l'esistenza
stessa delle scuole minoritarie. I suoi decreti e le sue
circolari, già dichiarati anticostituzionali della Corte
costituzionale, lasceranno il posto a una normativa democratica
che non pone alcun limite alle iscrizioni degli alunni alle
scuole minoritarie e risolvono in senso autogestionario la
formazione delle classi in caso di scarso numero di iscritti.