Rigoberta denuncia, la Spagna indaga

BERETTA GIANNI

SPAGNA GENOCIDIO, SOTTO INCHIESTA I GENERALI GOLPISTI

Rigoberta denuncia, la Spagna indaga

Dopo Pinochet, Madrid accusa i torturatori del Guatemala

- GIANNI BERETTA - CITTA DEL GUATEMALA

H a generato agitazione nel nuovo governo guatemalteco la notizia rimbalzata dalla Spagna che il Tribunale nazionale di Madrid ha deciso di aprire un'inchiesta nei confronti di otto alti ufficiali dell'esercito, accusati di gravi crimini contro l'umanità.

In particolare, uno dei collaboratori del giudice Baltasar Garzon, Giullermo Ruiz Polanco, ha inquisito tre ex generali dittatori, a partire da Efrain Rios Montt, tutt'oggi uomo di spicco del paese dopo che il suo Fronte repubblicano guatemalteco (Frg, che incarna la destra populista) si è imposto nelle ultime elezioni generali, catapultandolo alla presidenza del parlamento. Rios Montt aveva governato di fatto il Guatemala fra il 1982 e il 1983 mentre, sempre a suon di colpi di stato militare, Romero Lucas Garcia lo aveva preceduto dal 1978, e Oscar Humberto Mejias Victores lo ha avvicendato fino al 1985, quando ha consegnato formalmente il potere a un presidente civile (il democristiano Vinicio Cerezo).

L'iter giudiziario ha preso il via dopo l'esame della denuncia presentata dalla Nobel per la pace guatemalteca Rigoberta Menchù nel dicembre scorso, che si riferiva a tre casi ben precisi e circostanziati: l'assalto e l'incendio dell'ambasciata spagnola del 1980, nel quale morirono 37 persone tra cui il padre di Rigoberta, Vicente Menchù; l'assassinio di quattro sacerdoti spagnoli; le torture e l'uccisione del resto dei membri della famiglia della Menchù, compresa sua madre, negli anni successivi. Sono le accuse formulate da Rigoberta Menchù nel libro-intervista ("Io, Rigoberta Menchù") che le è valso il Nobel.

Il 25 febbraio dello scorso anno, la "Commissione per il chiarimento storico", sotto l'egida delle Nazioni unite e in compimento degli accordi di pace fra governo e guerriglia del 1996, aveva documentato da un punto di vista legale il crimine di genocidio delle popolazioni Maya del Guatemala ad opera dell'esercito. Mentre il 24 aprile del 1998 il vescovo ausiliare capitalino, monsignor Juan Gerardi, aveva presentato il rapporto "Guatemala nunca mas", nel quale si denunciavano 55.000 casi di violazione dei diritti umani per oltre il 90% a carico delle Forze armate.

Per quel rapporto monsignor Gerardi venne brutalmente assassinato, 43 ore più tardi della sua diffusione, a colpi di pietra. E il delitto continua ad essere tutt'oggi impunito, anche se è paradossalmente per pressioni del nuovo governo di Alfonso Portillo e di Rios Montt che nel gennaio scorso sono stati finalmente incarcerati due alti ufficiali del famigerato stato maggiore presidenziale.

Rios Montt e gli altri generali presi di mira, tutti in lussuoso ritiro da tempo, hanno snobbato da sempre le accuse rivolte loro di volta in volta dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani. Ma da quando è scoppiato il caso recentemente concluso del loro illustre compare cileno Augusto Pinochet, non si sono più avventurati a lasciare il loro paese.

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