Complotto dei generali per uccidere Mesic

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA OGGI IL GIURAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE

Complotto dei generali per uccidere Mesic

Un giornale rivela: ufficiali dell'Erzegovina progettano di assassinare il presidente. Ieri la visita di D'Alema

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

L' incolumità personale del nuovo presidente della Croazia Stipe Mesic, che oggi presterà giuramento assumendo la massima carica dello stato per i prossimi cinque anni, "è seriamente minacciata". Lo rivela il settimanale zagabrese Nacional, apparso ieri nelle edicole, secondo il quale sono state prese proprio per questo speciali misure di sicurezza.

Ieri Mesic ha ricevuto - primo leader straniero giunto a Zagabria dopo la fine del regime tudjmaniano - il presidente del consiglio italiano Massimo D'Alema, che ha testimoniato il sostegno politico (ma anche economico) di Roma al "nuovo corso" croato, impegnandosi anche a patrocinare la causa croata presso l'Unione europea. Certo, l'ultima cosa che ci vorrebbe oggi sarebbe un soprassalto di violenza da parte di gruppi legati al vecchio regime.

Il Nacional precisa che "un gruppo di generali erzegovesi in servizio nell'Hv (l'esercito croato) minaccia di compiere un attentato per uccidere Mesic". L'autore delle rivelazione, Ivo Pukanic, si è fatto una vasta notorietà in Croazia per aver svelato a più riprese, all'epoca del "Supremo" Tudjman, congiure e macchinazioni dei servizi segreti presidenziali e delle altre strutture del regime contro giornalisti ed altri intellettuali dell'opposizione e, soprattutto, contro uomini politici sgraditi perfino all'interno dello stesso partito allora al potere. Per questo Pukanic -subì perquisizioni, interrogatori e arresti.

Quasi tutte le sue rivelazioni, tuttavia, si sono poi dimostrate fondate. Il Nacional scrive che "all'indirizzo di Stipe Mesic giungono giornalmente minacce di morte" e queste, già frequenti nel corso della campagna elettorale, "si sono infittite dopo l'elezione a capo dello stato".

Il complotto dei generali erzegovesi cominciò ad essere ordito - rivela il giornale - nel momento in cui Mesic disse che "non bisogna regalare pesci agli erzegovesi, ma insegnare loro a pescarli", precisando poi che in futuro la Croazia non avrebbe più finanziato l'esercito croato-bosniaco (Hvo) e, ancor meno, la leadership politico-criminale erzegovese che - servendosi dei finanziamenti di Zagabria - operava per compromettere la stabilità e l'integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina.

Fu allora che un generale erzegovese nelle file dell'Hv dichiarò che l'esercito non avrebbe accettato Mesic come suo comandante supremo se fosse stato eletto capo dello stato. Seguendo il suo esempio, alcuni altri generali - anch'essi oriundi dell'Erzegovina - hanno giurato che continueranno a seguire "la linea patriottica" di Gojko Susak e di Tudjman, e cioè - per quanto si riferisce a Susak, ex ministro della difesa, erzegovese pure lui, morto circa due anni fa - la linea neoustascia caratterizzata, all'epoca dei due defunti, dal saluto fascista e dal canto di canzoni ustascia in diverse grandi unità dell'esercito croato.

Nei suoi discorsi elettorali Mesic annunciò, tra i suoi obiettivi, pure quello di ripulire dai neofascisti le file dell'esercito nazionale. Temendo per il loro futuro, pertanto, i congiurati indicati dal Nacional hanno preso a riunirsi "in casa di uno degli ex deputati dell'Hdz, presenti anche alcuni funzionari dello sconfitto regime". "Si sospetta - prosegue il settimanale - che agenti di uno dei servizi segreti croati abbiano posti sotto il loro controllo il telefono della famiglia Mesic".

Nel frattempo ieri, d'intesa fra il nuovo capo dello stato, il premier e il presidente del parlamento, è stato nominato il nuovo direttore del Servizio di spionaggio e controspionaggio centrale croato (His) che dirigerà al tempo stesso il Consiglio per la sicurezza interna (Uns), cariche fino ad ieri erano occupate da Miroslav Tudjman, figlio del defunto "Supremo". Il nuovo direttore dell'His e dell'Uns è il sociologo Ozren Zunec, studioso dei servizi segreti militari e civili, autore di un voluminoso saggio al titolo "I servizi di sicurezza e di informazione in Croazia". Si tratta di un'analisi fortemente critica della complicatissima rete dei servizi croati messi in piedi dal vecchio regime, della corruzione che in essi albergava e delle loro deviazioni.

In un'intervista allo stesso Nacional pubblicata in concomitanza con la sua nomina all'alto incarico, Zunec afferma che il passato regime aveva creato una rete ad uso pressoché esclusivo del Supremo e che tutti i servizi erano da lui manovrati. Zunec ha proposto l'abolizione di alcune di queste centrali di spionaggio e la riorganizzazione delle altre, l'istituzione di un controllo permanente del parlamento e del governo sui servizi. I voluminosi dossier dell'Udba (il servizio segreto dell'ex Jugoslavia) "saranno sepolti sotto terra", sarà vietato il loro uso a qualsiasi scopo e l'eventuale pubblicazione di documenti sarà considerata reato grave.

E' stata infine annunciata una radicale ramazzata nei ranghi del Szup, la polizia speciale del ministero degli interni. Il nuovo capo di quel servizio, Franjo Turek, ha dichiarato che - grazie all'attività di parecchi fra dirigenti e agenti - lo Szup si era ridotto a "funzionare quale centro informativo della criminalità organizzata". Sarà perciò necessario ripulire rapidamente quel servizio da "tutti coloro che si sono sporcate le mani in operazioni illegali".

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