La Croazia chiama l'Italia, il premier Racan a Roma

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA ORA AL VIA UNA "SVOLTA" NEI RAPPORTI INTERNAZIONALI

La Croazia chiama l'Italia, il premier Racan a Roma

Dall'11 al 16 febbraio tappe a Lubjana, Sarajevo, Bruxelles e Berlino

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

D opo le congratulazioni dei giorni scorsi al primo governo democratico croato, è arrivata una richiesta dell'Osce, di adempiere agli impegni sottoscritti e poi calpestati dal passato regime nazionalista in materia di libertà di stampa, rientro in Croazia dei profughi serbi e collaborazione col Tribunale dell'Aja per i crimini di guerra. Problemi-cancrena del regime del Supremo, tanto che negli ultimi anni la Croazia era finita quasi in quarantena internazionale, ma mai candannata o sanzionata - soprattutto grave era stata la fase iniziale di sostegno - decisivo - e di finanziamento diretto, periodo nel quale il regime croato guidato dal revisionista storico Franjo Tudjman era l'alleato principale dell'Occidente e della Nato nella guerra balcanica.

Ora il nuovo governo croato di centrosinistra promette che in breve tempo, nel giro di qualche mese, cambierà la legge sulle telecomunicazioni, trasformerà la tv di stato in ente pubblico, liberalizzerà la distribuzione della stampa, affronterà il modo in cui le privatizzazioni hanno svenduto i beni economici croati a banche e multinazionali occidentali, toglierà tutti gli ostacoli politici e burocratici al rientro dei serbi ed al loro inserimento nella vita civile e produttiva del paese, attuerà la legge sull'amnistia, consegnerà all'Aja i criminali di guerra delle operazioni "Lampo" e "Tempesta" del 1995.

I nodi dell'Osce e dell'adesione all'Unione Europea, saranno affrontati negli incontri che Ivica Racan avrà nel primo viaggio all'estero come premier. Per 4 giorni, a cominciare dal 14 febbraio, sarà a Lisbona, Bruxelles e Berlino. Per la stampa croata "molto probabilmente", al rientro dalla Germania, Racan potrebbe sostare a Roma per colloqui con Massimo D'Alema. Le visite a Lisbona e Bruxelles sono legate ai nuovi rapporti con l'Ue ed alla loro istituzionalizzazione nel quadro della "edificazione di una nuova identità internazionale della Croazia" - ha detto il capo della diplomazia croata Tonino Pìzzula in un incontro con il governo tedesco.

Sulla "nuova epoca nelle relazioni fra la Croazia e i Quindici", circoli diplomatici croati sottolineano l'attivo appoggio che a più riprese l'Italia ha promesso alla Croazia per il suo graduale inserimento nell'Ue, nel presupposto, ora venutosi a creare, della svolta democratica del paese - un appoggio che comunque l'Italia dava, senza tremare, a più riprese allo stesso Tudjman. E dal neocostituito Ministero per le integrazioni europee, diretto dall'istriano Nino Jakovcic, si annuncia un'intensificazione delle iniziative in seno all'Assemblea della Regioni Europee, della Comunità Alpe-Adria e della Comunità dei paesi danubiani - vedi il disastro provocato nell'area dai bombardamenti Nato sui ponti del Danubio.

"L'Europa ci spalanchi le sue porte - ha detto il ministro degli esteri Tonino Pìzzula - e noi siamo pronti ad adempiere alle condizioni posteci dalla comunità internazionale". Sui rapporti con Roma, il ministro ha ribadito la volontà di "intensificarli e svilupparli ulteriormente", confermando al suo posto l'attuale ambasciatore in Italia Davorin Rudolf "che ha ben operato". Inoltre il lussignano Pìzzula a fine febbraio si recherà a Lubiana per affrontare le relazioni attualmente "non buone" con la vicina Slovenia, incontrando l'omologo Dimitrije Rupe, pure lui di nuova nomina. Non sarà certamente facile avviare alla soluzione i problemi rimasti in sospeso, fra questi quello scottante del confine nel Golfo di Pirano, ma - essendo scomparso Tudjman, che contribuì a incancrenire la piaga - sarà più agevole applicare l'accordo sul piccolo traffico di confine e l'abolizione dei tassi doganali. "Credo fermamente - ha detto Pìzzula - che i nostri due governi, con la reciproca collaborazione, offriranno ai popoli croato e sloveno un autentico futuro europeo". Sarà un bene anche per la minoranza italiana e la sua unitarietà in Istria - spaccata in due dal '91-'92 alla nascita delle due patrie etniche, la Slovenia e la Croazia - al di qua e al di là del confine sul fiume Dragogna.

E, prima, l'11 febbraio Pìzzula sarà a Sarajevo, per stabilire nuovi rapporti tra Croazia e Bosnia Erzegovina: non più finanziamenti a istituzioni e centri separatisti dell'Hdz, fine di qualsiasi ipotesi di creare un'entità statale croata nel vicino paese. Sarà invece rafforzata l'unità politico-territoriale dello stato bosniaco-erzegovese. Ed è sperabile che finisca la pratica, accettata a quanto pare in questi giorni anche da Mesic e Racan, dell'illegale voto degli erzegovesi per le elezioni in Croazia. A conclusione di questa cronaca segnaliamo una nota diramata dal Ministero degli Esteri della Croazia che "condivide la preoccupazione espressa dall'Unione Europea circa la salvaguardia delle conquiste democratiche in Austria" in seguito all'avvento al governo dell'estrema destra di Jeorg Haider. Zagabria in particolare, teme un possibile peggioramento della posizione dei lavoratori croati in Austria e, soprattutto, delle minoranza nazionale croata nel Burgenland (la Slovenia ha espresso la medesima preoccupazione per la sua minoranza in Carinzia). La retorica xenofoba di Haider, si dice nel documento di Zagabria, minaccia seriamente i processi democratici europei e in particolare nel sud-est dell'Europa. In Croazia, tuttavia, non sono mancate voci di esultanza per la vittoria dell'estrema destra austriaca arrivata ad una coalizione di governo: il partito neoustascia Hsp di Anto Djapic (cinque deputati in parlamento) ha fatto le congratulazioni al partito di Haider, dichiarandosi "sorpreso per la rabbia e l'odio manifestati" dai vertici dell'Ue.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it