CROAZIA-ELEZIONI PRIEZIONI SUL 10% DEI VOTI
- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA
L a Croazia ha il nuovo presidente, ed è un anti-tudjmaniano. E' tutto quel che si può dire, per cominciare questo servizio, faxato ottanta minuti dopo la chiusura delle urne, a conclusione della seconda tornata, quella del ballottaggio, delle elezioni per la scelta del successore alla carica che per dieci anni fu del "Supremo" Franjo Tudjman. Va aggiunto che non c'è stato il temuto crollo delle presenze, anche se - a parziale conferma delle previsioni della vigilia, che indicavano un elettorato afflitto da "forte indigestione di voto", essendo stato chiamato per ben tre volte alle urne dal 3 gennaio ad ieri - l'affluenza è stata leggermente inferiore a quella registrata al primo turno del 24 gennaio, quando i candidati erano nove: siamo intorno al 63%. Con la differenza che ieri non c'erano né neve né gelo, e non è stato registrato il minimo incidente.
Si riteneva pure, alla vigilia, che ad astenersi sarebbero stati soprattutto gli elettori che al primo turno sostennero il candidato dell'ex-regime; le indagini dicono invece che ad astenersi sono stati cittadini di tutte le tendenze. Fra i votanti, a quanto pare, gli organi di Tudjman hanno appoggiato stavolta Drazen Budisa più vicino alle posizioni politiche moderate. Risalendo dal 28% dei suffragi ottenuti al primo turno contro il 41% e passa conquistati allora da Stipe Mesic, Budisa ha raggiunto posizioni molto vicine al suo rivale in quasi tutte le regioni del paese, ad eccezione dell'Istria e del Quarnero, regioni in cui Mesic ha goduto di un appoggio plebiscitario. Viene dato un Budisa al 49,2% e un Mesic al 50,8% del totale dei suffragi.
Questi risultati vanno presi con molta cautela in quanto scaturiscono dalle primissime proiezioni realizzate sulla scorta del 10% delle schede scrutinate. Mesic vincerebbe per una manciata di 500 o 800 voti. E' tutto quello che si può dire sintetizzando le notizie raccolte dai circa cinquemila informatori volontari del Gong, sigla dell'organizzazione "I cittadini controllano le elezioni" sparsi in tutti i seggi elettorali del paese, e da essi diffuse un'ora e mezza dopo la chiusura delle urne ieri sera. I risultati definitivi, sia pure non ufficiali, verranno forniti dalla Commissione elettorale centrale e dagli staff dei partiti che hanno sostenuto i due candidati nelle primissime ore di stamattina.
Come è noto, sia Mesic che Budisa, rispettivamente i loro partiti, fanno parte della coalizione di centrosinistra che esprime il nuovo governo democratico. Budisa era formalmente sostenuto da due di questi partiti - il socialdemocratico e il liberal-sociale - che da soli hanno la maggioranza dei ministri nel governo e la maggioranza relativa nel parlamento, mentre Mesic è stato sostenuto da quattro partiti minori e dalla sinistra extraparlamentare, ottenendo già nel primo turno il doppio dei voti raccolti alle elezioni legislative dai partiti che lo hanno candidato.