La Croazia per la terza volta alle urne. Il favorito è Mesic

SCOTTI GIACOMO

BALCANI

La Croazia per la terza volta alle urne. Il favorito è Mesic

Domani il ballottaggio per eleggere il successore di Tudjman alla presidenza

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

I l nuovo presidente della Croazia, che sarà scelto dal voto popolare nel ballottaggio di domani fra Stipe Mesic e Drazen Budisa, presterà giuramento e assumerà la carica non prima del 18 febbraio, quando scadranno tutti i termini per eventuali ricorsi.

I rapporti fra il popolare Mesic e il liberale Budisa sono andati peggiorando nel corso della campagna elettorale, soprattutto per iniziativa del secondo che si è rivelato l'esponente più a destra della coalizione di centrosinistra e leggermente spostato verso posizioni nazionalistiche che fanno a pugno con l'apertura di Mesic a tutti i cittadini senza ombre di sciovinismi. Si teme che il candidato sconfitto, soprattutto se sarà Budisa, farà di tutto per impugnare i risultati. Anche perché la vittoria dell'uno sull'altro sarà di stretta misura. Peserà ogni voto. Dai sondaggi degli ultimi giorni risulta che poche decine di migliaia di voti decideranno la vittoria. La Tv croata ha organizzato per quattro pomeriggi di seguito, fino a ieri, un voto telefonico al quale hanno partecipato circa 600.000 persone. I risultati hanno dato Mesic al 51,7% e Budisa al 48,3. Ma non sono da escludere sorprese. Peseranno molto le astensioni di coloro che il 24 gennaio votarono per il candidato del travolto regime, l'ex ministro degli esteri Mate Granic, il quale raccolse il 22% dei suffragi.Quella di ieri è stata l'ultima giornata della campagna elettorale, oggi regna il silenzio, lunedì si vota dalle 7 alle 19. I risultati ufficiosi si conosceranno nelle prime ore di martedì.

Ambedue i candidati sono espressione della coalizione democratica salita al potere col voto legislativo del 3 gennaio, ma tra i due il più lontano dal vecchio modello tudjmaniano è Mesic. Il carattere poco tollerante di Budisa lo ha portato, durante l'intera campagna, ad assumere verso il rivale toni rancorosi che hanno rivelato un'avversione, oltre che politica, personale. Inoltre, pur di vincere, Budisa si è rivolto alle forze sconfitte della destra per ottenerne i voti.

L'analisi del voto del primo turno delle presidenziali (24 gennaio) ha dimostrato che una grossa fetta dei socialdemocratici, (il partito di Racan che ha sostenuto e sostiene Budisa insieme ai social-liberali) ha votato e tornerà a votare per Mesic che è appoggiato anche dalle minoranze nazionali. Nella città di Fiume, per esempio, Budisa ha raccolto 17mila voti in meno di quelli ottenuti alle parlamentari dalla coalizione socialdemocratici-social-liberali; nella stessa città Mesic ha ottenuto ben 25mila voti in più di quanti ne raccolse allora la coalizione dei quattro partiti minori di centro-sinistra che ora lo sostengono. Il fenomeno si è regolamente ripetuto in tutte le città e in 17 delle 21 regioni croate, Istria in testa.

In Istria le simpatie per Mesic sono salite addirittura al 70% nelle ultime ore. Non a caso. Il candidato si è incontrato a Pinguente con i deputati istriani al parlamento croato, Dino Debeljuh e Damir Kajin, e con Giuseppe Rota, presidente dell'Unione Italiana, l'organizzazione dei circa 30.000 cittadini croati di etnia italiana nella regione. Sottolineando il contributo dato dagli italiani dell'area istro-quarnerina alla lotta contro il nazionalismo, per la convivenza e la democrazia, Mesic ha promesso il suo appoggio all'Unione Italiana e alla soluzione dei problemi della comunità minoritaria, a cominciare dall'approvazione di una giusta legge sul bilinguismo. Respingendo l'insinuazione di certi nazionalisti croati, secondo cui la concessione di "eccessivi" diritti alla minoranza permetterebbe agli italiani di "italianizzare l'Istria e la Croazia", Mesic auspica che l'Istria continui ad essere "un laboratorio di multiculturalità, multietnicità e bilinguismo".

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